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Tutti hanno un paio d’ali, ma solo chi sogna riesce a volare.
(Jim Morrison. Doors)
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Per una volta, proviamo a far cambiare l’apprezzamento per il nostro amato scoglio da parte dei turisti che la visitano: non solo il mare, il cibo, le calette, gli affascinanti tramonti, le cisterne romane, le passeggiate e i paesaggi mozzafiato.
L’accoglienza. L’accoglienza. L’accoglienza.
Far apprezzare l’amato scoglio e i suoi abitanti per la loro gentilezza, educazione, mitezza, dolcezza.
E propongo la “Settimana dell’accoglienza”, nella quale tutti gli abitanti dell’amato scoglio possano dedicarsi di più ai turisti, mostrando il lato migliore di sé.
Mettendosi a disposizione, salutando e porgendo un sorriso a chi mette piede sull’isola lunata (ed educata). Ma non solo l’accoglienza per quelli che affittano le camere, le barche, che vanno a mangiare al ristorante e che portano sicuramente profitto; o per quelli delle mega imbarcazioni; o per i “forestieri importanti”; per tutti, insomma.
Senza che l’accoglienza possa avere il senso della “captatio benevolentiae” (rivolta ai turisti) come qualche recente candidato ha fatto con le nostre vegliarde per conquistarne il voto, prendendole sotto braccio o cedendo magari loro il posto sul traghetto.
Questa accoglienza deve avere il solo scopo di manifestare senza pudori o reticenze l’animo buono e positivo del nativo dell’isola.
In occasione dei miei primi soggiorni nella vicina Ventotene, notavo che venivo salutato da tutte le persone che incontravo, pur essendo per loro, un perfetto sconosciuto. Forse perché io guardo sempre negli occhi chi mi sta davanti e sorrido a chi non mi conosce, salutando spesso io per primo.
E dopo la “Settimana dell’accoglienza”, far crescere nei bambini e negli adulti dell’amato scoglio questo sentimento che è presente in noi tutti, ma che l’orgoglio, la fretta e la scarsa fiducia nel prossimo, impediscono di nascere e di crescere.
“Ponza; l’isola dell’accoglienza”. Ponzesi, pensateci.
Potrebbe scoppiare l’amore sull’amato scoglio e non ci sarebbero più cause civili tra vicini di casa, né lettere anonime.