di Franco Zecca
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Tutto iniziò dopo che andò via da Ponza la troupe cinematografica che aveva terminato di girare l’ultima scena del film “Il sole nella pelle” (1971) del regista Giorgio Stegani Casorati con una giovanissima Ornella Muti (16 anni).
L’abitudine di vedersi dopo aver girato le scene, presso il Welcome’s Bar era continuata anche per noi ragazzi, anche se non più animata dalla presenza dei protagonisti del film che spesso si univano a noi per le solite quattro chiacchiere e battute spiritose.
Ma la cosa ci aveva così entusiasmato che una sera, dopo che Franco Schiano ci aveva confidato di aver avuto in regalo dall’aiuto regista la cassetta per i trucchi per loro ormai inutile,
Prendemmo in parola l’asserzione che uno di noi fece e cioè che sarebbe stato interessante fare un filmetto anche noi, in chiave casalinga, senza pretese, così per divertimento.
Gaetano Pacifico aveva una macchina da ripresa nuova, che gli era appena arrivata da parenti che aveva in America.
Nino Picicco aveva steso su un quaderno di scuola una “sceneggiatura” con i dovuti passaggi, di un racconto giallo letto in precedenza.
Michele Usai aveva esperienza di pellicole, essendo stato prima l’operatore della sala cinematografica Regine, aret’u curredure e poi del Cinema Margherita, a Chiaia di Luna.
Nacque così l’idea di un cortometraggio “La vittima designata”.
Mancavano alcuni dettagli ma, sera dopo sera, dopo il nostro lavoro abituale, ci si riuniva a volte passeggiando, a volte presso il solito bar, essi furono precisati.
Coinvolgemmo altri amici e investimmo per l’acquisto delle pellicole, spese varie per piccoli attrezzi, autorizzazioni compiaciute e alla fine uscì un piccolo film (quello che vedrete).
Lo proiettammo in anteprima nel locale che era la sede del partito DC, con la presenza il dott. Sandolo che si complimentò con tutti noi per la bella iniziativa.
Ho voluto ricordare questo episodio della mia vita non tanto per elogiare l’inventiva o le capacità di noi ragazzi di quell’epoca, ma per onorare con un ricordo alcuni dei nostri amici che ora non sono più tra noi
Dovrete essere molto indulgenti nella visione di questo “corto” (circa 13 min.).
La pellicola su vecchio supporto era molto rovinata; anni fa è stata riversata in dvd: del tutto recentemente è stata compressa e resa fruibile in un formato che fosse accettato dal sistema operativo del sito Ponzaracconta.
L’audio è andato perduto nel tempo, e neanche il quadernino dei dialoghi, che Nino Picicco custodiva, si è potuto ritrovare.
Filmato
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Per chiarezza sintetizzo qui quello che succede, scena per scena…
Inizio. La macchina della polizia (una Mini minor di proprietà di Giuseppe Valiante, l’unica a Ponza più adatta allo scopo — la scritta “POLICE” fu incollata con acqua e farina per non rovinare la vernice), alla cui guida c’era l’agente Giuseppe Valiante, supportato dalla “controfigura” Franco Zecca al suo fianco, arriva al Commissariato (dislocato per l’occasione nella reception dell’Hotel Chiaia di Luna, col permesso dal Direttore, molto disponibile a tale evento. Tutta pubblicità).
Il Commissario Capo, interpretato da Tommaso Pacifico, avverte l’agente speciale – detective (Nino Picicco) che sta per arrivare in Italia un killer con il compito di uccidere un potente magnate che ha tante attività anche illecite. Questo personaggio era interpretato da Ugo Anello – Ughetto –
Il detective (nonché regista del corto Nino Picicco) dà disposizioni ai suoi agenti (si intravedono in varie situazioni gli agenti Silverio De Luca-Sam Lucas, Lorenzo Rispoli-Lorenzik, Ennio Parisi-Enny Paris e Peppino Mazzella-Pepp’ Mc Zell) per bloccare il killer e quindi spiega le modalità operative e i compiti di ciascuno.
