Zaia ha dichiarato che farà a tutti il tampone e di cosa pensino gli altri (Governo, Ministero della Salute, Protezione Civile, Comunità Scientifica Nazionale) non glie ne “strafrega” un bel niente. Atteggiamento tracotante, indegno di un Presidente di una Regione come il Veneto, ma purtroppo tra lui, De Luca e qualche altro, ci stiamo abituando a tutto. Questa scuola di pensiero che ha poco a che fare con la scienza e l’equilibrio, si sta diffondendo e, in qualche caso, anche da noi. Cosimo Mitrano, Sindaco di Gaeta, avrebbe acquistato 10 mila tamponi ma non riesce ad usarli perché la Regione non gli darebbe il via libera. Chi sta seguendo i miei scritti mi perdoni se in questa premessa mi concedo un po’ d’ironia ma riprenderò subito la serietà che l’argomento merita. Dunque il Sindaco di Gaeta, al pari di Zaia e De Luca, acquista tamponi a raffica.
Per capire costoro occorre la “Misericordia” che ci raccomanda Papa Francesco, un grande quando dice di essere rimasto colpito dalle affermazioni di Fabio Fazio secondo il quale “chi non paga le tasse non commette solo un reato ma un delitto poiché se mancano posti letto e respiratori è anche colpa sua”.
Ma torniamo al Sindaco di Gaeta che quotidianamente produce “performance” davanti a qualche telecamera compiacente (e deferente). Con l’apparente motivazione di combattere il contagio, in realtà, il suo da fare crea solo confusione e paure irragionevoli. Mitrano aspetta il picco! Di cosa non è dato comprendere: a Gaeta ci sarebbe una sola persona (positiva) in quarantena su 20.361 residenti (Istat 1 gennaio 2020).
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Il guaio più serio è il sovrapporsi alla gestione delle autorità sanitarie ed il conseguente disorientamento dell’opinione pubblica. Quando strepita contro il Governo e la Regione che non gli consentono di utilizzare i 10 mila tamponi (che avrebbe acquistato) sta oggettivamente procurando allarme ed esponendo le altre istituzioni alla critica che non stanno facendo abbastanza contro il corona virus. Vuole restringere i movimenti dei suoi concittadini? Anche quelli che usano il monopattino (sì, dice proprio così) va bene. Intende controllare chi fa jogging, che sia munito di certificato medico? E cosa dovrebbe esserci scritto? Che il tizio non ha il virus oppure trattasi di una prescrizione antidepressiva? Bene, faccia pure ma lasci perdere gli esami coi tamponi poiché non rientrano nelle sue competenze (e nemmeno di Zaia e De Luca). Stanno immettendo sul mercato, oltre a quelli tradizionali, tamponi che addirittura darebbero la risposta in 15 minuti. Questi tamponi pubblicizzati dalla ditta Alpha Pharma (ma altre ditte ne stanno approntando altri) del costo di 25 euro cadauno, sarebbero stati testati in Cina ma la ditta che li produce raccomanda in ogni caso “di farsi guidare da un medico o da un operatore sanitario esperto, specie nella lettura del risultato”.
Immaginate che confusione? E poi nessuno sa quale affidabilità hanno questi tamponi.
Mitrano cita l’Assessore Regionale Alessio D’Amato che dichiara: tamponi, tamponi, tamponi (quelli attualmente in uso). Vuole farli solo ai cittadini di Gaeta (20.361) oppure a tutti i residenti nell’area del golfo (100 mila persone)? E dove li farebbe analizzare visto che nella nostra provincia è solo il laboratorio del Goretti a farlo e con molto impegno? L’appello ai sindaci del golfo a supporto della sua iniziativa non sembra avere successo. La comunità scientifica che supporta il governo, il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, il Ministero della Salute, la Protezione Civile, raccomandano di sottoporre al tampone il personale sanitario che opera contro il virus negli ospedali e nei territorio, e ai casi di sospetta positività. L’analisi indiscriminata non va bene: un tampone negativo oggi, può diventare positivo domani e dunque che si fa? Si ricomincia daccapo come nel gioco dell’oca? E poi c’è l’affidabilità del metodo: i falsi positivi oscillano tra 1 e 4 % dei casi, cioè potrebbero indicare il virus che però non c’è, mentre i falsi negativi nel 10% dei casi potrebbero non indicare il virus che però c’è. Si è chiarito con ogni evidenza che il “fuoco” si spegne stando a casa e, se costretti ad uscire per ragioni di lavoro o approvvigionamento di cibo e farmaci, adottare il distanziamento sociale e cioè stare a debita distanza di un metro, meglio un metro e mezzo direi, dallo starnuto (e chi lo fa dovrebbe avere l’accortezza di pararlo col braccio piegato).
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Dati della Protezione Civile:
Al Nord il fuoco non si spegne, anche se il dato più incoraggiante è l’aumento delle guarigioni pari al 19,69 % del totale dei casi 17.713 (12.266 positivi + 3488 guariti + 1959 deceduti 11,09%). Sebbene la situazione resti drammatica (da ieri ad oggi + 319 deceduti) proseguono l’assistenza ai malati e le azioni di contrasto all’epidemia virale. Cosa accade nel Lazio: a ben vedere luci ed ombre. Rispetto a ieri vi è un incremento di 100 casi e siamo a 650. Roma (e provincia) sale da 486 a 590 (+104) non è chiaro però se in questi numeri sono compresi i pazienti ricoverati negli ospedali romani ma provenienti anche dalle altre provincie del Lazio; Frosinone da 49 a 54 (+5); Latina, da 4 giorni resta stabile a 23 (pazienti positivi a Latina città); Viterbo sale da 31 a 39 (+8); Rieti resta a 12 casi come ieri.
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I dati forniti dall’ASL di Latina indicano:
+ 2 casi a Fondi su 40 casi totali, +1 a Latina su 23 totali. I casi positivi sull’intera provincia sono 113 di cui 55 sono i pazienti ricoverati, 12 i negativizzati, 6 i deceduti. I pazienti attualmente in carico sono 95 di cui 40 sono gestiti in isolamento domiciliare. I pazienti ricoverati sono così distribuiti: 11 allo Spallanzani, 3 in Terapia Intensiva dell’Ospedale Goretti di Latina, 20 in Malattie Infettive sempre del Goretti, 13 in altre Unità Operative sempre del Goretti, 5 in Medicina Intensiva di Formia (in condizioni cliniche non gravi), 3 sono ricoverati in altri ospedali del Lazio. La Rianimazione di Formia non ha pazienti affetti da coronavirus. Le persone che si trovano in isolamento domiciliare sono 2.035. Parallelamente sono 394 le persone che hanno terminato l’isolamento. L’ASL raccomanda di seguire le indicazioni disposte dal Governo e dalla Regione Lazio, evitare di uscire di casa se non per comprovate ragioni, nessun assembramento, distanziamento sociale, lavare le mani. Queste indicazioni rappresentano l’unico modo per evitare la diffusione del contagio che consiste appunto nel ridurre all’essenziale i contatti sociali per tutta la durata dell’emergenza.
Andiamo avanti.