di Enzo Di Fazio
Il 26 maggio si va a votare per eleggere il nuovo parlamento europeo.
Questa tornata elettorale è piena di incognite. L’avanzata dei partiti euroscettici e, ancor di più, di quelli sovranisti sta minando fortemente la capacità di coesione e di tenuta del gruppo dei 28 (27 se e quando uscirà il Regno Unito)
Ci sono molte nuvole nel futuro del vecchio continente e la travagliata vicenda della Brexit, vista la complessità di un percorso di uscita iniziato con un referendum nato e vissuto sull’onda emotiva e mai analizzato, nel periodo della sua propaganda, tenendo conto delle conseguenze, conferma quanto sia complesso abbandonare l’Europa.
Tant’è che oggi, alla luce del fallimento dei negoziati della May e delle proteste (tante!) di coloro che non vogliono uscire dall’Europa, si ipotizza un nuovo referendum o, peggio, un’uscita senza accordo.
Parlare di Europa non è mai abbastanza. Si conosce molto poco della sua storia e la gente spesso si fa idee sbagliate trascinata dai tanti slogan pressapochisti senza sapere nulla di ciò che di buono ha fatto e fa l’Europa. Vede solo gli aspetti negativi che, è vero, ci sono ma che possono essere affrontati e mitigati.
Le elezioni alle porte fanno sì che se ne parli ovviamente anche a scuola e non solo tra i banchi di coloro che, compiuti quest’anno i diciotto anni, andranno per la prima volta a votare.
Se ne parla per esempio, e aggiungo io meno male, anche nella scuola primaria e nell’ultimo anno della scuola d’infanzia. Ovviamente in termini molto semplici ed utilizzando delle metafore. Ricorrendo per esempio alle parole che ha usato il presidente austriaco Van der Bellen rivolgendosi ad un bimbo d’asilo.
“L’Europa è come il tuo asilo pieno di bambini provenienti da famiglie diverse che si incontrano, fanno amicizia, imparano, giocano e, anche se a volte ci sono liti, tutti fanno uno sforzo per andare d’accordo. E se si fa questo sforzo è perché si è convinti che la vita insieme è meglio della vita in solitudine”, ha detto il capo dello stato.
All’asilo della mia nipotina ne hanno cominciato a parlare
In che modo? Attraverso un gioco. Prima disegnando su un enorme foglio bianco una grande cartina geografica dell’Europa con tutti i paesi che ne fanno parte e poi riempiendola, tutti insieme bambini e maestra, di tanti colori diversi quanto sono gli stati. Vi hanno, inoltre, aggiunto per ogni stato i simboli delle rispettive capitali (il Colosseo per Roma, la Torre Eiffel per Parigi, la statua dell’Orso e del Corbezzolo per Madrid e così via)
Hanno poi disegnato lungo i confini di ogni stato delle strade, dei sentieri, delle rotaie, dei fiumi per dare il senso dell’unione e della possibilità di attraversare gli stati senza complicazioni… in altre parole costruendo ponti e non muri! per dirla alla maniera di papa Francesco.
Alla fine del gioco la maestra ha regalato ad ogni bambina/o una bandierina blu con le dodici stelle color oro disegnate a forma di cerchio aggiungendo che il cerchio è il simbolo dell’unione e per rafforzarne il concetto ha invitato tutti i bambini a prendersi per mano e a fare un girotondo intorno al grande disegno che avevano realizzato.
I bambini – si sa – sono curiosi e la mia nipotina non è da meno e non si stanca mai di fare domande. Così ha chiesto: “Maestra, ma perché sulla bandiera ci sono dodici stelle?”
Mentre parlava è suonata la campanella e probabilmente la maestra, nel frastuono generale, non ha nemmeno intercettato la domanda, tant’é che non ne ha fornito la risposta.
