di Giuseppe Mazzella di Rurillo
Antonello Velardi è un giornalista di 54 anni ed è attualmente redattore capo centrale de “Il Mattino”… Ha due lauree (scienze politiche e giurisprudenza) ed ha cominciato giovanissimo a lavorare nel giornalismo. L’ho conosciuto una trentina di anni fa alla redazione napoletana dell’ ANSA. Era giovane e bravo. Il più bravo di tutti per il suo fiuto della notizia e la capacità di scrivere. Era anche corrispondente de “Il Giornale” di Montanelli e lo volle seguire quando Montanelli decise di fare “ La Voce” aprendo una redazione napoletana. Quando chiuse “La Voce” Antonello passò a “Il Mattino” dove è diventato redattore capo centrale praticamente il perno centrale del giornale.
Antonello è rimasto molto attaccato alla sua città di nascita. E’ di Marcianise, grosso centro del casertano di circa 40mila abitanti a 25 chilometri da Napoli ed a 10 da Caserta.
Per amore verso la propria città si è candidato a sindaco in una lista di centro-sinistra nello scorso mese di giugno ed ha vinto le elezioni. Vuole fare una “rivoluzione democratica”. Ripristinare la legalità la democrazia e la giustizia sociale nel proprio Comune. Come prima cosa vuole applicare la “trasparenza” ed un dialogo permanente con i suoi cittadini. Così dal suo profilo di Facebook tiene una rubrica quotidiana che è il “Diario di un Sindaco” dove rende conto attraverso i nuovi mezzi di comunicazione quanto ha fatto nella giornata. La sua nota viene diffusa a sera tardi. La scrive quando ha finito la sua giornata di sindaco. Non nasconde nulla ai propri concittadini perché non ha nulla da nascondere. Il suo è un impegno civile. Riceve molo sostegno da parte dei suoi amici ed elettori perché capiscono che il suo tentativo è titanico ma se ci riesce, se riesce nell’impresa di attuare la Democrazia nel suo Comune avrà ridato speranza a moltissimi sinceri democratici sparsi nel Mezzogiorno d’ Italia.
“La trasparenza è il solo modo che abbiamo per combattere la camorra e la delinquenza ovunque” sosteneva il sociologo Amato Lamberti, scomparso 4 anni fa, dopo esser stato Presidente della Provincia di Napoli dal 1995 al 2004.
La nota che segue Antonello l’ha scritta sabato scorso e diffusa via Facebook. La pubblichiamo perché la riteniamo emblematica di uno stile, un modo di essere di un Pubblico Amministratore, un esempio da additare ai nostri amministratori.
g.m.
P.S. – Antonello Velardi, 55 anni, giornalista, si è oggi dimesso da sindaco di Marcianise in provincia di Caserta.
g.m.
Il diario di Antonello
Cari amici, buonasera. Non voglio sottrarvi molto tempo stasera, per molti di voi è l’ultimo sabato di vacanza. Ne approfitto della giornata tranquilla per darvi alcuni chiarimenti sulla scorta di quanto ho letto nei vostri numerosi commenti ad alcuni miei diari. Mi riferisco in particolare ad un fenomeno gravissimo, che ha avuto un picco in questi giorni: i roghi nelle nostre campagne o nelle campagne dei comuni vicini. Moltissimi di voi si lamentano, giustamente, di quanto accade ed invocano un mio intervento. Io stesso, quando di notte torno da Napoli attraverso una sorta di cortina di fumo e puzza impossibile che comincia all’altezza di Afragola e non finisce più fino a Pascarola dove l’olezzo si accoppia a quello dell’impianto di depurazione di Orta di Atella, a quello di una fabbrica di trasformazione delle ossa di animali e a quello di un centro di raccolta dei rifiuti umidi, entrambi operanti a Caivano proprio a ridosso con la linea di confine di Marcianise: ne esce fuori una miscela inimmaginabile. Gli effetti degli incendi arrivano direttamente nel centro abitato di Marcianise, investendo prima la periferia lato San Giuliano e lato Medaglie d’Oro: alcuni di voi mi hanno inviato delle foto da cui si nota chiaramente lo strato di cenere che si deposita sui balconi delle case, quasi che stessimo sotto all’Etna. Che cosa può fare il Comune e che cosa deve fare? Molti invocano un nostro intervento, ma la vicenda non è così semplice da gestire. Intanto distinguiamo tra i roghi che si sviluppano nelle campagne di Marcianise e quelli che si sviluppano fuori. Sui secondi siamo abbastanza fregati perché