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Ponza non è solo mare; di persone che trafficano con la terra e menano le mani ce ne sono tante ed è a loro che questa notizia può interessare.
Tutti sanno che la durata di vita delle piante è molto variabile; ce ne sono di longeve, che sopravvivono alla durata della vita di un uomo, ed altre che dopo un po’ ci lasciano, per motivi che a volte si capiscono (malattie, siccità, gelo) ma a volte no.
Personalmente ho avuto brutte esperienza con gli albicocchi, le piante di fichi e i ciliegi.
L’occasione per tornare su un argomento già trattato è una recente, importante scoperta effettuata sul Ginkgo (Ginkgo biloba) – sul supplemento Scienze di Repubblica di qualche giorno fa, trovata grazie alla segnalazione di un amico. Su un tema assolutamente attuale: di come le piante affrontano un problema che riguarda tutti gli esseri viventi; quello del tempo che passa.
Del Ginkgo – che non è una pianta mediterranea, tutt’altro – abbiamo già scritto (leggi qui). Proprio a proposito della sua longevità.
L’argomento è stato trattato sul sito in un contesto più generale: “Le piante e il tempo” in tre puntate (finora):
https://www.ponzaracconta.it/2015/11/17/le-piante-e-il-tempo-1/
https://www.ponzaracconta.it/2015/11/23/le-piante-e-il-tempo-2-i-giganti-della-terra/
https://www.ponzaracconta.it/2015/11/25/le-piante-e-il-tempo-3-la-citta-perduta-di-angkor/
Scrivevamo allora (nel 2015):
“Viviamo insieme alle piante da così tanto tempo – come specie umana, intendo – che quasi potremmo pensare a loro come entità conosciute, coabitanti, vicini di casa: quasi da non farci più caso. Non facciamo abbastanza attenzione al loro essere vive in un modo e in una dimensione completamente diversi dal nostro; ai loro bisogni e (travolti da cure più pressanti) alla loro sensibilità”.
Questi articoli – dalle pagine de la Repubblica “Ambiente” del 15 e 23 gennaio scorsi – trattano del modo in cui il ginkgo fronteggia l’invecchiamento.
Sono stati identificati, nello studio cinese riportato, degli specifici geni nel RNA, responsabili dei processi di senescenza cellulare. Studiati rispettivamente nelle foglie e nel tessuto di “cambio” (cribro-vascolare, o di accrescimento dell’albero) questi geni si comportano diversamente: normalmente funzionanti nelle foglie che si accrescono e muoiono seguendo il ritmo stagionale, sono disattivati o “silenziati” nel tessuto del cambio.
Una scoperta molto interessante che spiega come parti diverse dell’albero possono avere un destino biologico-temporale diverso.
Scoperto il segreto del Ginkgo biloba, l’albero che non invecchia mai
Ginkgo biloba. Il bosco degli alberi highlander