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Jane carissima,
mi trovo seduta davanti la mia piccola scrivania e pensandoti, ho avuto voglia di scriverti. Di fronte a me, a farmi luce e ombra ho una finestra che si affaccia su una stradina dove passano persone che conosco e che abitano nei paraggi di questa mia casetta in collina. Spesso interagisco con i miei vicini, facendo lunghe passeggiate e scambiandoci le visite per sorseggiare insieme un the o un caffè. Il mio piccolo giardino è pieno di rose di ogni colore e nell’angolo c’è un arco in ferro battuto, interamente coperto da roselline bianche selvatiche.
Non posso non pensare al tuo cottage di Chawton e a tutta l’Inghilterra che ti ha vista sempre lì a visitarla in lungo e in largo con la tua carrozza e i tuoi familiari.
Un po’ ci somigliamo in questo “partire e ritornare”. Finora sono stata una viaggiatrice “limitata”, nel senso che conosco la mia Italia, ma poco, oltre i suoi confini.
Quando ho voglia di volare, scendo giù dalla collina per arrivare fino al mare che placa i miei pensieri inquieti e mi sovviene la tua Hampshire, sommersa dal verde e dai cieli sempre sorprendenti.
C’è stato un momento, nella mia vita in cui ti ho sentita molto vicina. I personaggi dei tuoi libri erano diventati, per me, degli amici speciali e mi sembrava facessero parte della mia cerchia di amici. Rivedevo in Giorgio e Lorenzo i tuoi Benneth e Thorpe e le mie amiche nelle ladies.
Il desiderio di conoscerti a fondo, è arrivato con la nebbia… Sì, la stessa che copriva i tuoi paesaggi, a volte.
Era una domenica piovosa e autunnale e avevo invitato alcune amiche che condividevano con me l’amore per tutte le cose che piacevano a te. Elisabetta portò la zuppa inglese e Chiara una confezione di the dalle fragranze diverse. Elisabetta, che possedeva una casa in Inghilterra, ci raccontò di questo paese mostrandoci foto e parlandoci di piante curative e di fiori.
Insieme abbiamo ricordato i tuoi romanzi e la tua vita. Essa ti ha vista protagonista assoluta perché hai preferito rimanere nella tua condizione di donna libera da legami amorosi e fedele a se stessa. Non era una cosa da poco conto, in quei tempi!
Eppure, in questa scelta così razionale e determinata, non hai dimenticato il tuo romanticismo che ho sempre ritrovato nei tanti personaggi che tu hai così ben presentato nei tuoi racconti.
In Emma, in Persuasione, in Orgoglio e pregiudizio, in Ragione e sentimento, in Mansfield park… c’è tutto il suggestivo mistero del “non detto” che però si lascia immaginare. Il tuo parlare, la tua ironia, e il tuo “apparente giudicare” non è mai stato un intervento censorio né pregiudizievole nei confronti delle diverse ladies. In qualche modo le hai sempre salvate.
Difficile ai tempi di oggi, credi a me cara Jane! Trovare donne che facciano scudo insieme, è cosa ardua!
In quel pomeriggio autunnale, comunque, ti abbiamo immaginata in ogni situazione e in ogni situazione; mi sarebbe tanto piaciuto essere presente per ascoltarti mentre suonavi il pianoforte, per ricamare insieme una tovaglia a punto a croce (…sono brava anche io!) per ridere della goffaggine di certi uomini, per gustare il the nella belle tazze di porcellana a fiori o semplicemente… per guardare la nebbia che si dileguava piano piano o per passeggiare in silenzio pensando alle stesse cose… sono certa, che questa complicità ci avrebbe legate così come lega le donne che non hanno il cuore predisposto all’invidia.
Ci siamo raccontate le nostre storie e le nostre debolezze e la vita che, per nessuna di noi, è stata la vita che avremmo voluto vivere. Perché noi donne siamo sempre troppo avanti, oltre quei ricami in cui riuscivamo a cogliere i fiori del giardino per portarli in tavola… oltre quelle melodie che ci facevano scalpitare sui tuoi immensi prati verdi fin sulle scogliere… oltre quegli amori non corrisposti e quindi non afferrati e pertanto destinati a diventare eterni.
Io e te lo sappiamo, cara Jane, di quanto amore siamo capaci di dare anche senza un “te”. Avremmo voluto tutte un bel Capitano che ci scrivesse “…io sono tra l’agonia e la speranza” come gli fai scrivere nella lettera d’amore ad Anne, in Persuasione.
