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Sono passato vicino ad un cespuglio di rosmarino. Era infestato dai fiorellini azzurri. Di questi tempi che sanno di gelide soffiate! Ne ho smaneggiato le cime e le dita odoravano di quel profumo. Tanto particolare che si gradisce anche nelle pietanze. Sulla carne alla brace… quando l’aria supporta la voglia di stare all’aperto. In compagnia.
E alla fine, sazi… – ’Nu poco ’i cetratella? L’ha preparata mia moglie!
La “cetratella”… cos’ è ? E’ una pianta cespugliosa (Lippia citriodora o cedrina) con foglie allungate. Prima che fiorisca, in agosto, le foglie si mettono nell’alcol, a decantare per una ventina di giorni. Si filtra… ed è pronto un digestivo dal sapore molto intenso. Come intenso è l’odore delle foglie stropicciate. Lasciano un che di appiccicaticcio ma è profumo vero, quello naturale.
Ugualmente appiccicoso è quanto rimane dopo aver accarezzato le cime violacee della lavanda (Lavanda officinalis o lavanda vera). Cespugli bassi da dove si alzano gambi pieni di fiorellini, e il profumo tenue impregna i vestiti, e circonda.
Alla piccola Sofia porgo un rametto. Ne vuole altri. Ne fa un mazzetto.
– Per la mamma” – dice. E ogni tanto imita i gesti ed odora, e l’espressione del viso diviene intensa perché il profumo si mischia al contesto: la campagna intorno, il cielo terso di giugno e, lì sotto, il mare in brontolio .
E la menta ?
– Quale… quella infestante, che si propaga dappertutto?
– Sì… chella llà (Mentha nepeta).
Solo a muoverla o a calpestarla inavvertitamente irradia profumo. Ma l’estate la castiga perché impreziosisce il sapore delle melanzane cotte nell’aceto e disposte nell’olio. Stuzzicano il gusto e si lasciano mangiare una dietro l’altra.
Poi arriva il piatto di pasta. Col sugo di pomodoro fresco, di stagione. Il profumo accorpa i commensali in una tavolata. Troneggia, sopra ogni piatto, la foglia di basilico. Il re delle erbe aromatiche (Ocimum basilicum): foglia curva, bitorzoluta, verde brillante.
Ha già donato le sue qualità al sugo, e se ne sente il gusto, ma poi sul rosso pomodoro campeggia, solleticando il palato. In compagnia.
Il Fieno è in pausa pranzo. Il tocco della forbice da pota non si sente, né il parlottio delle donne intente a tagliare i grappoli, né lo sbuffare dei lavoranti che si caricano i cesti da portare in cantina.
Tutti intenti a mangiare e Luciana interroga i presenti se il pasto è di loro gradimento. Rispondono affermativamente perché vogliono ingraziarsi la padrona della vigna. E dell’ottimo vino nelle bottiglie sturate. La Biancolella del Fieno.
Che compagnia! Uomini, terra, mare, cielo, cibo e vino, tutto in un insieme mirabile.