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La scomparsa di Bernardo Bertolucci (ieri, all’età di 77 anni dopo una lunga malattia invalidante) è di quegli eventi di cui si può dire che nella storia del cinema “segnano la fine di un’epoca”: lo scrive Emiliano Morreale (il “nostro critico cinematografico di riferimento”) su la Repubblica di oggi, in uno dei due articoli riportati in fondo; l’altro è di Irene Bignardi.
Perciò nel rievocare la sua opera e la sua vita ci affidiamo a opinioni e sintesi più esperte e globali.
Noi ci limitiamo a ricordare la sua lunga collaborazione con il ponzese Gianni Silvestri (1945 –2009), architetto, arredatore e scenografo di molti suoi film, tra cui anche Novecento, L’ultimo imperatore e L’assedio (per la lista completa cfr. su Wikipedia).
Forse proprio su suggerimento di Gianni, Bertolucci era un habitué di Ponza. Riportiamo in proposito la testimonianza di Biagio Vitiello:
“Bertolucci, prima di fare Ultimo tango a Parigi, veniva d’estate a Ponza (dove lavorava al copione del film) non andando al mare con la famiglia.
Era molto amico di Temistocle, potrebbe dirci qualcosa il genero Aniello De Luca. Quando veniva a Ponza, era ospite di casa Vitiello con la famiglia (in un appartamento alquanto spartano).
Io lo vedevo spesso seduto in terrazzo, quando gli altri della famiglia andavano al mare, a scrivere sotto il sole, protetto da un grande cappello.
Sicuramente scriveva Ultimo tango a Parigi, perché dopo qualche anno uscì questo film; poi lui non si fece vedere a Ponza per qualche estate, ma il suo gommone era parcheggiato a casa di mio padre”.
Colpisce tra i film nominati nei due articoli ripresi da la Repubblica, l’assenza di un piccolo gioiello intimista di Bertolucci, come l’Assedio, – di cui abbiamo già parlato sul sito a proposito di un suonatore di kora, uno strumento a corde africano dal suono simile a un’arpa (leggi qui) – e di cui riportiamo anche una recensione da www.cinefatti.com che include anche un breve trailer del film.
File .pdf: Bernardo Bertolucci. Due articoli da la Repubblica
Fausto Vernazzani: L’assedio. Recensione