di Daniele Coraggio
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Il 15 luglio di venti anni fa, morivano Beniamino Verde e Gaetano “Nino” Montano, sindaco e vice sindaco di Ventotene, in un tragico incidente stradale sulla Pontina.
Per i nati negli anni ’50, Beniamino è stato il collante e il riferimento di una “fazione”, perché l’isola era di fatto divisa in due grandi famiglie, rappresentative di obiettivi e visioni differenti.
Per quelli della mia generazione è stato il Sindaco che si divideva tra la bottega di generi alimentari di Piazza Castello ed il palazzo comunale.
Una figura pop, avvolta da una nuvola di Nazionali fumate senza filtro, legata a doppio filo all’isola e al suo futuro.
Un futuro pensato, sognato e realizzato in quasi 30 anni di battaglie politiche.
Beniamino è stato il Sindaco del “benessere”, progressista, intuitivo, lungimirante, che ha segnato un solco ancora oggi ben visibile nelle cose e nelle persone.
Una politica fatta di gesti concreti, ma anche di “pugni sul tavolo”, di visione e di scelte avveniristiche, di passione e condivisione con la Comunità isolana.
Il Porto; l’acquedotto, il recupero del vecchio Cenobio e l’apertura della casa alloggio per gli anziani, il primo depuratore, il centro sportivo comunale, il collegamento marittimo veloce, la Banda Municipale, il parco Archeologico di Punta Eolo, il recupero delle Cisterne dei detenuti e di Villa Stefania, l’apertura del Museo Comunale, l’intuizione di un gemellaggio con la bellissima isola francese di Oleron (purtroppo non realizzato), la politica Europeista, il primo (ed unico) distributore carburanti, la campagna e le battaglie per la tutela e recupero dell’Ergastolo di Santo Stefano, l’intuizione e la realizzazione della Riserva Marina e Terrestre,
Un gigante che ha cercato di preservare l’isola, ammodernandola, senza stravolgerne l’essenza.
Per i nati negli anni 2000, Beniamino è un nome come tanti, che ciclicamente viene tirato in ballo dai più grandi, nei discorsi più o meno importanti o durante le elezioni e nulla più’.
Una eredità pesante quella di Beniamino, da raccogliere come sfida per i ventotenesi di domani.
Una eredità legata indissolubilmente ai concetti di Appartenenza, di Territorio, di Identità, di Memoria, dai quali nessuno può prescindere, soprattutto una Amministrazione attenta, poiché potrebbe avviare l’iter per un riconoscimento istituzionale che consegni alla storia, la figura del personaggio.
Una via, un vicolo, uno slargo, una piazzetta, una targa commemorativa, qualcosa che renda merito a chi, nel corso della vita si è speso per il paese.
Ricordare Beniamino per poi ricordare tutti quelli che hanno contribuito alla crescita della nostra comunità: mi vengono in mente Enzo Romano, Gabriele Panizzi, Umberto Assenso, Don Paolo Capobianco, Marianna Taliercio, Fortunato Verde, nomi elencati non a caso ma dai quali avviare un dibattito serio e costruttivo per ripartire da chi ha lasciato un segno nella storia dell’isola.
E’ una operazione di pacificazione culturale della quale il paese ha estremamente bisogno.
Nota della Redazione
Per ricordare l’anniversario della morte e la figura di Beniamino Verde, Tonino Impagliazzo, che con Beniamino aveva lavorato, ha scritto e pubblicato, qualche mese fa sul sito, tre articoli: eccoli in link:
Il ricordo di Beniamino Verde a vent’anni dalla sua tragica scomparsa (1) – (2) – (3)