Ambiente e Natura

“Mimma tace sulla svendita di Zannone. La figuraccia del ‘comunicatore’ del Comune”

di Piero Vigorelli

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Esprimo tutta la mia umana comprensione nei confronti di Mimma Califano.

Essendo stata più volte pizzicata con le mani nella marmellata, infatti, questa volta Mimma ha preferito nascondersi ed ha affidato a un ignoto “comunicatore” il compito di svolazzare come un falco pellegrino sulle rovine di Zannone, da 41 anni gestita in modo indegno dal Parco.

Peccato che il falchetto abbia perso l’orientamento. Pertanto, gli regaliamo volentieri un GPS.

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PARLIAMO DI SOLDI…
Il “comunicatore” afferma sicuro che il Parco “oggi non ha più un avanzo di amministrazione di circa 3 milioni di euro”. Quindi, niente trippa per i gatti.
Cara Mimma, poiché fai parte del Direttivo del Parco, potresti dire alla controfigura che ti sostituisce indegnamente che tu hai votato il bilancio previsionale 2020, dove si certifica che l’avanzo è esattamente di 3.468.655,22 euro?

Potresti anche dirgli che, poiché la pandemia ha fatto annullare spese, anche l’avanzo di cassa a consuntivo del Parco sarà ancora più grande?

La verità è che il Parco è pieno di soldi, perché non ha saputo spenderli o non ha voluto farlo, non sapendo come e cosa fare.

Nonostante questa ricchezza nel salvadanaio, tuttavia, con l’infame Protocollo firmato dal Parco e dal Comune, a Ponza arrivano appena 375.000 euro, – e queste monetine sono addirittura rateizzate in quattro anni.

Questi spiccioli dovrebbero servire per alcune opere che il Parco per anni ha messo a bilancio e che non ha mai realizzato, – da un ormeggio sicuro al Varo a una cartellonistica sull’isola.

E per la ristrutturazione della Villa di Zannone? Zero euro.
Auguri al Comune di Ponza, che scambia questi spiccioli per una ricca cornucopia natalizia.

LA PROMESSA FARLOCCA DEL 2010…
Nel 2010, il Parco aveva affidato all’Arch. Agnoni il compito di progettare la ristrutturazione della Villa di Zannone , – visto che il 4 luglio del 2007 il Parco aveva recintato la Villa per impedirne l’accesso in quanto pericolante.

Ovviamente l’accesso era vietato solo ai Ponzesi e ai turisti, perché nella Villa hanno continuato a soggiornare, ben sovvenzionati dal Parco, gli studiosi degli uccelli migratori.

Ambientalisti di nome ma non di fatto, che hanno abbandonato nella Villa immondizie varie, dalle bombole di gas alle bottiglie di liquore. Per non dire dei lavori di ristrutturazione del Faro, che hanno lasciato sull’isola ogni ben di dio, dalle reti da letto arrugginite agli scaffali e all’amianto.

L’Arch. Agnoni ha fatto il progetto, quantificando la spesa in 1,5 milioni di euro.

Il Parco ha poi dato seguito alla cosa? Assolutamente NO.

Quando, nel luglio 2011, il sindaco Porzio e l’assessore Schiano hanno firmato la Convenzione con il Parco, il progetto Agnoni è diventato un impegno solenne da portare a conclusione? Assolutamente NO.

L’assessore Schiano, come Mimma era nel Direttivo del Parco. E sempre come Mimma, fra gli interessi del Parco e quelli del Comune, ha tutelato quelli del Parco. Entrambi hanno tenuto bordone al Parco.

Così, ieri come oggi il Parco si è fatto beffa del Comune di Ponza.

Unica eccezione, nel passato, il Sindaco Antonio Balzano, che ha tentato di tener testa al Parco nel 1994 e 1997. Gli altri, al contrario, hanno bussato al Parco con il cappello in mano..

IL SINDACO VIGORELLI COSA HA FATTO?
Un bel nulla, – sentenzia lo spennato “comunicatore”.

Accidenti, Mimma, ma non potevi scegliere un ventriloquo migliore.

La verità è che Vigorelli non ha seguito la logica piagnucolante dei suoi predecessori e ha posto il problema politico dell’uscita di Zannone dal Parco. “Riprendiamoci Zannone” non era uno slogan della campagna elettorale del 2012, era ed è una scelta politica molto chiara.

Ora, bisogna ricordare che nel 2012 e fino alla fine del 2014 l’Ente Parco era governato da Gaetano Benedetto, con l’incarico di Commissario con pieni poteri.

Nel 2012, il Parco ha chiesto al nuovo Sindaco Vigorelli il rinnovo della Convenzione firmata da Porzio e Schiano.

Risposta secca: rinnoverò solo e quando il Parco farà quello che da molti anni mette a bilancio e non ha mai fatto. Fate le opere promesse da anni e ristrutturate la Villa come previsto nel progetto dell’Arch. Agnoni.

Quindi, diversamente da quanto sostenuto da Mimma in Consiglio Comunale e ora dal suo “comunicatore”, allora, in presenza di un progetto del Parco per ristrutturare la Villa, non si poteva dar luogo ad un’azione giudiziaria per danno erariale.

Sarebbe stata un’azione temeraria, che avrebbe visto il Comune sicuramente perdente.

E’ quindi stupido e falso sostenere che la prescrizione di 5 anni doveva valere dal 2010.
Il Parco aveva tuttavia capito che con l’Amministrazione Vigorelli la musica era cambiata. E così, per cercare di addolcire la pillola, nel 2012 il Parco ha dato al Comune circa 50.000 euro di arretrati dell’affitto di Zannone e ha promosso a Ponza un corso per “guide turistiche” nel Parco.
Poi più nulla.

