di Rita Bosso
Musica, pittura, scultura, danza hanno occupato le pagine di Ponzaracconta nell’ultima settimana.
Il Concerto nella grotta del Core ha entusiasmato i lettori per originalità e per qualità di esecuzione, ha evocato ricordi, ha emozionato. Onde d’acqua e onde sonore dialogano, si rifrangono nella roccia, si riflettono nella grotta e nel mare; in questa performance Ponza non è semplicemente palcoscenico ma è voce, è co-protagonista.
È certo questa l’omerica isola delle sirene, scrisse Luigi Silvestro Camerini; Ulisse, se è passato da queste parti, si è immerso in queste luci, in questi suoni e la sua voce è rimasta intrappolata in qualche antro.
Speriamo di poter ascoltare presto Lorenzo Sansoni in un’esibizione live nei luoghi di Ponza.
Zannone dipinta da Germaine Amendola
Assunta Scotti, in visita alla mostra fotografica Il Confino Fa Novanta, ci regala un ricordo: nei primi anni Settanta è a Frontone con il padre, il maestro Totonno; sulla spiaggia ci sono Giorgio e Germaine Amendola, lei raccoglie posidonie stracquate. Il maestro Scotti offre un passaggio sulla barca alla coppia, Assunta è incuriosita dalla scorta di posidonie, Germaine spiega che le usa per dipingere, in sostituzione dei pennelli.
Palazzo Ferraiuolo alla Dragonara
Marisa e Luciana Sumo guardano con curiosità le foto della mostra, nella speranza di dare nome a due personaggi che ricorrevano nei racconti della loro madre Antonietta Ferraiuolo. Negli anni Trenta Antonietta, bambina, abitava in una bella casa sulla Dragonara; alcune stanze venivano date in fitto ai confinati. Uno di loro, scultore, scolpì il busto di Antonietta; una donna, cantante lirica, che abitava in un’altra casa, chiese di utilizzare il pianoforte, diede qualche lezione alla piccola Antonietta e giudicò che fosse molto dotata. Sono indizi troppo labili per risalire al nome dei due artisti; va ricordato però che dal 1933 soggiornarono a Ponza Piero Montagnani, farmacista milanese, e la moglie Tita Fusco, farmacista e cantante lirica; i due organizzavano concertini per gli amici, Tita era accompagnata al piano da Bruno Giorgi, scultore italo-brasiliano che, nella seconda metà del Novecento, avrebbe raggiunto fama mondiale.
Lo scultore Bruno Giorgi, confinato a Ponza
I Guerrieri, opera di Bruno Giorgi (a Brasilia)
La casa a Sant’Antonio in cui oggi Marisa e Luciana Sumo trascorrono l’estate ospitò nel 1941 Cesare Rossi: è un bell’appartamento borghese, panoramicissimo, ampio, adatto a un confinato di riguardo come Rossi, ex braccio destro del duce.
Anche Tersicore, musa della danza, ha avuto la sua parte questa settimana: siamo rimasti tutti incantati dal fenicottero rosa nelle acque di Giancos e di Santa Maria. Biagio Vitiello ci ricorda che il trampoliere non è in vacanza, probabilmente è rimasto isolato e ha difficoltà a nutrirsi.
Non manca l’angolo della poesia con i bei versi di Tommaso Lamonica.
Su Ponzaracconta si scrive di storia, come sempre: abbiamo foto-raccontato Il Confino fa Novanta (tour, mostra, serata al Winspeare), Franco De Luca si è soffermato sui secoli in cui l’isola era al centro di azioni di pirateria, Isidoro Feola si è occupato di Zannone, Sergio Monforte ha ricordato Luisa, moglie della guardia carceraria di Ponza.
Il venerdì, come al solito, abbiamo misurato il grado di ottusità di Giggino: si conferma il trend al rialzo.
Acqualatina incontra la nuova Amministrazione Comunale e fa il punto sulla gestione del servizio idrico; l’ingegner La Torre fornisce un parere in materia di dissalatori.
Abbiamo cercato, come ogni settimana, di offrire un menù vario e appetibile. Silverio, lettore fedele, attraverso Franco De Luca, ci accusa di utilizzare ingredienti esotici (“Che ci importa delle news di altre isole?”), di preparare piatti indigesti (“fare letteratura”); Sandro Russo gli propone di dare una mano in cucina anziché accomodarsi a tavola e criticare.
Gentile Silverio, noi non andiamo a fare la spesa al mercato; raccogliamo e mettiamo in pentola quel che cresce, più o meno spontaneamente, nell’orto di casa, prodotti umili e a buon mercato ma, quando serviva, abbiamo trovato e raccolto erbe urticanti e qualche fogliolina di cicuta. “Facciamo letteratura” perché scriviamo per scelta, perché ci piace farlo; non c’è un burattinaio dietro le quinte; tentiamo, più o meno intenzionalmente, di fare letteratura allo stesso modo in cui un cuoco, quando si mette ai fornelli, tenta di fare gastronomia.
Pubblichiamo i nostri scritti, ci fa piacere se li leggete, se li commentate, dunque siamo narcisisti.
I lettori, gentile Silverio, hanno il diritto di criticare, di sbuffare, di saltare paragrafi e interi articoli a pie’ pari; le statistiche ci dicono che i lettori esercitano tutti i diritti che Daniel Pennac inserì nel Decalogo del Lettore e anche qualcuno in più.
Senza voler fare del vittimismo, ti chiedo di considerare che il “metterci in mostra” ci ha provocato, nel recente passato, l’ostracismo; oggi, che il vento è cambiato, non ne traiamo alcun vantaggio, organizziamo i nostri eventi in una sede privata, al Comune chiediamo il patrocinio gratuito, ci autofinanziamo o, come nel caso della mostra fotografica (finanziata dalla Pro Loco), ci arrangiamo in tutti i modi per limitare le spese all’osso.
Insomma, gentile Silverio, ci riconosci almeno un briciolo di generosità e di azione disinteressata?
Maria Turra
17 Settembre 2017 at 13:19
Mi è venuta la curiosità di venire a Ponza dopo aver letto «Un’Isola » di Amendola. Vent’anni fa…. Da allora, innamoratami della vostra isola, trascorro da voi le mie vacanze!