di Sandro Vitiello
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Erano lacrime vere quelle degli amici di Santa Teresa di Gallura che sono venuti a trovarci nel fine settimana appena passato.
Era commozione autentica quella di Tonino Impagliazzo quando mi diceva: “era il sogno della mia vita venire a Ponza”.
Era ospitalità sincera quella manifestata dalla gente di Ponza verso gli amici della Sardegna.
Siamo contenti ed orgogliosi di come abbiamo accolto il sindaco di Santa Teresa di Gallura e la sua gente che lo ha accompagnato nell’isola d’origine di tanti suoi concittadini.
La ricchezza di Santa Teresa di Gallura è nata anche dalla capacità di accogliere gente che arrivava dall’altra parte del mare.
Da più di cento anni i ponzesi hanno trovato molto di più che un porto sicuro da quelle parti.
Hanno trovato gente che ha permesso loro, di cultura e tradizioni diverse, di fermarsi e costruire lì il proprio futuro.
Sono stati tre giorni intensi e malgrado la pioggia di sabato che ha fatto saltare la gita in barca – sostituita alla grande con un’altra escursione a Le Forna e pranzo al “Punta Incenso” – l’intensità delle relazioni e le tante chiacchiere fatte ci hanno convinto di aver messo in piedi una bella iniziativa.
Merito delle due amministrazioni comunali che ci hanno creduto, merito di persone instancabili come Emilio Aprea – presidente della pro loco di Ponza – e di Roberta dell’amministrazione comunale del comune sardo.
Merito di quanti hanno creduto fosse importante conservare memoria del proprio passato.
Gente come Tonino Impagliazzo e, scusate se lo dico, anche di chi scrive.
La Sardegna, una certa Sardegna ci appartiene.
Arbatax, Aglientu, Trinità d’Agultu, Golfo Aranci e Santa Teresa sono una parte importante del nostro mondo.
Faremo in modo che le relazioni con questi luoghi migliorino e trovino forme sempre più intense per affermarsi.
Intanto non posso che dire grazie agli amici di Santa Teresa di Gallura che sono venuti a trovarci con l’augurio di rivederci presto.