C’è sempre tanto di noi in ciò che scriviamo. Leggerti è stato come starti accanto e ancora adesso che conosco tutti i tuoi personaggi e le loro vicissitudini, mi piace ogni tanto rileggere qualche capitolo, così che la memoria ti renda immortale.
Quasi sempre ti incontro in Elisabeth Bennet. Tu hai detto che non avresti mai tollerato coloro a cui lei non piacesse.
Credo che Elisabeth sia proprio tu, graziosa e ironica e con la determinazione di una donna consapevole che la vita va presa così com’è, perché la vita è semplice così come l’amore. Questa dovrebbe essere la vera rivoluzione!
Grazie Jane. Avremmo voluto una casa tutta per noi, io e le mie amiche, per presentarti ad altre giovani donne, per riempire quei vuoti esistenziali che spesso colpiscono alle spalle. Una piccola casa dove riunirci per leggere e per parlare di te, della letteratura e della poesia durante un ricamo a punto croce e con un sottofondo musicale che potesse accompagnare i nostri sogni.
Sai? Son tempi duri quelli che stiamo vivendo attualmente. I sogni oscillano tra speranza e delusione, ma ci sono. E in attesa di tempi migliori per farne un progetto, sono andata a rovistare tra i miei libri in cerca di qualcosa che potesse distrarmi da un po’ di solitudine.
Ho trovato questa lettera non terminata per te, cara Jane, e mi è sembrato giusto terminarla.
Volevo dirti che, in altri tempi, mi son perduta dentro il tuo romanticismo ed è stato un bel tratto di vita, semplice, puro e senza altre domande se non quelle d’amore.
Sistemo i tuoi libri in una nicchia riservata solo a te e comincio a sbrigare altra posta…
Gabriella
Post-fazione dell’Autrice
Mi ritrovo diverse lettere indirizzate a scrittori, eroine, amici… Questa è una lettera indirizzata a Jane Austen. Molti dei suoi libri li ho letti e molti dei film a lei dedicati li ho visti. Ciò che la riguarda fa parte di un lato romantico di me, molto intenso quando ero una giovane donna… tenero, ora che la gioventù me la ricordo soltanto.
Appendice (a cura della Redazione)
Le immagini annesse all’articolo (a cura dalla Redazione), sono tratte dal film Ragione e sentimento (Sense and Sensibility) – dall’omonimo romanzo di Jane Austen. Film del 1995, diretto da Ang Lee, con Kate Winslet, Alan Rickman, Emma Thompson (anche sceneggiatrice), Hugh Grant e Robert Hardy. Vincitore del Golden Globe come miglior film drammatico del 1995 e l’Orso d’Oro al Festival di Berlino del 1996. Il film vince inoltre il Premio Oscar per la migliore sceneggiatura non originale nel 1996 (a Emma Thompson).
I migliori film tratti dai romanzi di Jane Austen
Mario Narducci
6 Dicembre 2020 at 12:22
Gli epistolari sono sempre stati un genere letterario affascinante perché permettono di conoscere maggiormente la parte più intima degli autori.
Per lo più essi riguardano la corrispondenza tra contemporanei, più raramente lettere immaginarie a personaggi del passato. Ci fu un Papa, Giovanni Paolo I, che da Patriarca di Venezia, scrisse una serie di lettere a personaggi illustri del passato, poi raccolte in un unico volume di enorme successo.
La lettera Cara Jane, si pone su questa scia, ha il cuore e lo sguardo della donna che mai rinuncia alla sua femminilità, al suo tocco di romanticismo che è un po’ il sale di questa scrittura.
Due cose in particolare mi hanno colpito in questa lettera che non rinuncia alla bella scrittura, ma che anzi la esalta con la sua apparente semplicità, propria del genere epistolare: la dichiarazione di piena solidarietà con le donne, anche quelle che non la meriterebbero e il richiamo, estremamente poetico, dell’arte del ricamo, sempre più rara, che permette di portare in tavola, con la tovaglia, i fiori del giardino, immagine questa splendida e ineguagliabile dell’animo femminile.
Questa lettera è bella, importante e viva e spero che l’autrice possa raccogliere le sue lettere in un volume per permettere a molti di stabilire rapporti di predilezione con personaggi importanti del passato. Grazie.