a cura di Rosanna Conte
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Riceviamo dal Tenente di Vascello Diego Baglivo, Comandante del Circomare Ponza, e volentieri pubblichiamo, il resoconto delle celebrazioni che si sono svolte a Ponza la mattina del 4 novembre, festa delle Forze Armate e Commemorazione dei Caduti durante la Grande Guerra, come solitamente viene chiamata la I Guerra Mondiale.
Nella mattina di lunedì 4 novembre si sono svolte a Ponza le celebrazioni per la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate organizzate dal Comune di Ponza.
La manifestazione ha avuto inizio intorno alle 10.00 presso la chiesa della SS. Trinità con una messa in suffragio dei Caduti di tutte le guerre celebrata da don Ramon e don Salvatore. Al termine della cerimonia religiosa il sindaco del Comune di Ponza ha rivolto a tutti gli intervenuti un saluto e un particolare ringraziamento ai rappresentanti delle Forze Armate per l’impegno e il lavoro svolto quotidianamente sia per la comunità dell’Isola che per l’intera nazione. Lo stesso sindaco ha altresì sottolineato l’importanza delle celebrazioni della giornata dell’Unità nazionale e del processo storico che ha portato all’unificazione del nostro Paese, rammentando quei principi, ideali, parametri e conflitti che hanno contribuito alla conquista e al consolidamento della nostra democrazia.
Dopo la celebrazione religiosa è seguita la cerimonia al Monumento ai Caduti, in Piazza Pisacane, con la deposizione della rituale corona da parte del sindaco del Comune di Ponza Francesco Ferraiuolo.
L’intervento della banda musicale ha reso ancora più solenni le celebrazioni dall’importante significato storico della ricorrenza, esibendosi in piazza con l’Inno Nazionale e intonando “Il Silenzio” in memoria di tutti i caduti.
Il corteo si è dunque recato presso la “Caletta” del porto di Ponza per depositare in mare una corona di fiori commemorativa.
Alle predette celebrazioni hanno partecipato, oltre al sindaco del Comune di Ponza (accompagnato dal Labaro) anche i rappresentati della Guardia di Finanza, dei Carabinieri, della Polizia Locale, della Guardia Costiera, unitamente ad un gruppo di alunni e docenti dell’Istituto Pisacane di Ponza.
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Grazie al Tenente di Vascello Diego Baglivo per il rispetto e l’attenzione nei confronti della popolazione di Ponza a cui è diretto il resoconto: riportare i diversi momenti della cerimonia è un modo di far recuperare a chi non era presente l’emozione dell’evento ed un invito a parteciparvi il prossimo anno.
Da quando, nel lontano 1976, fu soppressa la festività del 4 novembre, insieme ad altre festività, anche sacre, per ridurre i giorni non lavorativi nel corso dell’anno, è scemata pian piano anche la sua memoria ed il pezzo di storia del nostro Paese che l’aveva determinata. A ciò ha contribuito anche lo spirito del tempo, contrario alle esaltazioni retoriche di cui il fascismo aveva caricato l’evento per strumentalizzare i grandi problemi che nel dopoguerra gravavano sugli italiani
Noi oggi, a distanza di un secolo dalla fine della Grande Guerra, possiamo rendere onore a tutti coloro che s’immolarono per l’ideale di completare l’Unità d’Italia e, principalmente, a tutti i contadini del sud che andarono al fronte convinti di poter avere finalmente le terre da lavorare come era stato loro promesso per convincerli a partecipare ad un conflitto di cui non capivano il senso. Nel complesso possiamo dire di onorare la loro pietas, cioè la loro devozione alla patria, alla famiglia, alla fede. Ecco, pensando a loro in questi termini, forse potremmo ben commemorare la giornata con una riflessione sulla scomparsa di questo sentimento che per gli antichi era segno di sacralità.
Accanto ai civili la festa del 4 novembre pone i militari, quelle Forze Armate a cui è demandata la difesa e la tutela della cittadinanza e del Paese in sé. Vogliamo sottolinearne l’importanza, oggi, quando si sente dire che il cittadino si deve armare perché deve difendersi. Noi abbiamo una pluralità di Corpi che con le loro specificità svolgono un ruolo insostituibile, e se non sempre ci sono stati comportamenti corretti ed equilibrati, abbiamo gli strumenti democratici di controllo che possono correggere il tiro. La nostra sicurezza è affidata a loro nella nostra Costituzione e la sua applicazione è garanzia di democraticità.