di Luisa Guarino
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Inviata dal regista Giuseppe Tornatore, la troupe della “Piano B Produzioni” ha trascorso tutta la giornata odierna nel capoluogo pontino a riprendere i preziosi manoscritti che testimoniano il legame profondo tra il compositore Goffredo Petrassi ed Ennio Morricone, conservati presso la Fondazione Campus Internazionale di Musica di Latina. Nel Fondo archivistico, intitolato allo stesso Petrassi, sono raccolti manoscritti musicali e il suo epistolario. Il materiale verrà utilizzato per il documentario “Ennio, un maestro” che Tornatore sta girando sul grande compositore scomparso lo scorso mese di luglio, a cui era legato da profonda amicizia: a sua volta, Petrassi era stato maestro di composizione di Morricone. “Le Sue parole sono per me un seme che darà frutti”: così scriveva Ennio Morricone al suo maestro nel 1957 in una delle due lettere manoscritte conservate nell’Istituto di Latina. Per lui sono gli anni di avvio di carriera, con i primi arrangiamenti di musica leggera e le collaborazioni in Rai. Quello che sarebbe diventato il più noto compositore di colonne sonore del cinema italiano e non solo, si era diplomato in composizione tre anni prima al Conservatorio di Santa Cecilia, proprio nella classe di Petrassi. Ma il suo legame con la composizione di musica classica non verrà mai interrotto, nel corso della sua lunga vita.
La troupe di Tornatore all’Archivio del Campus di Musica di Latina
Produsse infatti un importante numero di lavori di musica “assoluta” e partecipò come trombettista dal 1964 al 1980 all’esperienza del Ginc, Gruppo di improvvisazione nuova consonanza, formazione d’avanguardia che si dedicò alla sperimentazione all’improvvisazione. Fra i documenti che hanno interessato Tornatore anche una serie di manoscritti riguardanti appunti, revisioni e stesura di opere di Petrassi degli anni Cinquanta, nel periodo in cui Morricone fu suo allievo al Conservatorio di Roma, fra cui l’opera “Il Cordovano” del 1958 e il “Quinto Concerto per orchestra” del 1955.