Attualità

Pastrami. Piccola storiella estiva

di Sandro Russo

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Metti una sera a cena, oltre la metà d’agosto in una Roma semideserta. Con amici che non si vedono tanto spesso, ma con cui si stabilisce subito una buona comunicazione.
Il locale propone piatti classici e altri più originali (anche “etnici”).
Antonio prende un sandwich di pastrami.
– E che è? – chiedo curioso – Non l’ho mai sentito!
– È una carne marinata, della tradizione ebraica, credo – risponde.
Me ne fa assaggiare un pezzetto: sì, è una marinata dal sapore indefinibile, sapido e speziato, ma non saprei definire esattamente con che cosa.
Poi la cena prosegue. Tante chiacchiere, risate e buonanotte… tutti a casa

La cosa strana avviene il giorno dopo.
Vado all’aeroporto di Ciampino a prendere Giulia, la moglie dell’amico mio rumeno; la coppia che vive con me al casale.
Lei il pomeriggio già lavora (è fisioterapista) e ha tante cose da fare, dopo un’assenza da casa di circa un mese. Le chiedo se vuole mangiare da me.
– Ma una cosa leggera, eh!? – Un’insalata di pomodori con lo tzatziki (yoghurt, cetriolo, menta, pochissimo aglio: so che le piace).
– Ah, per me va benissimo – mi dice – tanto più che nei giorni scorsi ho mangiato tanto; proprio ieri una quantità di pastrama da mia madre!
– Pastra… che?
– Pastrama! …non lo conosci? È una carne marinata e speziata!

Insomma… uno per settant’anni non sente mai nominare una parola e in due giorni gli capita tra i piedi due volte.
Urge una ricerca su Wikipedia.
Dove si apprende che sì, il pastrami (in rumeno pastramă) è una popolare specialità gastronomica della cucina romena, di solito a base di manzo, ma anche di maiale e di montone. Altre varianti si trovano in Turchia e Israele.

Originariamente era utilizzato come metodo di conservazione della carne prima dell’introduzione della moderna refrigerazione.
La conservazione si ottiene mettendo la carne cruda sotto salamoia, si procede poi ad essiccarla, condirla con varie spezie (aglio, coriandolo, pepe nero, paprica, chiodi di garofano), affumicarla e infine cuocerla al vapore.
Si presenta come il carpaccio o come il prosciutto e cioè in fettine sottili con varie salse associate o verdure come cavolo, crauti o cetrioli marinati.
È molto diffuso anche negli Stati Uniti – importato dagli immigrati romeni all’inizio del XX secolo, soprattutto come street food – dove viene mangiato tra due fette di pane di segale (rye) oppure come guarnizione per insalate e hamburger.

Panino con pastrami e senape on rye

Ma non è finita.
Avete presente la scena di Harry ti presento Sally (film del 1989, scritto da Nora Ephron e diretto da Rob Reiner) in cui Meg Ryan finge un orgasmo al tavolo di un deli di New York? Nel suo piatto c’è un sandwich al pastrami, ormai il più famoso della storia. Tanto che nel film, dopo la performance di Sally, la cliente del tavolo vicino, prima ancora di essere interrogata dal cameriere sulle sue preferenze, dice: – Quello che ha preso la signorina!
Woow!

httpt://www.youtube.com/watch?v=OmUTKzM0JEc

Come finisce questa storiella estiva minima di stranezze e coincidenze?
Che Giulia mi cercherà un mezzo chilo di pastrami al negozio di prodotti rumeni più vicino: – A Lanuvio no, ma a Velletri sicuramente c’è – mi dice; e quanto prima faremo un Pastrami party da noi.
Solo toccherà all’ospite femminile più volenterosa rifare la parte di Meg Ryan del film, dopo la degustazione..!

2 Comments

2 Comments

  1. Emilio Iodice

    20 Agosto 2019 at 15:59

    Dear Sandro: Excellent article. It reminds me of my first visit to a Jewish delicatessen in New York. I was 17, driving a truck with my brother Ralph. We stopped in a restaurant in lower Manhattan. I asked the waiter what he suggested. He looked at me in a strange way. “You come to a Jewish deli and you don’t know what to eat?” He seemed surprised and offended. “I will take care of you. If you don’t like it, you don’t pay.” He brought us two pastrami sandwiches with mustard and mayonnaise and pickles and beer.

    “Instead of beer, may I have a glass of milk?” I asked meekly. He picked up the plate. “I will not allow you to eat my pastrami if you drink milk. It is a sacrilege!” I gave in immediately.

    My first bite was amazing. I had not tasted meat of this sort. It was delicate and strong at the same time. My brother and I enjoyed the meal as no other. I called over the waiter and thanked him. “I appreciate the nice words,” he said. “The real way to thank me is to give me a big tip and come back tomorrow.” We did both.

    Best wishes, Emilio

  2. La Redazione - Traduzione del commento di Emilio

    20 Agosto 2019 at 17:13

    Caro Sandro, ottimo pezzo.
    Mi ha fatto ricordare la mia prima esperienza in un locale di specialità gastronomiche a New York. Avevo 17 anni, e guidavo un camion con mio fratello Ralph. Ci fermammo ad un ristorante a Manhattan bassa. Chiesi al cameriere cosa ci consigliasse. Mi guardò perplesso: – Vieni in un ristorante di prelibatezze ebraiche e non sai cosa mangiare? – Sembrava perplesso e anche un po’ offeso. – Ci penserò io; se non vi piace, non pagate.
    Ci portò due sandwich pastrami con mostarda, maionese e sottaceti, e della birra.
    – Invece della birra, potrei avere un bicchiere di latte? – chiesi timidamente.
    Mi portò via il piatto da sotto: – Non permetterò che mangi il mio pastrami accompagnandolo con il latte! È un sacrilegio!
    Mi arresi immediatamente.

    Il mio primo morso fu sconvolgente. Non avevo mai assaggiato carne di quel sapore. Era forte e delicato nello stesso tempo. Mio fratello e io ci godemmo quel pasto e non chiedemmo altro.
    Alla fine chiamai il cameriere per ringraziarlo.
    – Mi fa piacere che siate stati soddisfatti – disse – il modo migliore per ringraziarmi è darmi una buona mancia e tornare domani. Cosa che entrambi facemmo.

    Saluti
    Emilio

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