Propongo una novità: la pagina letta. Scritta, detta e ascoltata:
Dal poeta cubano José Martì:
Coltivo una rosa bianca
in luglio come in gennaio,
per l’amico sincero
che mi dà la sua mano franca.
Per chi mi vuol male e mi stanca
questo cuore con cui vivo
cardi e ortiche coltivo.
Coltivo una rosa bianca.
Non è tempo di poesia ? Voi dite che è inopportuno ?
Così però la quotidianità la lasciamo a dilaniarci. E la realtà predominerà sull’anelito a vedere come la mondanità si corrode. La poesia è il vento dell’animo.
Lo sappiamo bene noi isolani.
Il mare rosica intorno agli scogli. Senza lena. Con circospezione.
Ma lui sa lasciare la rabbia, e sa addolcirsi poi nell’abbraccio. Si quieta nella spiaggia e si indigna contro lo scoglio.
Noi no. Troppo corrivi, troppo stupidi per abbandonare il rancore e darsi alla comprensione, e poi, di nuovo, alla maschia indignazione, e poi ancora sdilinquire nel sorriso.
La vita è come il mare ?
No, dal mare dovremmo trarre esempio per la conduzione della nostra vita. Andare e tornare, lambire e mordere.
Frignare in inverno e godere a maggio quando nel giardino spicca una rosa bianca.
La coltivo.