di Francesco De Luca
Non voglio persuadere nessuno, esprimo solamente il mio parere per sentirmene fiero. E dunque non ho bisogno di fare discorsi con argomenti di giurisprudenza.
Nella grande organizzazione politica di uno stato democratico ad alto tasso di corruzione, di confusione, di superficialità, come è l’ Italia attualmente, valgo come attore economico (produco, consumo, pago le tasse), come attore politico (voto).
Questa seconda condizione si magnifica nel referendum, proprio perché è netto (SI – NO), è immediato.
Come posso gratificare al massimo la mia volontà di opposizione a questo sistema politico che ha partiti lontani dalla realtà degli elettori, tant’è che ogni giorno la magistratura scova ladri e truffatori? E non nel settore sociale che deve lottare ogni giorno per la pagnotta, no, ma proprio presso quelli che detengono il potere decisionale dello Stato (parlamentari e affini).
Posso gratificarmi soltanto esprimendo il disprezzo per chi detiene il potere, scegliendo le strade che inducano a mutare lo status quo della legge elettorale, della formazione delle commissioni parlamentari, e tentare di portare più qualità al Parlamento.
Voto SI per sentirmi elettore con potere di mutamento. Voto SI per sentirmi appagato.