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La mattina apro gli occhi e… no, non ti penso. Non connetto almeno per un’ora buona.
Agguanto il telefono e – sveglia apparente – scorro posta e messaggi.
Pendo sulla scala di ghisa e approdo al primo caffè.
Da un paio di giorni qualcosa ha interrotto la mia abituale meccanicità. Apro gli occhi e sento un canto melodioso che torna – mattina dopo mattina – prima che sia giorno pieno.
Non bramo più il primo caffè, i messaggi possono aspettare. Esco e godo della presenza canora di un passero solitario maschio, che triangola tra il mio balcone e altre due case. Per riconoscerlo ho avuto bisogno del supporto, sempre disponibile e prezioso, di Gaia De Luca che – con appassionata pazienza – mi insegna a riconoscere via via uccelli e insetti, specialmente le farfalle che, nella mia personale catalogazione, rientrano nell’insieme: grandi passioni. Ma dai, davvero non l’avreste mai detto?!
A tale proposito, vorrei rassicurare chi potrebbe sentirsi “minacciato” dal mio ossessivo uso della macchina fotografica: se non avete almeno un paio d’ali non vi punto nemmeno!
Chi è il passero solitario?
Presenta una corporatura molto snella ed elegante, è lungo circa 20 cm, pesa 23 gr e il colore del suo piumaggio differisce in base al sesso. Il maschio presenta una colorazione blu scura, con ali e coda di una tonalità di blu ancora più scura rispetto al resto del corpo, mentre la femmina è di colore marrone con sfumature bluastre sulla schiena, mentre il resto del corpo è di colore marrone (si alternano zone più scure e zone più chiare di marrone). Possiede una coda molto lunga, delle ali corte e di forma quadrata, un becco conico e ricurvo, delle zampe lunghe ed è molto veloce sia nella corsa che nel volo.
Il passero solitario è diffuso principalmente in Europa, Asia e Africa; nel nostro Paese è possibile vederlo quasi ovunque, tranne nella pianura Padana, dove è molto difficile avvistarlo. Risiede stabilmente vicino pareti rocciose, in zone di montagna con poca vegetazione e in luoghi vicino a fiumi e dirupi molto profondi, non disdegna anche appollaiarsi su comignoli, bastioni e campanili. Non ama la compagnia di altri uccelli, infatti come dice anche il suo nome, è un esemplare che ama la solitudine. (fonte: Mille Animali)
‘Passero solitario’ non vi fa ricordare la scuola, la poesia… Leopardi?!
Il passero solitario
D’in su la vetta della torre antica,
passero solitario, alla campagna
cantando vai finché non more il giorno;
ed erra l’armonia per questa valle.
Primavera d’intorno
brilla nell’aria, e per li campi esulta,
sí ch’a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
gli altri augelli contenti, a gara insieme
per lo libero ciel fan mille giri,
pur festeggiando il lor tempo migliore:
tu pensoso in disparte il tutto miri;
non compagni, non voli,
non ti cal d’allegria, schivi gli spassi;
canti, e cosí trapassi
dell’anno e di tua vita il piú bel fiore.
[Giacomo Leopardi, Canti, 1835]
Quanto ti ho amato da ragazza – Giacomino mio – non sai, ma il canto del solitario alla finestra mi rallegra ‘l cor, ti confesso e mi fa alzare di buon umore.
No, non ho dimenticato Pascoli:
Il passero solitario
Tu nella torre avita,
passero solitario,
tenti la tua tastiera,
come nel santuario
monaca prigioniera
l’organo, a fior di dita;
che pallida, fugace,
stupì tre note, chiuse
nell’organo, tre sole,
in un istante effuse,
tre come tre parole
ch’ella ha sepolte, in pace.
Da un ermo santuario
che sa di morto incenso
nelle grandi arche vuote,
di tra un silenzio immenso
mandi le tue tre note,
spirito solitario.
[Giovanni Pascoli, Myricae (*) – con Il passero solitario – ed. 1911]
In fondo lo capisco il passero solitario, che scansa un po’ tutti, non porta altrui colore e se ne sta per conto proprio, un po’ orso, un po’ asociale… non è detto che sia triste.
(*) – Myricae è la prima raccolta di Giovanni Pascoli e viene pubblicata nel 1891, in un’edizione comprendente solo 22 componimenti. Successivamente, il poeta interverrà spesso per rimaneggiare e modificare il testo, che nel 1911 giungerà a raccogliere complessivamente ben 156 poesie (fonte: library.weschool).
(**) – Il verso del passero solitario:
Sandro Russo
6 Ottobre 2020 at 20:02
Devo confessare la mia ignoranza ornitologica. Conoscevo Il passero solitario di Leopardi (non quello di Pascoli), ma ho sempre pensato che l’uccello della metafora poetica fosse un passero normale (Passer domesticus), “solitario” perché stava da solo (!). Il che con il dolente poeta ci stava! Mai avrei pensato a un uccello di tutt’altro genere e specie (Monticola solitarius).
D’altra parte le sorprese sono infinite, nel mondo dei passeri. Vogliamo parlare della Passera scopaiola (Prunella modularis) resa famosa dalle stripes di Lupo Alberto?
La Redazione
8 Ottobre 2020 at 06:52
In fondo all’articolo di Silveria è stato aggiunto il verso del passero solitario, inviato stamattina dall’autrice