non abbiamo poteri di intervento, se non nell’ambito di un coordinamento più ampio tra enti ed istituzioni che operano nel perimetro della cosiddetta terra dei fuochi. E siamo fregati perché siamo al centro di una pianura molto estesa, con nessuna montagna che può fare da freno alle correnti. Un incendio che si sviluppa addirittura a Nola, a Giugliano o a Casalnuovo arriva molto facilmente sull’abitato di Marcianise anche in poco tempo, nel giro di pochi minuti. Diversa è la situazione degli incendi nell’area di Marcianise, dove potremmo avere più poteri di intervento. Considerazioni mie personali: non abbiamo la forza di andare a battere, di giorno e di notte, tutte le nostre campagne, con i nostri vigili urbani e con le altre forze di polizia. Ciò che avviene a Marcianise è la dimostrazione del fallimento del piano del governo sul tema, a cominciare dalla poca utilità dei militari (che pur erano stati invocati da schiere di ambientalisti). Dobbiamo piuttosto avere un diverso e più forte controllo del territorio con la tele-rilevazione: è su questo aspetto che dobbiamo battere. Oltre che sulla collaborazione della gente: chi vede e chi sa deve denunciare subito. Certo, molte volte si tratta di fermare rom, nullatenenti, pregiudicati, gente che non ha nulla da perdere e che se ne frega di una contravvenzione: le norme non ci aiutano. Ma avere un controllo forte del territorio sarebbe un primo segnale importante: mi hanno lasciato un bilancio comunale senza soldi, dobbiamo trovare risorse da utilizzare per questo settore. Per il fumo che arriva da incendi più lontani, beh, la prima cosa che mi vien da dire è di impiccare a qualche palo (ovviamente in modo metaforico, i puristi della lingua e del politicamente corretto sono sempre in agguato…) tutti coloro che hanno boicottato il ring verde. Tutti, dal primo all’ultimo: mascalzoni! In una pianura senza montagne, quella sarebbe stata l’unica barriera per fermare l’inquinamento atmosferico. Ma c’è un aspetto su cui potremmo agire, in modo graduale: i controlli delle aziende della nostra area industriale. Ho il sospetto fondato, come pure mi ha scritto qualche cittadino, che in queste giornate stanno pulendo i filtri agli impianti e fanno fuoriuscire porcheria senza filtraggio: è quella che si fa prima della ripresa e lunedì prossimo tutte le aziende riaprono dopo le ferie estive. Per avviare i controlli dovremmo organizzare un team, anche con altri enti. Penso che nessuno li abbia mai fatti: nella zona industriale hanno comandato per anni tutti i politici di Marcianise che voi ben conoscete, per cui dovevano coprire e non scoperchiare. E questo hanno fatto: hanno coperto. Ora fanno finta di indignarsi: non li pensate, non li credete, fanno finta. Nell’area industriale fanno i business e mettono la gente a lavorare (sotto ricatto, ovviamente). Vabbè, vuol dire che dopo la città metteremo mano anche all’area industriale e commerciale: mamma mia, che lavoro immane che ci attende! E questi qui, questi della cricca (degli affari), stanno tutti preoccupati: sono agitatissimi in queste ore, sembrano i topi in trappola. Pubblico alcune foto d’archivio su incendi sviluppatisi nelle nostre zone: sono immagini drammatiche che ci danno il senso del grande scempio ambientale che siamo stati capaci di causare. E pensare che molta di questa roba pericolosa interrata o incendiata era fonte di guadagno per i camorristi e i loro amici: ci fosse stato qualcuno della cricca che avesse preso allora le distanze da questi animali. Nessuno. Anzi facevano da staffetta, li adulavano, li consideravano, ci uscivano insieme, ci facevano qualche affare. Animali anche loro! A proposito di animali, intendendosi come appartenenti alla specie animale, segnalo che le ordinanze sui cani e sulle greggi hanno bisogno di una fase di rodaggio. E hanno un senso se supportate dai necessari controlli. Non è semplice. Stasera un cittadino mi ha chiamato e mi ha segnalato un gregge in transito sul cavalcavia di viale Europa. Sul posto si è recata subito una pattuglia dei vigili urbani ma il gregge si era già spostato su un terreno, peraltro di Capodrise, e quindi non avevamo più noi alcun