di Francesco De Luca
Non farò la cronaca della mattinata trascorsa al Fieno il 14 settembre . E’ così ricca di spunti piacevoli che dovrebbe essere scritta in dialetto. Ma poi … la lettura è difficile, nella traduzione si perde il senso ironico… insomma no… faccio un resoconto, spero, interessante.
A partire da taluni personaggi, ossia persone dotate di tanto carisma.
Liberato
(foto di Paolo Costa tratta dal suo libro “La vite è bella”)
Il primo à Libberato. Curvo dall’artrosi e dal lavoro ma… l’unico che parla e a cui si ubbidisce. Silenzioso, fattivo, sornione: Nonno, padre, amico.
A parlare di Liberato e non accennare al suo vino si commette peccato, ma lo farò tra poco, se sarete comprensivi.
L’altro personaggio è Antonietta, la padrona di casa. Sollecita, attenta, sembra non esserci e invece… è preziosa nell’aia, nel disbrigo delle faccende, in cucina. Dove prepara, insieme alle amiche, le portate che dovranno essere offerte ai lavoranti.
Ma, in buona pace… si lavora o si mangia? A costa di improperi, io ci sono stato, embé… fondamentalmente si mangia. Poche ore di lavoro eppoi… ‘a marenna. Qualcuno interviene: “ma qui ci sono pochi filari ancora… finiamo… e poi mangiamo”. Macché… Libberato se non ci accomodiamo tutti p’a marenna fa ‘u pazzo. E allora tutti, ubbidienti, ci sistemiamo al grande tavolo imbandito. Quanti ne siamo? Sembravamo pochi ma al tavolo siamo una trentina. ‘A faccia d’ iatta… quando si tratta di mangiare le persone aumentano. Insalata, patate, olive: il pasto d’ a marenna è quello classico, non muta negli anni.
E il vino ? Liberato quest’anno ha messo a disposizione un vino bianco, di tutto rispetto. Ma c’è sempre qualche rompiscatole, tipo Franco, che si lamenta… vuole il vino rosso. Giovanni ‘i Matrone, altro personaggio immancabile, per tacitare il mugugno va dentro e ne esce con un bicchiere di rosso. Beh … questo è di qualità superiore e fa cantare con maggiore impegno. Senonché la quantità di rosso, in questo momento dell’anno, deve essere limitata e si preferisce tenerlo da conto, per loro, estimatori del nettare d’uva e non sprecarlo con noi, passanti di poca fatica e di molte pretese.
Sprecare il vino? E’ una delle bestemmie più nefaste che si possano profferire al Fieno. Accade, ed è accaduto anche quest’anno, che il bicchiere di vino non venga mai rifiutato. Sia bolognese, o napoletano, signorina o attempato, di poche parole o di molto eloquio, tutti abbiamo bevuto come se fossimo andati lì per una fastosa degustazione. Perché poi c’è stato anche il pranzo. Le donne hanno dato il meglio: pasta al sugo… a quel dio biondo, il coniglio che si scioglieva in bocca, le melanzane… i dolci… tutto buono e di gusto… tutto. Con una compagnia come quella… non si rimane delusi. Come si può non essere toccati dalle spuntature erudite di Salvatore ‘u capitano. Soltanto una cosa riesce a sedare la sua vis polemica e il suo argomentare: il vino.
Vigore e debolezza di Libberato, per noi mezzo e sostanza di spensieratezza.
NdR: “La vite è bella” è un libro fotografico di Paolo Costa dedicato alla vendemmia del Fieno, presentato, in nove puntate, sul sito tra settembre ed ottobre del 2013. Per scorrerne le pagine digitare – La vite è bella – nel riquadro CERCA NEL SITO in Frontespizio