Ambiente e Natura

Domani, per l’anniversario di Gramsci…

di Tano Pirrone

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Domani 27 aprile ricorre l’82° anniversario della morte di Antonio Gramsci, avvenuta in regime “legale” di libertà da 6 giorni (!), all’età di 46 anni dopo aver trascorso gli ultimi dieci di vita in stato di detenzione o di confino politico o di libertà condizionata.
Acerrimo nemico del fascismo è oggi un punto di riferimento per la Sinistra di tutto il mondo. Per me è un compagno insostituibile di viaggio.

Quando posso vado a trovarlo al Cimitero acattolico, al Campo Cestio. Domani potrò. Porterò con me una rosa rossa e “Le ceneri di Gramsci” di Pier Paolo Pasolini.
Poi breve visita al sito e ricerca di una trattoria.
Chi si vuole associare?

Alcune foto inviate da Tano in allegato al suo scritto sulla visita (leggi in Commenti)

Alla base della Piramide Cestia
Dario Bellezza (1944-’96)
2 Comments

2 Comments

  1. vincenzo

    27 Aprile 2019 at 10:35

    Il Compagno Gramsci ci ha lasciato in eredità il suo martirio al servizio di un mondo migliore per gli operai, i contadini, gli umili di tutto il mondo. Lui ha scelto da subito da che parte stare e contro chi lottare. Onore al compagno Antonio Gramsci.
    “Poche mani, non sorvegliate da controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa.”
    Antonio Gramsci

    https://www.youtube.com/watch?v=wqpyuvITioo

  2. Tano Pirrone

    27 Aprile 2019 at 21:00

    Al Cimitero acattolico, a trovare Antonio Gramsci

    Stesso equipaggio, stesso comune sentire. Destinazione, questa volta, il Campo Cestio. Nel Cimitero acattolico, raro esempio di come un cimitero si possa tenere e gestire alla maniera di un museo, di un luogo di studio e meditazione, oltre che d’incontro con chi, concluso il ciclo vitale, vive – non tutti, certamente i meno – nel ricordo di chi li conosceva o ha imparato a conoscerli, rispettarli, amarli. Venti volontari, a turno, governano i numerosi visitatori, con efficienza, eleganza, discrezione.
    Oggi sono ottantadue gli anni dalla morte di Antonio Gramsci, avvenuta dopo, tremilaottocentotrentasette giorni di confino, carcere, regime di libertà vigilata e ben sei giorni (sei, sì, proprio sei!) di libertà. Quelli che servivano al becero regime (più becero che violento, che è quanto dire!) per mettere negli annali, segnare nei libri di storia (quelli di: libro e moschetto, studente perfetto!) che “l’eversivo comunista Antonio Gramsci era morto in libertà, minato da malattie ereditarie, corrotto nel fisico e nell’animo di nemico del Popolo Italiano e del Suo Duce, Benito Mussolini…” (la pernacchia alla Totò qui è legittimamente permessa, se non auspicata).
    La tomba era sempre là, ricoperta di fiori rossi, cui si sono aggiunti i nostri; a mezzogiorno era prevista una cerimonia, noi siamo stati un po’, qualche scatto, qualche scambio di informazioni o ricordi con gli altri venuti per tempo. Con pudore, ho letto, piano, con discrezione, senza alcuna volontà esibizionistica, pochi versi dal poema di Pier Paolo Pasolini, “Le ceneri di Gramsci”:

    Uno straccetto rosso, come quello
    arrotolato al collo ai partigiani
    e, presso l’urna, sul terreno cereo,
    diversamente rossi, due gerani.
    Lì tu stai, bandito e con dura eleganza
    non cattolica, elencato tra estranei
    morti: Le ceneri di Gramsci… Tra speranza
    e vecchia sfiducia, ti accosto, capitato
    per caso in questa magra serra, innanzi
    alla tua tomba, al tuo spirito restato
    quaggiù tra questi liberi. (…)

    Poi, il giro per il Cimitero Cestio, il suo fascino, la simbolica vicinanza alla Piramide, tomba à la page fatta costruire da Caio Cestio per se stesso, secondo il gusto egittizante del tempo (20 a.C.), la storica colonia felina, le tombe, fra le tante, di: Carlo Emilio Gadda, John Keats, Bruno Pontecorvo, Belinda Lee, Percy Bysshe Shelley, Dario Bellezza.

    Al termine della visita, da Gramsci c’era una gran folla. La cerimonia era al culmine e noi abbiamo tolto il disturbo. Troppo stanchi per cercare una trattoria, abbiamo ripreso la via di casa ed ora assolviamo al compito di raccontare al meglio la nostra mattinata.
    Prossimi appuntamenti: il 1° maggio – non certo al concerto, che non si confà alla ben composta collezione di primavere che abbiamo pazientemente formato – e l’11 giugno, per la ricorrenza della morte di Enrico Berlinguer.

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