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La testimonianza di Camilleri

a cura della Redazione

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In sintonia con il saggio di Emilio Iodice su Mussolini – leggi qui – che il sito sta pubblicando a puntate nella traduzione di Silverio Lamonica, pensiamo di fare cosa gradita ai nostri lettori riportando una testimonianza di Andrea Camilleri, tra i più amati scrittori italiani, comparsa su la Repubblica di domenica 19 agosto, estratta da un suo libro recente dedicato alla nipotina di quattro anni per quando lui non ci sarà più: “Ora dimmi di te. Lettera a Matilda”.
Sono sette pagine circa – in file .pdf allegato – che includono anche la sintesi di cinque film (curata da Emiliano Morreale) emblematici del tempo e del regime fascista.

Il calcio ai balilla firmato Camilleri
racconto di Andrea Camilleri

L’infanzia fascista, le leggi razziali e l’amico ebreo cacciato da scuola. Così il papà di Montalbano racconta alla pronipote in un nuovo libro (e qui in anteprima) come diventò comunista sotto il Duce. Grazie anche a un vero colpo, sì: ma nei “cabbasisi”

 

File .pdf del racconto: Il calcio ai balilla firmato Camilleri

[Da la Repubblica “Robinson” di domenica 19 agosto]

Cinque ciak per un regime
di Emiliano Morreale

Per chi suona la campana – Sam Wood (1943)
Il celebre romanzo di Ernest Hemingway del 1940, che resterà il libro più famoso sulla guerra di Spagna, fu trasformato dalla Paramount in fumettone in technicolor con Gary Cooper e Ingrid Bergman bionda. In Italia, ovviamente, sia il libro che il film usciranno solo nel Dopoguerra.

La marcia su Roma – Dino Risi (1962)
Negli anni che preparano il centrosinistra si comincia a parlare di fascismo, spesso in maniera dissacrante. Questa commedia con Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi fascisti della prima ora, opportunisti e cialtroni, non è forse tra le migliori di Dino Risi ma è indicativa dell’epoca (sul sito leggi anche qui). 

Il giardino dei Finzi Contini – Vittorio De Sica (1970)
Il film di De Sica sul terribile destino di una famiglia di ebrei ferraresi durante la guerra fu un grande successo e vinse l’Oscar. Ma Giorgio Bassani, autore del romanzo omonimo, si arrabbiò moltissimo. E con qualche ragione. L’adattamento infatti è soprattutto un’elegia tutta flou, con lo stile tipico dei nostalgia movies anni ’70.

II delitto Matteotti – Florestano Vancini (1973)
Il rapimento e l’assassinio del deputato socialista, voluto da Mussolini, fu un trauma per molti cittadini dell’epoca (ne dà bellissima testimonianza, tra l’altro, Mario Soldati). Negli anni d’oro del cinema politico, Florestano Vancini crea una rievocazione didascalica e corretta di quella vicenda. 

Vincere – Marco Bellocchio (2009)
La rovina a cui il fascismo conduce l’Italia è narrata meglio che altrove nella fulminea parte conclusiva del film di Bellocchio, che racconta la tragica vicenda della prima compagna di Mussolini e del figlio Benito Albino. Culmina in un montaggio forsennato, in cui pubblico e privato urtano e si uniscono.

 

 

 

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