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L’ultima lettera

a cura di Tano Pirrone

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L’ultima lettera di Paolo Vasario (Dario) [*] alla moglie Diana
Da “Lettere di condannati a morte della Resistenza Italiana”

Non volevo mancare nella giornata della ricorrenza del 25 aprile a manifestare anche con un semplice pensiero, un ricordo una data fra le più importanti e significative della nostra fragile Repubblica.
Ho scelto questa brevissima lettera di commiato, che ho trascritto dall’edizione curata da P. Malvezzi e G. Pirelli per la Biblioteca della Resistenza, edita in occasione del 70° anniversario della Liberazione, dal Corriere della Sera.
La mia scelta è stata anche pilotata, dopo aver letto molte delle lettere, dalla professione di Dario, medico condotto, per onorare simbolicamente il sacrificio di tanti sanitari, caduti in prima linea nell’adempimento del loro giuramento, in questi giorni tristi della lotta alla pandemìa di Covid-19.
Una sola nota aggiungo, tratta dalla prefazione di Enzo Enriques Agnoletti:
«Nel dolore, nel distacco, nell’immagine della fine, nell’amore per i famigliari un intellettuale e un contadino o un artigiano sono straordinariamente simili».

 12 luglio 1944

Diana cara,
la vita che doveva cominciare è terminata per me anzitempo. Ma durerà nel ricordo.
Ti amo, Diana. Il tuo compagno se ne va.
Se ne va dopo aver amato libertà, giustizia.
Se ne va dopo aver amato te tanto, tanto.
Ma tu devi vivere. Devi vivere perché questo è il mio ultimo desiderio. Devi vivere e il mio ricordo deve essere un incitamento nella vita.
Non bisogna che tu ne sfugga. Ti sarò comunque vicino, lo so e lo sento. Vicino a te ed a tutte le persone care.
Muoio in piedi.
Sappilo e ricordami così.
Ti amo tanto.
Paolo

[*] – Paolo Vasario (Dario). Di anni 33 – medico condotto – nato a Luserna San Giovanni (Torino) il 4 gennaio 1911. Tenente medico dell’Esercito, è fra i primi organizzatori di formazioni partigiane nella provincia di Torino – medico partigiano nella 105a Brigata Garibaldi “C. Pisacane”, partecipa a numerose azioni armate e tiene il collegamento con il Comitato militare regionale piemontese – catturato una prima volta nel gennaio 1944 e tradotto nel Castello di Moncalieri (Torino) – rilasciato, riprende l’attività partigiana. Catturato una seconda volta il 12 luglio 1944, da militari tedeschi, durante una missione nei dintorni di Cavour (Torino). Processato lo stesso 12 luglio 1944 dal locale comando tedesco. Fucilato alle ore 22 dello stesso giorno sul campo di aviazione di Airasca (Torino).

 

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