titolo per comminare la sanzione. Intanto ho ringraziato il cittadino che mi ha chiamato: posso dire per parte mia che è fondamentale la collaborazione della gente, che dovete chiamare subito i vigili urbani appena notate la violazione di queste ordinanze. I vigili urbani, che per la verità presso in continuazione, stanno rispondendo con grande entusiasmo e con grande determinazione: li ringrazio per questo. Chiamateli perché intervengono subito: non sono più i vigili urbani di una volta, ora hanno un altro piglio. A proposito di piglio, stanno monitorando con caparbietà la situazione del velodromo (la vicenda è stata ripresa oggi, come ho già scritto, da diversi giornali nazionali). Stanno verificando in continuazione l’attività di questa tribù di dodici caivanesi che si è insediata dentro e che si è illusa di restarci da padroni tanto da montarvi una piscina e un gazebo per il bagno e per il sole (a nostre spese ovviamente). Se ne devono andare e se ne andranno, il loro destino ormai è segnato. Non consentiremo più a nessuno di violare e sfruttare il nostro patrimonio comunale. Se ne devono andare anche tutti gli altri che abusivamente occupano scuole, appartamenti e tutto il resto. Bisogna acquisire una nuova mentalità che porti al rispetto del denaro e dei beni pubblici. Io sono incazzato molto perché anche stasera erano accese le luci dell’asilo nido comunale, al lato di via Catena. Chi le ha dimenticate accese? E da quanto tempo sono rimaste accese? Dal primo agosto, quando l’asilo ha chiuso? Perché c’è tutta questa sciatteria in giro? E’ la stessa sciatteria che si usa a casa propria? Ovviamente quella luce accesa inutilmente, oltre che fare un danno all’ambiente, produce un danno alle nostre casse comunali e quindi a noi stessi che paghiamo le tasse. Anche su questo aspetto saremo severi: chi non chiude la luce sarà perseguibile. Sempre stasera, alle spalle dell’asilo nido era accesa un’altra luce, la paghiamo sempre noi: è la luce dell’abusiva che non vuole lasciare la scuola Pizzetti. Mi dicono che spesso organizza di sera anche le feste, belle tavolate. E quando può utilizza anche la palestra della scuola. Cose da pazzi. Dobbiamo cacciare anche questa tizia: la prossima settimana mi applicherò su quest’aspetto, cercando di capire questi signori da chi sono coperti in Comune e perché continuano a stare a casa nostra a spese nostre. E proprio perché stasera sono di nuovo incazzato, tanto vale che vi racconto un’ultima vicenda che per me è surreale. Mi sono trovato sulla scrivania una comunicazione con cui la Camera di Commercio di Caserta ci revoca il contributo che ci aveva concesso per le festività natalizie scorse. Non so a quanto ammonta la somma, so solo che nella lettera (la pubblico qui sotto) è spiegato che il contributo è revocato perché non abbiamo rendicontato le spese come saremmo stati obbligati a fare e come ben sappiamo soprattutto quando si ha a che fare con soggetti pubblici. Mi sono ritrovato l’ennesima grana che ho dovuto ereditare. Ora mi chiedo e vi chiedo: con chi mi devo incazzare? A chi devo prendere a calci in culo? Con quale dirigente devo cominciare ad urlare? Proverò a capirlo, ma non me lo faranno capire: sono abili a fare il gioco delle tre carte in questo benedetto Comune. Ma se becco i responsabili stavolta non so come va a finire.
Beh, mi fermo qui: la bile è già travasata e qui rischio davvero di diventare tutto giallo. Chiedo per me non la comprensione, che non è per voi un obbligo, ma almeno la compassione che è una vostra benevolenza: capite bene come sono combinato! Buona serata e buoni scampoli di vacanza. A domani. #abbassogliebeti
vincenzo
24 Marzo 2018 at 10:04
Un tentativo di comunicazione da parte di un Sindaco con i propri cittadini.
Dal suo diario:
1) “Ma avere un controllo forte del territorio sarebbe un primo segnale importante: mi hanno lasciato un bilancio comunale senza soldi, dobbiamo trovare risorse da utilizzare per questo settore….”
2) “Ma c’è un aspetto su cui potremmo agire, in modo graduale: i controlli delle aziende della nostra area industriale…..Per avviare i controlli dovremmo organizzare un team, anche con altri enti.”