Intanto il killer (Biagio Mazzella ’i Anghelittu) arriva in Italia, forse dall’America (le scene dell’aeroporto furono girate a Fiumicino in occasione di un arrivo, o di una partenza di un parente ponzese, ed inserite nel nostro corto).
Ma malgrado l’allerta, il killer riesce a portare a termine la sua missione (l’investimento della vittima designata fu girata a Santa Maria sulla strada poco prima della “grotta del Serpente”.
Le riprese furono effettuate con i mezzi dell’epoca e scarsissima esperienza; il risultato ne denota l’ ingenuità… Da notare il trucco della caduta e quello del sangue sulle labbra della vittima (da applauso… peccato non disporre del colore).
Rintracciato ed inseguito dopo una rocambolesca fuga (la strada era la via Panoramica; la scena fu girata sul tratto di strada che va da Monte Pagliaro alla Linguana), il killer viene fermato. Quindi, portato nella stazione di Polizia viene sottoposto al classico interrogatorio e costretto ad ammettere la sua colpevolezza. Poi viene scortato in carcere.
Pepp’ Mc Zell scorta il killer in gattabuia dopo la confessione
Alla fine vengono ripresi i protagonisti visti nel filmato, che dura complessivamente 12 mm. e 58 sec., ed anche quelli che hanno partecipato alla sua realizzazione mentre esprimono a modo loro la soddisfazione per il risultato.
Titolo: La vittima designata
Regia (e detective capo) – Nino Picicco
Montaggio – Michelangelo (Michele) Usai
Doppiatore – Franco Zecca
Operatore – Gaetano Pacifico
Tecnico del Suono (e Commissario)- Tommaso Pacifico
Sandro Russo
14 Luglio 2018 at 17:10
Ho visto e rivisto il filmato proposto da Franco, e ogni volta – ad di là dei limiti tecnici – ne ho tratto la sensazione di nostalgia lancinante che danno per cose sparite, perdute per sempre.
Quel piccolo mondo antico isolano dove potevano nascere e realizzarsi certe idee. Il viso affilato di Nino da giovane, con le guance incavate e il nasone; lo stessa presenza di Peppino Mazzella, il figlio di Ninotto e Maria Di Fazio, fratello di Andrea, troppo presto scomparso.
Peccato peccato, per la mancanza delle voci durante tutto il filmato, ma molto moderno il saluto dei partecipanti alla fine.
Ora possiamo dirlo… ora che tanto mare ha sbattuto contro la scogliera (e neanche la scogliera è più la stessa): salutavano la loro giovinezza, prima di andare a diventare altre persone…
Luisa Guarino
15 Luglio 2018 at 18:31
Una delle poche certezze nella vita di Franco nonché dei suoi amici che all’epoca vivevano a Ponza, è stata la realizzazione del film “Il sole nella pelle”: ragion per cui tutto si può datare “prima di” e “dopo che”. E’ quindi più che normale che proprio questa pellicola, anche una volta finita, fosse il “motore” di un’iniziativa così bella e folle come “La vittima designata”. Molti dei protagonisti non ci sono più e gli altri sono irriconoscibili. Mi ha molto colpito il killer, un Biagio a metà strada fra Sammy Davis jr e Jean Paul Belmondo. Non mi soffermo sulle carenze tecniche: so che i cugini Franco&Sandro hanno dovuto lavorare tanto per rendere presentabile questo filmato, per quanto muto. Un solo appunto: perché tutti maschietti? Non vi pare di essere stati un po’ maschilisti? Io in questo corto una “pupa bionda”, secondo i canoni Usa dell’epoca, ce l’avrei vista. Suggerisco un nome: la sottoscritta! Sapete bene che ero abituata ad essere l’unica “femmina” in una compagnia tutta di maschi; bionda poi lo ero… Però, caro Franco, una scusante l’avete avuta: non vivevo a Ponza. Anzi in quegli anni cominciavo già a frequentare l’Africa insieme a Dante.
PS – A proposito de “Il sole nella pelle”, ricordo di averlo visto al Supercinema di Latina: ma non eravamo in molti. La metà degli spettatori erano “rattusi” richiamati dal fascino acerbo di Ornella Muti, l’altra metà… eravamo ponzesi.