di Rosanna Conte
A differenza di quanto scritto da Franco De Luca, voglio esprimere il mio parere sul referendum per oppormi non a questo sistema politico, ma a questi politici.
Sono le persone che fanno le istituzioni e sono i politici che abbiamo scelto negli ultimi decenni che hanno deteriorato il sistema nel suo complesso con leggi e leggine elettorali fatte secondo le necessità del momento, e con comportamenti ai limiti del disprezzo delle istituzioni.
È perciò facile pensare che possiamo tagliarne il numero senza intaccare nulla e facendo risparmiare le casse dello Stato. Ma non è così.
Intanto si risparmia molto di più tagliando i loro benefit e rimodulandone i compensi e le ricadute su liquidazioni e pensioni. Poi c’è da considerare che il loro numero, sebbene possa essere variato, deve essere inserito in un contesto equilibrato che non infici il funzionamento della nostra democrazia.
È vero che, già da tempo, avvertiamo nel nostro paese una perdita di democraticità, ma non possiamo in maniera semplicistica pensare che diminuire il numero dei politici non aggravi la situazione, tanto peggio di così….
E no, io non posso accettare che, nel disastro della rappresentatività attuale, mi venga propinato un taglio lineare dei parlamentari, come panacea dei nostri mali. E’ un modo demagogico di affrontare il problema. Senza nessuna revisione di attribuzione compiti delle Camere, né della legge elettorale con un marcato ridisegno dei collegi elettorali per rendere proporzionale e più vicina agli elettori la rappresentanza, non serve a nulla diminuirne il numero.
Se si vuole combattere la partitocrazia non è sufficiente tagliare il numero degli eletti perché anzi, il minor numero di persone da scegliere e mantenere fedeli rafforza il potere dei capi partito.
E’ dando la possibilità agli elettori di scegliere chi mandare in parlamento che invece i partiti possono perdere quella incrostazione che crea il distacco fra istituzioni e cittadini. E’ per questo che vanno riformate prima le circoscrizioni elettorali entro le quali la compilazione delle liste deve essere ampia in modo da dare le maggiori possibilità all’elettore di scegliere con un sistema proporzionale quelli che a suo parere lo possono rappresentare meglio e sono di fidata onestà.
Oggi ci viene chiesto di approvare un taglio che rimane nel vuoto. Sì, c’è la promessa di proseguire per giungere ad una riforma armonica, ma senza nessuna garanzia e, principalmente, senza alcun riferimento concreto alla qualità del futuro intervento e alla sua ampiezza.
No, non posso fidarmi di persone che cominciano una riforma da quello che potrebbe essere il passo finale e che sbandierano come uno specchietto per le allodole l’idea seducente, ma illusoria, del grande risparmio annuale che in realtà tale non è.
Non mi fido e sono stanca di riforme fatte attraverso parziali interventi che rovinano il tutto e complicano di più le cose.
Sarà un’utopia la mia, ma aspetto un intervento serio che recuperi modalità di esercizio della democrazia guardando al vero spirito della nostra Costituzione che poneva alla base delle dinamiche istituzionali la rappresentanza del cittadino elettore.
E’ per questo che voto no.
Sandro Russo (segnalato da-)
18 Settembre 2020 at 13:08
Segnalato da Sandro Russo
Referendum, il video di Don Ciotti per il No spopola sui social
(da fortebraccionews – News – 17 settembre 2020)
In poco più di due minuti, Don Luigi Ciotti, spiega magistralmente le ragioni per cui voterà no al referendum del 20-21 settembre per il taglio del Parlamento. E il video, rilanciato dalla pagina “Noi che voteremo no al referendum costituzionale” diventa subito virale sui social. Decine di migliaia di visualizzazioni per il presidente di Libera e icona dell’antimafia sociale: “Una casa si costruisce dalle fondamenta e non dal tetto”, dice Don Ciotti, paventando il rischio di degrado “della nostra democrazia in oligarchia”. Un duro atto di accusa contro il populismo che “è una sete di potere mascherato, un servirsi del popolo facendo finta di servirlo”. Un po’ di senso in tutto questo rumore di fondo.
Il video