da “Il Gambero Rosso” a cura di Antonella De Santis e William Pregentelli, l’intervista a Luciana Sabina dopo l’attribuzione del premio dei “Tre Bicchieri 2019” al Fieno di Ponza bianco ’17
Quanto terreno avete?
Tre ettari terrazzati a Punta Fieno, tenuti da parracine, i muri a secco, bellissimi ma che necessitano di continua manutenzione, l’inverno specialmente.
Abbiamo un aiuto: Antonio Spaccamontagna… il nome è tutto un programma.
Le ultime catene, così si chiamano qui i terrazzamenti, degradano verso il mare. Intorno ci sono solo vigneti e cantine scavate nel tufo.
Quali sono i vitigni?
Abbiamo continuato la tradizione campana: aglianico, piedirosso, guarnaccia, biancolella, forastera e la guarnaccia bianca.
Vitigni tipici dell’isola di Ischia. Anche se siamo sul territorio laziale possiamo avere l’Igt (indicazione geografica tipica – NdR), solo Ponza e Ventotene hanno questo permesso.
Quali sono le caratteristiche di questo territorio?
È un territorio vulcanico, come tutta l’isola; è aspro, difficile, tutto sassi e rocce colorate, ma bellissimo. Ci vuole un lavoro continuo e assiduo.
Quanto è difficile la viticoltura a Ponza?
Siamo stati classificati come “viticoltori eroici”, alle 5 di mattina si va a lavorare perché poi il sole batte implacabile dalle 10,30-11 fino al tramonto. I terreni sono esposti a sud sud-ovest. Questo fa sì che l’uva sia sana, perché non c’è umidità. Infatti questa è una zona vocata alla viticulttura, che risale probabilmente ai tempi dei romani; già nel 1734, all’assegnazione dei terreni, quelli di Punta Fieno erano indicati come vitati, mentre altri erano bosco, palude o incolto. Hanno una posizione magnifica e questo degradare verso il mare è ottimo.
Quante aziende vinicole conta l’isola? Riuscite a fare rete per essere più forti sul mercato?
Complessivamente siamo tre aziende, c’è Casale del Giglio che ha recuperato terreni per riqualificare la bancolella, e Taffuri che ha in terraferma, a San Lorenzello, un’altra azienda. Noi siamo solo a Ponza, siamo gli unici a vinificare e imbottigliare sull’isola.
Tra di noi abbiamo ottimi rapporti.
La vostra è una piccola produzione. Che tipo di mercato avete? Quali sono i vostri clienti? Vendete solo in Italia o anche all’estero?
Lo scorso anno siamo arrivati per la prima volta a 10mila bottiglie, con una produzione così piccola, non abbiamo difficoltà sul mercato. Vendiamo soprattutto a ristoratori ed enoteche di Ponza, ma abbiamo anche rappresentanti nel Lazio e una rete di distribuzione in tutta Italia. All’estero siamo soprattutto in Europa: a Londra, in Olanda e al nord. Una volta abbiamo anche venduto negli Stati Uniti, ma è troppo complicato, avendo questi numeri bassi, così abbiamo preferito smettere.
La vendemmia 2018 come è andata?
Quest’anno è stata faticosa, è durata a lungo perché ha piovuto e abbiamo dovuto aspettare che uva e terreno si asciugassero, ma finalmente ora è finita. È stata una bella vendemmia sia per quantità che per qualità.
I Tre Bicchieri
È stato un piacere e una sorpresa: sono anni che le bottiglie arrivano in finale, ma non abbiamo mai raggiunto i “Tre Bicchieri”, ci siamo sempre fermati prima. Pensavamo sarebbe stato così anche stavolta e invece no. Stavolta è andata bene, e non con il vino che credevamo noi, il Biancolella in purezza. Siamo contenti, anche perché – inutile negarlo – i premi servono, sono io che curo la comunicazione e lo vedo bene..!