di Rita Bosso
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Franco Schiano pubblica un documento straordinario: l’elenco dei soci della Società Cooperativa di Mutuo Soccorso Duca degli Abruzzi.
Impossibile non fiondarsi nelle otto pagine. Scorriamo dapprima velocemente le righe vergate in elegante corsivo – ai tempi la parola disgrafia non esisteva-; poi, verificato che il nonno o il bisnonno compaiono in elenco, si procede alla rilettura, alla congettura, alla riflessione.
È venerdì 23 febbraio 1912; 170 uomini di Ponza costituiscono una società cooperativa. Il documento, inviato alla prefettura di Caserta, è protocollato il 29 febbraio. Venerdì di un anno bisesto, ma evidentemente gli avi non sono superstiziosi.
La scelta del nome da dare alla società trova tutti d’accordo: Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi, è ammiraglio, esploratore, alpinista, gode di stima e di ammirazione ovunque.
Ogni socio della cooperativa deve indicare professione, arte o mestiere. L’estensore dell’elenco usa spesso un simbolo che ho inteso come “vedi sopra”: compaiono pescatori (16%), marittimi (8%), marinari (29%), braccianti (33%), contadini (4%). Si contano inoltre 8 commercianti, 4 fabbricatori, 5 artigiani (due calzolai, un orefice, un falegname, un fabbro), uno spedizioniere marittimo, un venditore di tessuti. Suppongo che ciascun socio abbia dichiarato una tra le tante attività che abitualmente svolge, ovvero l’attività prevalente: si sa che il pescatore è anche contadino, il bracciante passa dai campi al cantiere edile, secondo necessità.
Ogni socio dichiara cognome, nome e paternità; su poco meno di 340 nomi maschili (c’è qualche figlio di ignoto), il nome del santo patrono compare solo 30 volte.
Alcuni cognomi sono oggi estinti.
Francesco Bosso, calzolaio, socio e consigliere della cooperativa
Francesco, il mio bisnonno, ha indossato la giacca buona di velluto, ha chiuso la bottega da calzolaio ed è andato a sottoscrivere l’adesione alla Cooperativa nascente; crede a tal punto nell’iniziativa da voler ricoprire anche il ruolo di consigliere. Nonno Francesco ha 14 figli, l’idea che in caso di necessità possano contare su qualche forma di assistenza lo rincuora.