di Sandro Russo
Tanti pensieri confluiscono tutti insieme… L’affanno quotidiano di vivere in questi tempi impazziti, le notizie dei giornali, i ragazzi sempre più lontani, gli adolescenti di cui si parla tanto per la tendenza all’autolesionismo e l’istigazione al suicidio (fenomeni come Blue Whale, leggi qui).
Tutto questo, stranamente, suscitato da un innocente articolo di giornale – ‘la Repubblica’ di ieri 30 maggio, a firma di Gino Castaldo (*) – vedi file .pdf alla fine di questo scritto – per i cinquant’anni dall’uscita dello ‘storico’ album dei Beatles Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band.
C’è che le nostre vite sono trascorse, segnate indelebilmente da canzoni ‘mito’ il cui ricordo richiama vividamente alla mente quei tempi e come eravamo.
L’articolo in questione mi ha riportato a tutto questo, alle prime (e uniche) esibizioni del gruppo in Italia (Milano, Genova e Roma).
A quei tempi avevo tutt’altri pensieri per la testa, impegnato com’ero con gli esami di maturità. Naturalmente conoscevo i Beatles e le loro canzoni – parola per parola, potrei dire, perché ci ho imparato l’inglese sopra – ma la loro venuta in Italia non mi fece né caldo né freddo…
“Quarantotto ore di musica dal vivo. Pomeriggio e sera sul palco, i Beatles suonarono al Teatro Adriano il 27 e 28 giugno del 1965 dopo le tappe di Milano e Genova. Il concerto, organizzato da Leo Wachter, sconvolse la capitale. I fan erano in visibilio. La stampa fu più tiepida. Prima del quartetto di Liverpool si esibirono Peppino Di Capri e Fausto Leali. In platea c’erano anche Catherine Spaak e Mita Medici. Gianni Minà portò John Lennon e gli altri al Piper.
L’Italia stava scoprendo il fenomeno Beatles”
Ma io non sopportavo le ragazzine urlanti che attaccavano a dibattersi alla prime note e finivano alla fine del concerto …Da cui si dimostra che non ho mai capito i giovani, neanche quando c’ero anch’io in mezzo!
Ma i Beatles… Ah! i Beatles e le loro canzoni. Diventavano più belle e più interessanti man mano che il tempo passava… e le discussioni infinite tra chi teneva per loro e chi per i Rolling Stones (io non mai avuto dubbi!)
Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band uscì il 1° giugno del 1967, perciò l’altro ieri si è ricordata la ricorrenza dei 50 anni.
Quando uscì il cosiddetto “White album” (1968), ero già a Roma, alla Casa dello Studente di via de Lollis. Per l’occasione rimasi piantato per qualche settimana nella saletta della musica a sentire un geniaccio di ingegneria di Pescara che lo rifaceva al pianoforte e smise (smettemmo) solo quando riuscì a riprodurre perfettamente tutti i brani.
Poi qualcuno chiede chi erano i Beatles…
Con le nuove generazioni si ricomincia sempre da capo, perciò non c’è da stupirsi della domanda.
A rispondere c’è una bella canzone degli Stadio (1984), ripresa da Morandi nel Tour Dalla – Morandi del 1988.
Ma consiglio vivamente la lettura dell’articolo di Gino Castaldo, molto interessante, per la densità di notizie che contiene e per dare un’idea dell’atmosfera dei tempi… anche per come non capiamo mai l’importanza delle cose nel momento in cui accadono.
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PDF – “Ragazzi, ecco le ragioni per riscoprire l’album capolavoro”: La Repubblica del 31 maggio 2017. Gino Castaldo. Sgt. Pepper 50
(*) – Gino Castaldo (Napoli, 20 ottobre 1950) è un giornalista e critico musicale italiano. Da anni scrive sul quotidiano “la Repubblica”. Insieme ad Ernesto Assante ha scritto numerosi libri e saggi di divulgazione musicale e cura rubriche radiofoniche sullo stesso argomento (Playlist su Radio Capital).