Mare

La posta dei lettori. Il cofanetto di Luigi

a cura della Redazione

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Buongiorno, il mio nome è Luigi Di Meglio. Ho visto molti articoli che ricordano fatti ed episodi dei pescatori Fornesi, ma non ho mai letto di un fatto accaduto nel 1944, quando tre pescatori morirono aprendo un cofanetto trovato nei pressi di torre Astura. Erano andati per cercare di trovare del cibo da portare ai loro familiari. Tra questi c’era mio nonno Luigi Di Meglio, noto come “Burrasca”, sopravvissuto per miracolo,

Se riuscite a trovare qualche notizia o testimonianze datene notizie per onorare i pescatori che hanno fatto epoca nel Mediterraneo
Saluti
L. Di Meglio

 

Allegato al commento di Sandro Russo allo scritto di Luigi Di Meglio e alla puntualizzazione di Sandro Vitiello

Locandina del film Land of Mine – Sotto la sabbia di Martin Zandvliet (2015). Titolo originale Under Sandet. Durata 101 min.
Co-produzione Danimarca, Germania.

2 Comments

2 Comments

  1. Sandro Vitiello

    13 Luglio 2019 at 17:42

    Buon giorno Luigi, sono Sandro Vitiello, figlio di Costantino “Sacco”.
    Siamo parenti, quasi.
    Purtroppo la storia che ci hai ricordato è una triste vicenda legata agli anni terribili della guerra che a Ponza sono stati vissuti soprattutto per la fame.
    Non si poteva andare a pescare perchè era molto pericoloso e mancavano anche gli attrezzi da pesca.
    La forma di pesca più praticata era quella con le bombe.
    Era illegale ma tollerata.
    La si faceva alla luce del sole.
    Per fare quella pesca si usava andare sulla costa di fronte a Ponza dove erano accatastate tonnellate di mine che i tedeschi avevano messo sulle spiagge per bloccare lo sbarco degli alleati.
    Una volta che gli anglo-americani arrivarono sulla costa, le spiagge vennero bonificate e alle mine veniva tolto il detonatore.
    Dopodiché queste piramidi di ordigni rimanevano lì abbandonate e i pescatori ponzesi ne portavano via in grande quantità, di notte.
    Portate a Ponza, quelle che servivano subito venivano smontate e quelle in più venivano sotterrate negli orti.
    Leggende locali dicono che forse ce ne sono ancora in giro.
    Purtroppo la barca sulla quale c’era il tuo nonno raccolse delle mine non ancora disinnescate.
    Sulla via del ritorno avvenne la tragedia.
    Tuo nonno era a poppa e si salvò dall’esplosione.
    I tre che erano a prua vennero uccisi da una mina che stavano smontando.
    Esplose solo quella e la barca miracolosamente non affondò.
    Il botto fu così forte che richiamò l’attenzione delle altre barche le quali arrivarono in soccorso.
    Davanti al disastro fecero scivolare in mare le mine rimaste e poi, dopo aver fatto salire tuo nonno su un’altra barca, portarono a rimorchio a terra i resti di quella tragedia.
    Tuo nonno venne lasciato a terra a Cala Fonte e ufficialmente non venne coinvolto in questa vicenda mentre la barca venne accompagnata al porto.
    Questo è quanto ho saputo direttamente da mio padre che era su una barca che prestò soccorso.
    E’ stato un tempo terribile e i morti furono tanti.
    Anche a Cala Feola nei pressi di un’abitazione avvenne qualcosa di simile, ma non ricordo i nomi delle persone coinvolte.
    Un saluto

  2. Sandro Russo

    13 Luglio 2019 at 22:00

    Leggere quanto scritto da Luigi Di Meglio e Sandro Vitiello, e ricordare questo film – visto e apprezzato – di qualche anno fa è stato un cortocircuito quasi immediato.
    Un film sulle atrocità della guerra. Se ce ne fosse bisogno; ma ce n’è bisogno perché a distanza di neanche ottant’anni sembra che abbiamo dimenticato tutto.
    Ricordiamocene anche quando diamo la nostra fiducia a politici che predicano il nazionalismo e l’odio.

    “Nei giorni che seguirono la resa della Germania alla fine della seconda guerra mondiale, gli alleati deportarono migliaia di soldati tedeschi con l’onere di sacrificarsi per riparare al danno inferto al mondo dal regime nazista. Molti di quei soldati non erano addestrati, ragazzi costretti a percorrere in lungo e in largo le coste occidentali danesi per disinnescare più di due milioni di mine; quelle che l’esercito di Hitler aveva posizionato in previsione di un ipotetico sbarco degli alleati.
    Una parabola umana in cui vittime e carnefici si fondono, perdendo la connotazione di topos letterario per varcare quel confine entro cui la disperazione genera uomini bestiali”
    (da http://www.mymovies.it)

    In fondo all’articolo di base la locandina del film Land of Mine – Sotto la sabbia di Martin Zandvliet (2015)

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