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Oggi istituzionalmente ufficializziamo l’acquisizione, ai nostri reperti storici, della campanella della gloriosa motonave “Isola di Ponza” della SPAN, che assicurava il collegamento marittimo di Ponza e di Ventotene con il continente.
È un pezzo della nostra storia di cui avremo cura amorevole e che ricorda a molti di noi i tempi nostalgici della nostra gioventù, quando eravamo tutti protesi ad affrontare le sfide della vita e un futuro che si proiettava, dopo la ricostruzione, verso il cosiddetto boom economico.
Il fatto che sia proprio la campanella della motonave di linea che portava il nome della nostra isola ne accresce vieppiù il valore.
I suoi primi rintocchi ufficiali furono quelli del 18 giugno 1956, giorno in cui l’“Isola di Ponza” entrò in servizio.
La campanella di bordo ha avuto nel tempo tanti usi; veniva suonata generalmente per indicare le attività di vita a bordo come ad esempio l’ora dei pasti, il cambio della guardia ma veniva utilizzata anche per battere il tempo, per avvertire dello sviluppo di un incendio o in caso di nebbia per segnalare la presenza della nave alla fonda.
Ma sull’“Isola di Ponza” l’uso era limitato, per quanto io ricordi, a pochissimi momenti uno dei quali era quello in cui la campanella veniva suonata per indicare che l’ancora, nel tirare la catena a bordo durante la manovra di partenza, aveva lasciato il fondo.
Ragazzo di belle speranze, ricordo indelebilmente che al suono della campanella i motori aumentavano sensibilmente i giri e la nave acquistava velocità sicché mi veniva di associare quel momento o all’allegria per una nuova avventura quando partivo per il continente o, al contrario, alla contentezza di tornare a Ponza, all’agognata casa mia, per riabbracciare i miei familiari e i miei amici.
Oggi questa campanella, dopo aver girato per tanti posti come l’Africa e la Spagna, viene posta sulla tolda della nave madre, il Comune della nostra isola di Ponza, e mi piace pensare che essa sia qui, simbolicamente, a voler indicare con i suoi rintocchi che l’ancora che frena la crescita civile, morale e materiale della nostra comunità abbia lasciato il fondo e lasci navigare velocemente le nostre aspirazioni verso lidi di progresso, con la grande collaborazione di tanti volenterosi.
Questo è l’auspicio che traggo da questo evento per noi che prestiamo il servizio dell’amministrazione e per tutta la cittadinanza.
Tutto questo lo dobbiamo, in primis, a Francisco Teinada che ci ha donato la campanella.
Lo dobbiamo anche a Paolo Scotti che ha fatto da tramite, a Giovanni Hausmann che con l’Associazione “La Schiocca” hanno contribuito economicamente ed hanno tenuto i contatti con la Spagna, all’Associazione “Ponza Racconta” per il contributo operativo ed economico messo a disposizione, e, per ultimo, ma non ultimo, a Sandro Vitiello che si è prodigato con la passione e la tenacia che lo contraddistinguono affinché questo piccolo-grande momento, com’egli lo ha definito, si avverasse.
A tutti il ringraziamento più vivo e grato da parte mia e dell’Amministrazione che rappresento.