Non so se qualcuno ha mai sperimentato quella sensazione indefinibile di ricordare un musica e di non poterla completamente afferrare; ricordarla tanto da poterla anche fischiettare, ma subito dopo quella sparisce senza che se ne sia definito il titolo o il contesto. Qualche volta aiutano le immagini, che possono indirizzare, ma stavolta no.
Solo più tardi ho sentito parlare di earworm (letteralmente ‘verme nell’orecchio’) che è la ricorrenza involontaria di una musica indistinta che torna e ritorna alla memoria, a volte senza poter essere chiaramente identificata, spesso associata ad una emozione altrettanto indistinta. È un fenomeno studiato in psicologia come esempio di memoria involontaria come INMI (Involuntary Musical Imagery).
Bisogna essere pazienti. Prima o poi ritorna da sola; qualche volta al mattino, come se per tutta la notte si fosse lavorato a rincorrerla nei sogni.
Qualche volta si sovrappone ad altro, si contamina con altri brani, altre note. Ma non è la musica giusta. Quando ritorna (…e succede quando vuole lei) si sa subito che è quella che si cercava… Ma niente! La risposta a “Che musica è?”, “Dove l’ho già sentita?” non arriva.
Mi hanno detto che c’è un’applicazione (App) che fa identificare una musica da poche note in sequenza, ma non sono (ancora) così tecnologico!
Così dopo qualche giorno di passione ricorro ad una persona fidata, che ha sentito (e sente) molta buona musica e ha una buona memoria per i motivi.
E’ mio fratello Renzo. A portata di telefono.
E lì accade una cosa strana che rende questa storia degna di essere raccontata, perché ha un lieto fine.
Nel momento di fare il numero, ecco che mi arriva distintamente alla mente l’informazione che cercavo.
Ecco cos’è!
Un attimo dopo risponde mio fratello.
Che dirgli?
– Ohé Renzo, volevo ringraziarti!
– ?
– È una storia lunga…
– ??
Ma i fratelli ci sono apposta per capire subito, e poi lui è abituato a ben altre stranezze da parte mia…
La musica per giorni senza nome era (è) il main theme del film Lezioni di piano, “The Heart Asks Pleasure First” di Michael Nyman, un brano avvolgente, intenso, giustamente famoso, insieme al film di Jane Campion del 1993, al cui successo ha contribuito non poco.
Lezioni di piano (The Piano) è un film del 1993 scritto e diretto da Jane Campion. Ha vinto la Palma d’oro al 46º Festival di Cannes e tre Premi Oscar nell’edizione del 1994: migliore attrice (Holly Hunter), migliore attrice non protagonista (Anna Paquin, la bambina) e migliore sceneggiatura originale (Jane Campion).
Ambientato in Nuova Zelanda a metà dell’Ottocento… (cenni ripresi da Wikipedia)
Qui da YouTube, insieme a immagini, dal trailer del film:
Luisa Guarino
19 Luglio 2017 at 17:05
“Diavolo” di un Sandro, che a migliaia di chilometri di distanza mi riporta alla mente un film che ho amato e amo moltissimo: uno dei pochi che davvero non dimentichero’ mai. Confesso invece che non ne ricordavo la colonna sonora, basilare, come dice giustamente il mio amico d’infanzia piu’ cinefilo di me, per il successo della pellicola. Nuova Zelanda e Mozambico, via Roma, uniti dalla bellezza struggente delle immagini e della musica: grazie Sandro!
silveria aroma
20 Luglio 2017 at 13:34
La prima volta che ho visto Lezioni di piano mi è subito tornato alla mente un libro letto tempo prima, La lunga vita di Marianna Ucrìa di Dacia Maraini (Rizzoli, 1990 – Premio Campiello).
In entrambi i casi la narrazione ruota attorno ad una donna “mutola”, aggraziata ma forte, capace di cambiare il corso della propria vita.
La musica, la fotografia, la sonorità della natura, la grazia dei corpi e delle mani impegnate al pianoforte ma anche sulla pelle fanno di questo film un’Opera da vedere e rivedere.
Bravo! Ho riascoltato molto volentieri il brano.