La mia nipotina non demorde, non si stanca mai di chiedere e, poiché mi trovavo da lei qualche giorno fa, tornando dalla scuola mi ha subito investito della cosa. Non aveva varcato ancora la soglia d’ingresso che, venendomi incontro di corsa, mi ha detto: “Sai nonno, oggi abbiamo giocato all’Europa e la maestra ci ha regalato questa bella bandierina dicendoci che è la bandiera d’Europa”. E subito dopo senza quasi prendere fiato: “Nonno perché sulla bandierina ci sono 12 stelle?”L’ho presa per mano, siamo andati al divano, mi sono seduto e tenendola sulle ginocchia le ho chiesto:
“Dimmi Alice, a te fa più piacere vedere i bambini che giocano e si divertono o quelli che bisticciano?”
“Che domanda nonno, certamente preferisco quelli che giocano!”
“Ecco, devi sapere che oltre 70 anni fa, alcune delle nazioni che avete disegnato sulla cartina, prima che si unissero per formare l’Europa, erano state per tanti anni in guerra causando milioni di morti e tanta povertà.
La bambina sgrana gli occhi un po’ spaventata.
Ed io continuando “Fu così che sei di loro e precisamente l’Italia, la Francia, la Germania, il Belgio, i Paesi Bassi e il Lussemburgo, decisero di fare un accordo promettendosi di collaborare per la pace e il benessere dei popoli.
A questi, nel tempo, se ne aggiunsero degli altri fino ad arrivare a tutti quelli che avete disegnato.
Man mano che aumentavano si accorsero che avevano bisogno di una bandiera che li rappresentasse.
E’ così che cominciarono ad arrivare dai vari stati delle proposte.
La prima fu una bandiera contenente una croce rossa dentro un cerchio giallo su sfondo blu. Ma venne subito scartata perchè sembrava la bandiera degli ospedali riuniti.
La nipotina fa una smorfia corrucciando la fronte.
Ed io ancora “Poi ci fu la proposta francese consistente in una bandiera bianca con quindici stelle verdi, quanti erano gli stati dell’organizzazione in quel momento.
Ma si resero subito conto che non poteva andar bene se a quegli stati se ne fossero aggiunti degli altri.
L’idea delle stelle piaceva tant’è che vennero proposti altri bozzetti con le stelle dorate su sfondo blu.
Eh si, sono proprio belle le stelle, nonno! ha aggiunto la bambina.
Continuo. “Era però il numero che non trovava tutti d’accordo proprio perchè il numero degli stati nel tempo poteva cambiare.
Si nominò così una commissione con l’incarico di dirimere la questione e si invitarono nell’occasione disegnatori, pittori e storici a presentare dei bozzetti.
Vennero così fuori altre proposte come quella di una bandiera azzurra con otto anelli concentrici intrecciati in cerchio che venne però scartata perchè molto simile al vessillo olimpico oltre a ricordare tanto la ruota girevole dei telefoni di una volta.
Qui Alice si fa una risata portandosi la manina alla bocca.
Continuo nel racconto.
“L’attenzione, alla fine, si concentrò su alcuni disegni del francese Arsene Heits, un nome un po’ difficile da ricordare. Era un bozzettista che lavorava all’ufficio postale del Consiglio d’Europa.
Prevalse la sua idea riducendo però le stelle a 12. Perché 12? Lo spiegò la commissione nel presentare il progetto. Il fondo blu rappresentava il cielo dell’Europa, le dodici stelle i popoli, il cerchio l’unità tra gli stessi e, proprio come i dodici segni dello zodiaco rappresentano l’intero universo, così le dodici stelle d’oro rappresentano tutti i popoli d’ Europa compresi quelli che ancora non ne fanno parte ma che vogliono aderirvi perché convinti che l’unità e la pace tengono lontano l’odio e la guerra.”
Che bella storia nonno, domani quello che ricordo cerco di raccontarlo alle mie amichette e… e, se mi riesce, anche alla maestra.