di Sandro Vitiello
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Tra qualche giorno alcuni, quelli che hanno memoria di un tempo non troppo lontano, ricorderanno il tragico terremoto che distrusse tanti paesini dell’Irpinia, a fine novembre 1980.
Sono passati quaranta anni e alcune ferite rimangono ancora aperte.
Io, come tanti altri, accorremmo da ogni parte d’Italia a portare un aiuto a chi non aveva più nulla; neanche la forza di tirare fuori dalle macerie i propri cari.
Assistemmo ad una devastazione inimmaginabile così come scoprimmo in prima persona il significato della solidarietà.
C’era da salvare vite che chiedevano aiuto, da sotto alle macerie della propria abitazione.
C’era da confortare chi aveva perduto persone amate, c’era da mettere in mano a chi non voleva più vivere un piatto di cibo.
Si fece tutto questo e molto altro.
Fu una lezione di vita per quanti andarono in quei luoghi, in quei giorni drammatici.
Domani – venerdì 20 – la Rai dedicherà, all’interno della trasmissione GEO un ampio servizio dedicato a quel triste evento.
La regia è di Salvatore Braca che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare per i suoi lavori a Ponza e Ventotene.
Buona visione.
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Appendice del 20 novembre (Cfr. Commento a cura della Redazione)
Stefano Testa. LT Oggi 20 nov. 2020. Il terremoto dell’Irpinia
La Redazione
20 Novembre 2020 at 05:52
23 novembre 1980: l’inferno
Per commemorare adeguatamente il quarantennale di questa dolorosa ricorrenza, Donzelli Editore ha appena pubblicato un saggio a firma di Toni Ricciardi, Generoso Picone e Luigi Fiorentino, intitolato “Il terremoto dell’Irpinia”, che è “cronaca, storia e memoria dell’evento più catastrofico dell’Italia Repubblicana”.
La lettura del libro chiarisce molti aspetti di quell’immane tragedia ed aiuta a comprendere meglio perché quel sisma, più di molti altri, ebbe effetti così devastanti sul tessuto economico, politico e sociale del nostro paese.
Riportiamo la scheda di Stefano Testa sul libro, dalla pagina odierna di Latina Oggi.
File .pdf e foto nell’articolo di base