Parlando con Peppe De Gaetano – seduti comodamente al tavolo del Timone, a fine mattinata – abbiamo ricordato un episodio poco conosciuto, ma non dal buon ristoratore isolano.
Ponza, una terra di confinati. Anche nel primo dopoguerra – nel 1946 – agli inizi dello Stato repubblicano, l’isola ospitò degli uomini politici di un certo spessore. Il più noto fu Andrea Finocchiaro Aprile, separatista siciliano, un personaggio che arrivò a raccogliere forti consensi sul territorio insulare. Insieme a lui altri due esponenti di spicco: Varvaro e Restuccia.
I tre leader dell’ala moderata del MIS (Movimento Indipendentista Siciliano) rimasero sull’isola sei mesi.
Quando tornarono a Palermo 50mila persone li accolsero festanti all’aeroporto di Bocca di Falco, segno di grande popolarità.
Finocchiaro, figlio di un ministro, aveva iniziato la propria attività politica con l’elezione a deputato nel 1913 come liberale.
Nel 1920 fu nominato sottosegretario alla Guerra e alle Finanze nel governo Nitti.
Finocchiaro Aprile fu poi costretto a ritirarsi dalla vita politica sino alla caduta del fascismo.
Ritornò in auge dopo lo sbarco degli alleati nel 1943 fondando il Movimento Indipendentista Siciliano e collaborando poi con l’Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia (EVIS). Mantenne anche contatti con i servizi segreti sia inglesi che americani per cercare l’appoggio di queste nazioni nel processo d’indipendenza.
Nel 1944, Finocchiaro scampò ad un attentato nel corso di una manifestazione organizzata dal Movimento Indipendentista Siciliano a Regalbuto ma, nello stesso anno, fu arrestato per ordine del governo Parri.
Il MIS nel 1944 arrivò a contare quasi mezzo milione d’iscritti. Ritornò libero nel 1945. Nell’ottobre dello stesso anno fu nuovamente arrestato insieme al suo braccio destro Antonino Varvaro e Restuccia, inviato al confino politico a Ponza dove rimase sino all’aprile del 1946.
Il ritorno di A. Finocchiaro Aprile in Sicilia. Apr. 1946
Molti ponzesi ricordano Finocchiaro come una persona dal piglio molto aristocratico, sempre elegante, di poche parole, dedito a lunghe passeggiate con i suoi amici Restuccia e Varvaro.
La guardia del corpo era un giovane carabiniere di borgo San Michele, Medardo Cavallini, che ricordava lucidamente quei giorni: “Un uomo tutto di un pezzo, non ci ha mai creato problemi, era rispettoso, davvero educato”.
L’amico Ernesto Prudente, scrittore di Ponza e storico attento, deceduto cinque anni orsono, ideò una provocazione delle sue, scrivendo a tutte le Procure della Repubblica italiane: – Se lo Stato ha mandato al confino i separatisti siciliani – sosteneva Prudente -, perché non fa la stessa cosa con l’onorevole Umberto Bossi che vuole dividere l’Italia?
I tempi erano cambiati e per l’ex leader leghista dalla camicia verde non ci sono stati problemi di ordine giudiziario.
Nel 1946 Finocchiaro fu eletto deputato all’Assemblea Costituente nelle liste del Movimento Indipendentista Siciliano che ottenne il 9% dei voti.
Finita l’era del separatismo, Finocchiaro si ritirò dalla politica attiva.
Nota a cura della Redazione
Ad Andrea Finocchiaro Aprile (Lercara Friddi. 1878– Palermo, 1964) è dedicata una piazza a Roma, sull’Appia, tra le stazioni della Metro “Ponte Lungo” e “Furio Camillo”.
Adesso quando ci passiamo possiamo ricordare chi era.