a cura del Centro Studi e Documentazione Isole Ponziane. Direttivo
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E’ stata un’occasione ghiotta per molti la presentazione del libro – Ponzesi, gente di mare – giorno 19 giugno.
Diciamo questo alla luce di quanto andremo ad esplicitare.
E’ stato utilizzato il salone interno della motonave Bastia, della flotta Onorato. Il Bastia viene ogni anno per l’occasione della festività di san Silverio dall’isola d’Elba appositamente per facilitare il ritorno a Ponza degli elbani-ponzesi. E’ un regalo che la società Onorato fa ai Ponzesi. Che gli sono grati.
Un salone capiente per un pubblico numeroso. Impreziosito dalle presenze di S.E. mons. Luigi Vari, arcivescovo di Gaeta, da don Ramon, parroco di Ponza, dal Sindaco prof. Francesco Ferraiuolo, dalle autorità militari.
Perché questo pubblico? Perché il libro è frutto di una lunga ricerca condotta da Silverio Mazzella sui marinai e i pescatori di Ponza. Ora, se si pone mente che i Ponzesi hanno scritto le uniche esaltanti pagine di storia con le gesta compiute nel mestiere di mare, si capisce l’interesse che ha suscitato il libro presso gli isolani e quanti sono legati alla loro vita.
Il padrone della flotta Moby Line, Onorato, ha trovato in quelle pagine la sua menzione d’onore perché suo nonno è stato uno di quei Ponzesi indomiti che ha valorizzato la pratica marinaresca, appresa nell’isola natìa, per creare un suo commercio di aragoste. Da lì ha iniziato il fondatore, ed oggi la Moby Line è un colosso fra le linee di navigazione.
Ne hanno tratto motivo d’orgoglio sia il Sindaco, sia l’attuale Presidente dell’Arcipelago Ponziano, il dott. Gennaro Di Fazio.
Tanti e variegati gli interventi.
Nel corso della serata Rosanna Conte, quale presidente del Centro Studi e Documentazione Isole Ponziane, ha sottolineato la sintonia fra lo spirito che ha animato la ricerca di Silverio e le finalità del Centro che intende lavorare all’individuazione, conservazione e fruizione di tutto quanto riguarda la storia delle nostre isole. Il delegato alla cultura Enzo Di Giovanni la colto l’occasione per rilevare che non basta ricordare ma bisogna impegnarsi in un reale recupero delle attività tradizionali ponzesi.
Ha focalizzato alcuni aspetti del volume Enzo Di Fazio, che si è soffermato su taluni naufragi occorsi agli isolani, in dipendenza non solo di tempeste ma anche di eventi bellici.
Francesco De Luca ha ribadito la varietà di storie che nel libro si intrecciano e che saldano le isole, il mare e i destini degli isolani. Avallato in ciò dalla testimonianza di Benedetto Aprea, un vecchio pescatore fornese, portato alla ribalta dei ricordi da Enzo Bonifacio.
L’autore, Silverio Mazzella, ha tenuto a rimarcare come l’interesse per le storie che i Ponzesi hanno intessuto e intessono col mare rinsaldano la loro identità culturale.
La serata si è chiusa con un rinfresco offerto dall’armatore Vincenzo Onorato che ringraziamo ancora per la schietta ospitalità.
Biagio Vitiello
22 Giugno 2018 at 06:08
Il libro di Silverio Mazzella non so se è basato su una ricerca storiografica o su racconti orali. Il dubbio mi viene perché non è citato l’armatore Salvatore Misuraca, che forse sicuramente è il primo armatore della Marineria Ponzese.
Salvatore Misuraca era di Sciacca, si trovò a Ponza per adempiere alla leva militare, nella Capitaneria di Porto di Ponza, su quelle barche a remi molto veloci che mi sembra si chiamassero “le scurridore”. Dopo la leva militare, si stabilì a Ponza e prese moglie; poteva essere l’ultimo anno del regno dei Borbone.
Il Misuraca, avendo intravisto buone possibilità commerciali marittime con il continente e la Sardegna, essendo il padre già armatore a Sciacca di numerosi velieri che solcavano i mari del sud del Regno delle due Sicilie, ne portò a Ponza uno dalla Sicilia .
In quel tempo il commercio marittimo era fiorente, anche perché non vi era concorrenza sulla tratta ponzese, così Salvatore mise su una flottiglia di tre o quattro velieri che da Olbia facevano scalo a Ponza e poi proseguivano per Napoli.
Alla morte di Salvatore “l’impero commerciale” che aveva creato andò in malora e tutto finì. Correva l’anno 1874, come è scritto sulla tomba che si trova al nostro Cimitero, nella cappella di San Giuseppe: Salvatore Misuraca 1874 “Per se e per i suoi”.
Io non ho mai potuto fare delle ricerche su questo mio avo perché l’archivio comunale andò distrutto molti anni fa, ora non mi resta che consultare i libri parrocchiali.
So solo che si era sposato con Abate Maria ed ebbe due figlie femmine: Rosalia e Maria ed un maschio Filippo; una di queste figlie era mia nonna paterna: Rosalia.
Di questo mio avo non ho neanche foto, perché in quel tempo non esisteva ancora la fotografia, ma conservo gelosamente una polena dell’ultimo suo veliero, che fu demolito a Santa Maria: mio nonno e mio padre (che era un ragazzino) la staccarono dall’albero di prua e raccolsero anche tante tavole, che servirono a mio nonno Biagio per fare un ammezzato nella cupola del mio Belvedere.
Rosanna Conte
22 Giugno 2018 at 07:43
Grazie, Biagio, per aver colto l’invito a condividere le tue conoscenze familiari. Ogni ponzese che si rende conto che “i fatti passati” possono diventare tasselli di una ricostruzione storica, può contribuire a delineare i nostri tratti identitaria e a rafforzare la comunità. Certamente ci sono altre lacune nella ricerca di Silverio Mazzella, ma noi speriamo che chi le nota, le evidenzi e le comunichi per ampliare la ricerca e costruire insieme un nuovo volume.