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“Ma i ragazzi sono rassegnati, c’è salvezza solo per i migliori”
Questo l’ha detto Giuseppe De Rita fondatore del Censis in una intervista di domenica 22 aprile 2018 su il Messaggero.
A farmi interessare a questo articolo è stato il gestore del locale ’O Sarracino, Massimo Guglietta, il quale portandomi una pagina del giornale mi dice: “Vincè’, questo è un articolo che stava leggendo “Elettrico” e l’ha lasciato sul tavolo. Vedi ci sono delle sottolineature sull’articolo… siccome l’altro giorno io e te parlavamo proprio di “Elettrico” se credi potrebbe essere interessante interpretare le sue sottolineature per capire se c’è un messaggio che ci vuole mandare”.
Infatti l’articolo era sottolineato in varie parti e leggendolo personalmente non l’ho trovato molto interessante nei contenuti; in breve De Rita dice che non c’è spazio per i giovani… che difficilmente ci sarà una rivolta generazionale perché i giovani sono stati vaccinati da quelli del 68, oggi non ci sono più le condizioni igienico – sanitarie per una rivolta dei giovani.
Le sottolineature di Elettrico: “Osservo però una rassegnazione tra i giovani… ognuno pensa a se stesso… C’è il primato della soggettività in quanto individui e non come categorie. Gli anziani, affezionati al proprio presente finché dura, non svolgono il ruolo di trasmettere qualcosa, non agiscono come una catena. E i giovani lo stesso. Non hanno l’idea della successione”.
Quindi De Rita dice che i vecchi come i giovani non sono più categorie ed ognuno individualmente e profondamente rimane impegnato a vivere il suo presente.
Ma questo fenomeno del “presentismo” secondo De Rita avviene anche tra padre e figlio, infatti Elettrico sottolinea ancora: “Non c’è più la benedizione di quello che dice dopo di me tocca a te. Il discorso è un altro, finché campo penso a me e tu t’arrangi”.
Io non so se “Elettrico” voleva che noi ficcassimo il “naso” nei suo passatempo, la lettura, o se consapevolmente voleva mandarci un messaggio, ma dall’articolo scelto il messaggio è chiaro:
“Mi trovo solo: intorno non ho nessuno. Giovani come me, quelli più fortunati possono dormire senza tanti problemi, c’è il portafoglio di papà che lo garantisce. Questi giovani non hanno voglia di fare la rivolta per chiedere una nuova possibilità di vivere. Dall’altra parte ci sono padri che amano la loro presenza ingombrante sulla strada dei figli e non lasciano spazio né insegnano ai propri figli come fare a sostituirli. In questa stasi senza sblocco ci sono le persone come me che rimangono sulla panchina a leggere il giornale, pieni di rabbia e sempre più pieni di delusione perché si accorgono che non hanno un bel presente per cui non possono permettersi di stare a letto ma non sanno con chi lottare per una speranza di vita.”
Se io e Massimo non ci fossimo accorti da tempo della esistenza di Elettrico, una esistenza di un giovane ponzese non certo edificante, certamente non avremmo raccolto il foglio di giornale né letto questo articolo né interpretato le sue sottolineature come un appello disperato.
Io penso che Elettrico – come tutti i giovani – ma lui più di ogni altro, ha bisogno di attenzione da parte delle istituzioni. E’ un giovane che ancora legge articoli di questo tipo e li sottolinea a riprova che ha una cultura e una dignità per cui non chiede l’elemosina ma attenzione e rispetto.