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Una canzone per la domenica (70). Un regista e una musica che entrano sotto la pelle

proposto da Sandro Russo

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La doppia vita di Veronica (La Double Vie de Véronique) è un film del 1991 diretto da Krzysztof Kieślowski. Il regista polacco nasce nel 1941 e muore a 55 anni, durante un intervento chirurgico dopo un infarto.

Il gruppo di lavoro dei film di Kieślowski era costituito, oltre che da lui, (fin dagli inizi) dallo sceneggiatore – avvocato polacco Krzysztof Piesiewicz, cui si aggiunse, da Decalogo 9 in poi, il compositore – musicista Zbigniew Preisner
Il compositore Van den Budenmayer, citato nel film, in realtà non esiste: la musica è opera originale di Preisner.
Il nome fittizio di Van den Budenmayer ricorre sia in Decalogo 9 sia in Film blu, e (come citazione) anche in Film Rosso. È una specie di scherzo perseguito fino ad inventarsi le date di nascita e di morte (1752-1793); trasse in inganno anche cultori di musica (il British Music Institute, per esempio) che si lanciarono alla ricerca dello sconosciuto compositore, tanto che Kieślowski e Preistner dovettero faticare non poco per convincerli che si trattava di un’invenzione.

Ma per tornare alla musica e al film:
Un film fatto di sole emozioni – così Kieślowski ha definito La doppia vita di Veronica.
Sensazioni che trascendono il reale e compongono lo spirituale a partire dalle immagini, dai gesti, dai simboli, dai volti, le espressioni, i movimenti, le lacrime. Serve poco la parola. Il suono necessario e sufficiente diventa musica. Una musica che amalgama la struttura narrativa e la dipana sulle note e le parole di un coro. Un coro che torna e ritorna, penetra sotto la pelle e si insinua a lungo nella mente come un’eco oltre lo schermo spento.
Per una recensione più completa consulta il nostro Blog di Cinema.

Irene Jakob nel 2016

25 anni dopo ha detto Irene Jakob, premiata come miglior attrice a Cannes nel 1991 per questo film (con Kieślowski è stata protagonista anche in Film rosso): – Ne “La doppia vita di Veronica” Kieślowski voleva filmare delle cose normalmente invisibili sullo schermo: l’intuizione, il presentimento, la sensazione di essere talvolta accompagnati nella propria solitudine e altre volte la sensazione di essere completamente soli e abbandonati. Era un fine osservatore, utilizzava la sua macchina da presa come un microscopio.

Qui, da YouTube La morte di Weronika – Weronika (Irène Jacob) si accascia sul palcoscenico mentre intona i versi del canto II del “Paradiso” di Dante / “Concerto Van den Budenmayer in Mi minore”- Musiche di Zbigniew Preisner. Notare l’assoluta aderenza dell’attrice al ruolo di colei che canta (in realtà la soprano Edyta Krzemień).

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Qui il trailer del film:

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