di Luigi Pellegrini
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In questo ultimo mese si sta assistendo alla emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale legata al nuovo Coronavirus SARS-Cov-2.
Si assiste quotidianamente alla raccolta dei dati riportati e raccontati minuziosamente dai telegiornali, dai talkshow e da siti d’informazione online. E come se non bastasse si ha anche il conforto di notizie false e fuorvianti.
Un evento questo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito con un neologismo: INFODEMIA ovvero “la circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, spesso non controllate e che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili”.
Pensando di fare cosa gradita, vi suggerisco questi siti, sicuramente autorevoli:
http://www.epicentro.iss.it/coronavirus/
http://ecdc.europa.eu/en/novel-coronavirus-china
http://who.int/health-topics/coronavirus
Cliccare per ingrandire
Naturalmente si parla di una situazione che è in continua evoluzione; particolarmente rapida tanto che le informazioni che apprendiamo sono in continuo e costante aggiornamento.
Quindi si raccomanda, per tenersi aggiornati, di fare riferimento ai siti ufficiali del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dell’European Center for Disease Control (ECDC) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Bufale in giro ce ne sono tipo quella secondo cui radersi la barba protegge dal Coronavirus, bere molta acqua evita il contagio dal Coronavirus, le mascherine da sole non proteggono dal Coronavirus e su questo punto l’Oms ha suggerito che le maschere dovrebbero essere indossate da coloro che mostrano sintomi di tosse e difficoltà respiratorie, in modo da non diffondere la malattia ad altri.
In ultimo le frottole riguardanti false dichiarazioni di falsi medici che allarmano, tramite WhatsApp, su potenziali origini fantapolitiche della disseminazione del virus o su vaccini imminenti. E’ di oggi quella secondo cui il virus è stato inventato cinque anni fa in un laboratorio cinese.
L’inondazione di queste false notizie unitamente allo stress derivante dalla paura e dallo stato di profonda prostrazione, scaturito dall’osservanza dei decreti ministeriali, la coercizione alla solitudine se non per l’ora d’aria come ai carcerati, l’abbandono in cui molti si sentono precipitare, sono probabili foriere di altre disgrazie.
L’indignazione di taluni, a seguito dei sopra citati avvenimenti, e la volontà di guardare oltre, hanno determinato una reazione che è sintetizzata in una sola espressione:
IMPEGNO A RIMEDIARE (Tiramm’annanz’)
Muniti di una dose abbondante di resilienza dobbiamo affrontare il rischio di una stagione estiva che oserei definire drammatica ancor di più se si pensa che da questi postumi ne conseguirà un inverno angosciante.
Realisticamente è vero che non tutto si può prevedere, ma il rischio – per quanto si possa e si deve calcolare – spesso è ingrandito da sconsiderate azioni umane. E il rischio dipende non solo dalla percezione che tutti hanno di esso ma dalla volontà “comune” di volerlo affrontare e dall’impegno comune a rimediare.
A questo punto se si considerano queste intenzioni valide e giuste, si dovrà focalizzare l’attenzione nell’individuare una serie di priorità. Personalmente ritengo che a Ponza una delle necessità sia quella di evitare la chiusura delle imprese turistiche con conseguente perdita di posti di lavoro.
La crisi economica non si affronta solo con gli aiuti della Governo, incerti, strenui ed insoddisfacenti.
Ma comunque importanti.
Non dobbiamo sperare nelle promesse del politico di turno, tantomeno nelle singole iniziative individuali.
E’ un dato di fatto che per il 2020 c’è da aspettarsi una caduta significativa del PIL (prodotto interno lordo) che nelle più rosee aspettative è stimato tra meno 5 e meno 7%.
Ne deriva che ci saranno conseguenze serie sul tenore di vita di tutti noi e ognuno di noi ne subirà la sua parte di conseguenze.
Ben vengano quindi i suggerimenti da qualsiasi parte essi arrivano; l’importante è farci trovare pronti una volta che la crisi sanitaria sarà passata.
E quale miglior occasione per dimostrare a tutti che possiamo farcela anche da soli?
Il bene più prezioso per la nostra comunità è rappresentato dalle molteplici attività legate al turismo, alla pesca, all’edilizia.
E’ interesse comune che il lavoro dei ponzesi possa continuare dopo questo orribile periodo.
Dovremo essere capaci di prefigurare un pacchetto di iniziative che coinvolgono l’amministrazione comunale, l’imprenditoria locale e le sue associazioni, i proprietari degli immobili coinvolti nelle attività imprenditoriali, ricettive e commerciali, le istituzioni regionali e nazionali.
Sarà interesse di tutti permettere a quanti verranno penalizzati – soprattutto ai nostri compaesani – di riuscire a superare questo difficile periodo.
Perché in tempi come quello che stiamo vivendo non ci sono certezze a cui aggrapparsi e non c’è niente di peggio che pensare alla nostra isola diventata terra di saccheggio da parte di chi verrà da fuori a prendersi per quattro soldi attività che sono costate sudore e sangue a chi le ha portate avanti, anche da generazioni.
C’è bisogno del contributo di tutti, soprattutto di chi sarà in grado di vedere un po’ di luce alla fine di questo oscuro tunnel in cui ci siamo infilati.
C’è bisogno di esperti che sappiano interpretare correttamente i decreti del governo e della comunità europea per intercettare contributi e finanziamenti, c’è bisogno di uomini di buona volontà che possano alleggerire gli oneri locali e spostarli a tempi migliori, che possano trovare una lettura, più adatta a questa situazione, delle leggi che regolano il nostro comune vivere.
C’è bisogno di chi, disinteressatamente, si metta a disposizione della gente di Ponza e dia indicazioni utili per il futuro di noi tutti, per quello dei nostri figli, per la nostra isola.
E’ un augurio, una speranza, un impegno.