di Rita Bosso
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L’Istituto Italiano di Cultura di Parigi organizza l’esposizione dei disegni che Oreste Zevola realizzò per il film “Il resto di niente”, tratto dal romanzo di Enzo Striano.
Per tanti motivi consideriamo Striano uno scrittore che ci appartiene: ha frequentato Ponza, l’ha descritta nel racconto “Odisseo e Nausicaa”, ha raccontato in modo mirabile l’ambiente in cui maturò il progetto di costruzione dei porti di Ponza e di Ventotene.
Di seguito, l’articolo che Repubblica dedica all’esposizione di Parigi.
L’Istituto Italiano di Cultura di Parigi celebra l’artista napoletano Oreste Zevola, prematuramente scomparso nel 2014 a 60 anni. “Oreste Zevola: une révolution napoletaine” è la mostra che l’istituto francese di cultura italiana inaugura oggi mercoledì 13 febbraio e visitabile fino al 14 marzo al pittore, sculture e illustratore che viveva fra Napoli e Parigi ed era molto apprezzato negli Stati Uniti.
L’esposizione raccoglie i disegni realizzati per il film “Il resto di niente” di Antonietta De Lillo che evocano in maniera magica l’esperienza della Rivoluzione napoletana del 1799. Al vernissage con la regista napoletana hanno partecipato il curatore Alfredo Cafasso Vitale, Marina Gargiulo, curatrice e presidente dell’Archivio Oreste Zevola e Giusi Laurino, fondatrice di La Fabbrica delle Arti.
Il film “Il resto di niente”, ispirato all’omonimo romanzo di Enzo Striano, sarà proiettato giovedì 14 febbraio alle 19. Con la regista Antonietta De Lillo, intervengono Paolo Macry, autore del libro “Napoli. Nostalgia di domani” e Melanie Traversier, docente di storia all’Università di Lille e curatrice del libro Le royaume de Naples à l’heure française.
“Il lavoro di Oreste ne “Il resto di niente”, così come il complesso della sua opera – scrive la De Lillo nel catalogo nella mostra – è caratterizzato da una forte istintività. Penso che Oreste sia un artista infantile, nel senso più puro del termine, che il suo tratto rimandi a qualcosa di archetipico e primitivo. Allo stesso tempo la sua arte è elegante e raffinata, con uno stile unico (…)”. La De Lillo, che scelse per il ruolo di Eleonora Pimentel Fonseca l’attrice portoghese Maria de Medeiros, racconta uno dei suoi disegni preferiti in mostra: “Oreste era in grado di creare un ponte tra estetica, emozione e significato. Come nel caso di uno dei suoi disegni a me più cari ne “Il resto di niente”: il ritratto di Eleonora, dove la veste è la nave sulla quale Nelson e Lady Hamilton tradiscono il patto con i prigionieri, condannandola di fatto a morte. La nave diventa quindi la gonna di una dama del Settecento, con le vele color rosso sangue che si innalzano formando dei drappeggi, fino ad arrivare al busto e alle braccia alzate, come fosse una ballerina. Il volto con in testa un vulcano, simbolo dell’energia e della forza. Questo è per me uno degli esempi più significativi dell’opera di Oreste, in grado di attingere dalla realtà e rivoluzionarne ogni elemento per piegarlo, come un bambino, al proprio gioco creativo”.
Oreste Zevola così ricordava il suo lavoro al film: “Ricordo le sere, e molto spesso le notti, estive che precedettero il montaggio del film trascorse davanti ai computer negli studi di post-produzione assieme ad Antonietta […] Solo qualche giorno prima della presentazione a Venezia, in una piccola sala di Cinecittà, assieme al mio amico Cesare Accetta, direttore della fotografia, potei vedere il film completo e dunque il risultato del mio lavoro nel suo contesto finale. L’emozione fu grande e finalmente quel lavoro mi sembrò positivamente concluso. Sono molto grato ad Antonietta per avermi offerto quest’opportunità che mi ha fatto scoprire nuove possibilità d’espressione […]. Spero che prima o poi quest’avvenuta si possa ripetere”.