3)”I vigili… Stanno verificando in continuazione l’attività di questa tribù di dodici caivanesi che si è insediata dentro e che si è illusa di restarci da padroni tanto da montarvi una piscina e un gazebo per il bagno e per il sole (a nostre spese ovviamente). Se ne devono andare e se ne andranno, il loro destino ormai è segnato.”
4) “Io sono incazzato molto perché anche stasera erano accese le luci dell’asilo nido comunale, al lato di via Catena. Chi le ha dimenticate accese? E da quanto tempo sono rimaste accese?”
5) “Sempre stasera, alle spalle dell’asilo nido era accesa un’altra luce, la paghiamo sempre noi: è la luce dell’abusiva che non vuole lasciare la scuola Pizzetti. Mi dicono che spesso organizza di sera anche le feste, belle tavolate”.
6) Il Sindaco si incazza ancora perché la camera del commercio gli revoca un finanziamento perché non è stato rendicontato. “Ora mi chiedo e vi chiedo: con chi mi devo incazzare? A chi devo prendere a calci in culo? Con quale dirigente devo cominciare ad urlare? Proverò a capirlo, ma non me lo faranno capire: sono abili a fare il gioco delle tre carte in questo benedetto Comune. Ma se becco i responsabili stavolta non so come va a finire.”
Questo Sindaco ogni sera tiene un diario sulla sua pagina. Alla fine che cosa rimarrà? Avrà risolto problemi? Qualcuno! Avrà ripulito le campagne? Ci ha provato! Avrà accontentato i suoi cittadini? Non tutti! Verrà rieletto? Non è sicuro!
Ma una cosa l’ha fatta: avrà fatto capire il suo quotidiano lavoro di Sindaco. Avrà fatto scoprire Le sue difficoltà con la macchina amministrativa, con le bande affaristiche, con la cultura clientelare; avrà aperto le porte del palazzo ai cittadini onesti e rispettosi delle regole che potendogli parlare direttamente non si sentiranno più esclusi per cui diventeranno collaborativi.
Che cosa otterrà alla fine del suo mandato? Se non altro il rispetto delle persone che vogliono segnali diversi dal potere, segnali di speranza in un modo di fare politica veramente al servizio del bene comune.
Sandro Russo
24 Marzo 2018 at 10:41
Saremmo tentati di applaudire al diario di Antonello Velardi (nonché alle considerazioni di Vincenzo) sul modo di rendere condiviso il lavoro di Sindaco.
Senonché… avimm’ appena mise ‘u core ‘ndu zucchere, che ci arriva come Post Scriptum la secchiata d’acqua fredda della stessa persona che ci ha fatto conoscere il fatto e il diario:
“Antonello Velardi, 55 anni, giornalista, si è oggi dimesso da sindaco di Marcianise in provincia di Caserta” (g.m).
…Non cambierà mai niente in questa Italia?
vincenzo
24 Marzo 2018 at 11:40
Guarda Sandro nelle mie considerazioni c’era questa paura, la scelta di tenere un diario pubblico, una sorta di esame di coscienza dell’amministratore fa capire il tormento di un uomo onesto alle prese di un mondo che resiste ad ogni forma di cambiamento e infatti ho detto: “se non altro otterrà il rispetto dalle persone che vogliono segnali diversi dal potere…”
Ma questa è anche la riprova che non basta un uomo onesto per creare il cambiamento…
Queste le amare parole di Velardi, pubblicate sui social: “Ho appena rassegnato le dimissioni da sindaco di Marcianise. La mia decisione, sofferta, non è improvvisa ma l’effetto inevitabile del clima creatosi in città. Non è un atto di viltà, ma – mi permetto di dire – di coraggio. Il coraggio delle proprie scelte. Ho cercato di dimostrare in poco più di un anno e mezzo che c’è un altro modo di amministrare; che – se si vuole – si può essere onesti e trasparenti e fare davvero gli interessi della propria comunità. Non ci sono riuscito e di questo sono molto dispiaciuto per la mia Marcianise. Sognavo un altro mondo, ho capito che inseguivo un’utopia. Grazie a tutti, grazie per il calore. Grazie anche per le critiche che ho ricevuto: aiutano a crescere. Se vi ho deluso mi scuso, più delle scuse non saprei cos’altro offrirvi. Ci tengo però a ribadirvi che non ho mai preso alcuna decisione se non rispondendo alle leggi e alla mia coscienza: così mi è stato insegnato”.