Solo nel gennaio 2015 il Ministero dell’Ambiente ha posto fine alla gestione commissariale di Gaetano Benedetto, ha nominato il nuovo Direttivo, e Vigorelli è entrato a farne parte.

Alla prima riunione del Direttivo, Vigorelli ha posto la questione di Zannone. O il Parco dimostra con i fatti che vuole valorizzare Zannone, oppure Ponza sceglierà di chiudere i rapporti con il Parco.

Il 4 settembre 2015, si è tenuta una riunione del Direttivo del Parco a Ponza. In quella sede il Sindaco Vigorelli ha consegnato al Direttivo al completo una documentazione fotografica della Villa comunale fatiscente e delle discariche a cielo aperto presenti sull’isola di Zannone.

“Volete fare qualcosa o insistere nel non fare nulla?”. “Faremo”, hanno assicurato il presidente (che conosceva il degrado di Zannone) e i membri del Direttivo del Parco (che nulla sapevano ed erano rimasti allibiti).
Nessun atto concreto è seguito.

Nel febbraio del 2016, il Sindaco Vigorelli si è incontrato con il Ministro dell’Ambiente, On. Galletti, consegnandogli un corposo dossier sul degrado della Villa e dell’isola di Zannone.

Il Ministro ha convocato il presidente del Parco per una lavata di testa. E il Ministero ha poi suggerito al Comune di Ponza l’eventualità di predisporre l’iter per l’uscita di Zannone dal Parco.

Nel luglio e nel novembre del 2016, il Sindaco Vigorelli ha presentato denuncia/querela alla Procura di Cassino, documentando il degrado sia a Zannone sia nella foresta demaniale del Parco sulla terraferma. Nessuno ha mai saputo l’esito delle denunce.

Nel frattempo il Sindaco Vigorelli ha sempre votato contro il bilancio del Parco, e ha poi impedito che il Parco scaricasse sul Comune di Ponza la responsabilità e l’onere economico di “ripulire” le discariche a cielo aperto presenti a Zannone.

Si è anche opposto allo sterminio dei pochi mufloni rimasti sull’isola, come prevedeva di fare il Parco (e come lo prevede oggi anche per i daini nella foresta demaniale).

A dicembre 2016, dopo una lunga trattativa con la Regione Lazio, il Sindaco Vigorelli ha ottenuto per Zannone, Ponza e Palmarola, la cancellazione di alcuni obblighi derivanti dalla direttiva europea “Natura 2000”, quali i divieti di ormeggio, la regolamentazione dei flussi turistici e della pesca professionale e sportiva.

Ha così sottratto le nostre isole dalle grinfie di un falso ecologismo, che avrebbe distrutto lo sviluppo turistico e la pesca.
Infine, nel marzo 2017, a conclusione di questo iter politico, il Consiglio Comunale di Ponza ha votato all’unanimità una corposa e documentata delibera che revocava la decisione di fine 1979 di adesione al Parco del Circeo e decideva altresì di adire giudiziariamente per i danni erariali e patrimoniali che il Parco aveva inflitto al Comune di Ponza e ai Ponzesi.

Tre mesi dopo, nel giugno 2017 è arrivata l’attuale amministrazione di incapaci, che ha ricominciato a bussare alla porta del Parco chiedendo l’elemosina e ha concluso le sue genuflessioni con la firma del nuovo Protocollo d’intesa con il Parco, a dicembre di questo orribile anno 2020.

Invece di portare avanti la denuncia per il danno erariale e per l’uscita dal Parco, l’attuale amministrazione ha firmato che il contenzioso era risolto con 375.000 euro, rateizzati in quattro anni.
Un capolavoro di ignominia.
LA CONTINUITA’ E L’UNITA’ AMMINISTRATIVA
E’ l’ultimo punto in replica alle sciocchezze del “comunicatore” ventriloquo di Mimma Califano e del Comune di Ponza.

La continuità e l’unità amministrativa è un principio universale del diritto, sancito dall’art. 97 della Costituzione e disciplinato anche dalla legge 241 del 1990.
Il “comunicatore” e Mimma devono studiare un po’ di più.

Senza far digerire a loro alcune paginate di diritto amministrativo, rilevo semplicemente che la “continuità” esclude la “caducità” (decadenza e/o nullità) degli atti, perché la funzione dell’Amministrazione Pubblica è “servente”, è al servizio nei confronti delle Istituzioni e dei Cittadini.
Se non fosse così, tutta l’organizzazione dello Stato andrebbe a catafascio.

E’ quindi una balla sostenere che, poiché dal 2005 c’è l’Ente Parco Nazionale del Circeo, mentre prima (dal 1934) c’era il Parco del Circeo, non ci sia una continuità e unità amministrativa.

Del resto, basta pensare che entrambi i soggetti (Parco ed Ente Parco) hanno governato e governano sullo stesso territorio e sugli stessi beni, e con gli stessi compiti stabiliti per entrambi dalle leggi italiane e comunitarie.

CONCLUSIONE
Comprendo che Mimma Califano, il Comune e il suo “comunicatore”, provino vergogna per quello che hanno detto e fatto, e cerchino disperatamente di raffazzonare giustificazioni arrampicandosi sugli specchi.

Ma si sbagliano alla grande se pensano che, andando in giro con la mascherina, non si faranno riconoscere dai Ponzesi come coloro che hanno svenduto Zannone al Parco del Circeo.

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