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Lo vedevi seduto su una sedia del suo ristorante Il Timone lungo il corso di Ponza come un vecchio patriarca. Lui era Peppe.
Una calda mattinata di luglio del 1998 transitò Giulio Andreotti in compagnia del costruttore romano Bocchi che aveva presieduto la Lazio ed era stato sindaco del Circeo. Il potente politico democristiano lo riconobbe e disse: Ciao Peppe.
Lui rimase stupito, erano anni che non si incontravano ma fu vera gloria e tutti i paesani lo seppero in un battibaleno.
Un vero protagonista della storia di Ponza nella seconda metà del secolo scorso ci ha lasciato tra mille ricordi.
Peppe De Gaetano, classe 1929, aveva da poco compiuto 90 anni. Soffriva di vari acciacchi, ma fino all’ultimo ha conservato lo spirito combattivo che lo ha sempre contraddistinto.
Amava conversare, raccontare di una vita intensa, del primo albergo a Ponza che aveva creato, lo Scoglio di Frisio a Giancos, con tante bellezze teutoniche, degli articoli scritti per il quotidiano Il Tempo per difendere la sua isola, del confino e dei confinati che aiutava a comprare le sigarette quando era ancora bambino, della battaglia per chiudere la miniera della Samip.
Non è mai mancato l’impegno politico con il Partito Repubblicano, parlava della lunga amicizia con il ministro Oscar Mammì.
Ogni tanto era oggetto di scherzi. Un primo aprile gli presentarono un bel progetto per un porto turistico a Cala Cecata: lui si infuriò e presentò una denuncia ai Carabinieri.
Si sentiva un leone, era generoso e non mollava mai.
Ciao Peppe, ti sia lieve la terra.
La Redazione (ULTIM'ORA del 1° aprile)
1 Aprile 2019 at 15:00
Ultim’ora delle ore 15 del 1° aprile
La scomparsa di Peppe De Gaetano
Giuseppe De Gaetano (Peppe ‘a Culera) di 89 anni.
Condoglianze ai figli Alfredo, Lorenzo e Paola.
I funerali domani pomeriggio alle ore 16.00 presso la chiesa della Santissima Trinità.
Seguirà, sul sito, una rievocazione della sua rilevante persona, tra gli ultimi superstiti della Ponza che fu.
Luisa Guarino
2 Aprile 2019 at 18:05
Sapevo che i guasti dell’età non lo avevano risparmiato, e pensavo spesso a lui. L’ultima volta, lontana da Ponza e dall’Italia, l’altro ieri, forse proprio il giorno in cui se n’è andato. Chissà, magari avrà voluto farmi un ultimo saluto! Quando ero a Ponza, almeno una volta al giorno facevamo due chiacchiere, quando passavo davanti al Timone per andare a prendere i quotidiani: ma spesso gli incontri erano più frequenti. Nonostante la vista sempre più debole, mi riconosceva sempre quando passavo: e mi ‘bloccava’, e mi chiedeva. Aveva sempre programmi, progetti e “ci devi essere anche tu, che sei ponzese e giornalista” mi diceva, con quel fare tra dispotico e coinvolgente. Sara’ difficile non girarmi a cercarlo, appena tornerò a Ponza. E’ stato un uomo scomodo, pieno di grinta, indomito nonostante le avversità. Ed e’ giusto che il titolo a lui dedicato sia composto semplicemente dal suo nome e da un punto esclamativo.