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Ieri mattina sono stata a scuola a parlare di Ponza con i ragazzi dell’ultimo anno del Filangieri e con il loro docente di storia, prof. Gabriele Chiusano. Abbiamo trascorso un paio d’ore ad attraversare momenti diversi della storia della nostra isola focalizzando l’attenzione sulla sua funzione di domicilio coatto, campo d’internamento, luogo di confino di polizia, colonia confinaria per antifascisti.
In particolare ci siamo soffermati sul confino politico, sulle relazioni dei confinati con i ponzesi, sfociate anche in matrimoni, sulla violenza fascista subìta anche dagli isolani.
L’incontro mirava ad integrare le conoscenze più generali del periodo con quelle che riguardano la comunità isolana, ma anche ad innescare un dialogo sull’oggi che ha visto, come era ovvio, una partecipazione attiva da parte dei ragazzi.
L’immancabile sguardo al dopo-confino e al dopoguerra ha colto il passaggio dall’emigrazione degli anni ’50-’60 all’arrivo del tanto atteso sviluppo turistico che, però non ha prodotto un vero miglioramento della vita sull’isola ed ha, anzi, innescato il graduale fenomeno dello spopolamento invernale.
Ecco, lo spopolamento invernale, è stato il tema del dibattito fra gli otto ragazzi – Stefano, Antonio, Catalina, Silverio, Davide, Cosmin, Angela, Alessandro – con i quali io e il prof. Chiusano abbiamo interloquito quando necessario.
Cosa è emerso? Considerato come un dato di fatto, allo spopolamento è stato imputato di essere l’ostacolo per eccellenza ad iniziative che potrebbero rendere più vivibile la vita sull’isola durante l’inverno. Qualsiasi attività non riuscirebbe a decollare, anzi andrebbe di sicuro incontro alla chiusura in breve tempo per la penuria di fruitori. E’ il tipico gatto che si morde la coda.
Qualcuno non era d’accordo, ritenendo che, almeno la palestra potrebbe affermarsi e farebbe molto comodo. Una delle ragazze ha rilevato che, abituati a vivere così, non ci si pone proprio il problema di avviare un cinema o una palestra.
I più attenti al problema ne hanno considerato alcune delle cause ed hanno espresso le loro opinioni per rimediare: qui, chi guadagna, se ne va d’inverno a vivere fuori; bisognerebbe allungare la stagione turistica da marzo ad ottobre svolgendo attività legate al trekking, alla natura, basti pensare a Zannone-Parco del Circeo. Abbiamo suggerito che anche il tema storico confinario, come i siti archeologici, costituirebbero ottimi richiami per attirare sull’isola turisti fuori stagione estiva. I nostri luoghi del confino, opportunamente indicati ed illustrati, potrebbero attirare scolaresche con itinerari istruttivi ben più di quanto succeda a Ventotene.
Oscillando fra l’abulìa, la certezza di non riuscire mai a fare un piano di fattibilità accettabile e la vivacità delle ipotesi di iniziative da porre in campo è emerso che qualsiasi cambiamento non può venire dall’esterno, ma deve trovare la sua forza qui, sull’isola. Siamo noi che dobbiamo fare qualcosa senza aspettare, specie i giovani. Chiedere alle amministrazioni sostegni con esenzioni per coloro che avviano attività invernali, potrebbe essere il passo più semplice, ma prima ancora bisogna aggregarsi, bisogna rafforzare la consapevolezza della responsabilità individuale. La pluralità di associazioni presenti sull’isola, in quanto luoghi di aggregazione e confronto, può contribuire a questa crescita.
Un silenzio immediato ha messo in evidenza che i ragazzi non erano a conoscenza della variegata presenza di associazioni sull’isola, e questo denota uno scollamento tra i ragazzi e il territorio, ma anche fra le diverse generazioni di giovani.
Probabilmente le iniziative dei più adulti devono mirare a coinvolgere sempre anche i giovanissimi in modo da ingenerare l’abitudine all’aggregazione, a capirne l’importanza e a verificarne la forza.
I comportamenti virtuosi si apprendono con l’esempio e la pratica, specie nelle fasi di formazione, come dimostra la loro preoccupazione per il lavoro. E’ infatti, emerso che i ragazzi ormai sono in fermento per il ponte del 1° maggio, il primo grande impegno sull’isola per le attività estive: è richiesto il loro valido contributo all’economia familiare.
E’ un buon segnale di serietà, di indirizzo di crescita, ma noi speriamo ancora di più, per il bene della comunità, che questi valori positivi si amplifichino e rafforzino a favore della comunità tutta. Auguri, ragazzi, per gli esami, per il lavoro, per la vostra crescita, per il vostro futuro!
Nel farvi strada per il mondo, ricordate, però, di non guardate solo al vostro orticello, potrebbe rischiare di inaridirsi.
vincenzo
25 Aprile 2018 at 12:02
I ragazzi subiscono una realtà che non li lascia crescere, per cui i loro pensieri sono frenati da mille inibizioni reverenziali nei confronti degli adulti. E quindi il loro messaggio viene rivolto agli adulti (istituzioni) a chiedere una prospettiva.
Vigorelli A MIO AVVISO aveva una idea di cambiamento: credeva che solo risoluzioni di problemi strutturali potessero provocare nuovi adattamenti per cui evoluzione della specie isolana.
Certo ci voleva più tempo ma il Porto privato a Le Forna, la Spiaggia privata di Chiaia Di Luna, il Resort a Zannone, il nuovo riassetto privato a Frontone, i campi boa in tutto il periplo dell’isola, la LORO soluzione dell’ampliamento del porto a Ponza Centro avevano UNA DIREZIONE CHIARA. I Privati, meglio se esterni, dovevano realizzare delle strutture che producevano nuovi servizi ma anche nuova abilità imprenditoriale e organizzativa che oltre a dare occupazione doveva fare scuola per gli altri imprenditori locali.
Questo progetto è stato fermato dal 60% dei Ponzesi e dai grandi imprenditori locali.
Nell’attesa delle grandi strutture, l’unica economia ancora trainante, il turismo, con la sua unica offerta turistica, quella nautico-balneare, doveva sobbarcarsi l’onere di mantenere a galla l’isola con tutte le conseguenze: continuo aumento dell’esodo invernale e caduta della qualità di vita nel lungo periodo invernale.
Vigorelli quindi aveva un progetto – che io non ho condiviso ma ce l’aveva e a suo modo lo comunicava – io mi chiedo quale sia il Progetto di Ferraiuolo?
Ferraiuolo ha battuto il progetto di Vigorelli ma stento a vedere strutturato e comunicato un progetto alternativo di cambiamento.
Questo lo chiedono anche i giovani che dichiarano di non sapere che a Ponza ci sono Associazioni e che tra l’altro ogni anno aumentano di numero. Quindi Associazioni sconosciute? Perché non valorizzate oppure perché producono attività non significative?
Ho letto di sport, in un altro articolo, come possibilità di una offerta turistica nuova. Io vedo, nella realtà, il Presidente della Polisportiva fare alla sua età ancora il portiere e prendere la domenica di media cinque gol nella sua rete. Vedo un campetto di calcetto e un campo da tennis inutilizzati. Una tensostruttura utilizzata malissimo.
Ma di questa impotenza organizzativa potrei dire in tutti i campi della vita sociale ed economica ed io lo ripeto da tempo: SENZA UN PROGETTO che veda tutti gli amministratori partecipi, CHE COINVOLGA TUTTE le Associazioni isolane, che metta al centro il miglioramento della residenza per tutto l’anno, che coinvolga per questo i cittadini, NON SI VA DA NESSUNA PARTE!