Ambiente e Natura

Uomo di cultura, se ci sei batti un colpo!

di Vincenzo Ambrosino

 

Lunedì 13 marzo, come da me previsto (leggi qui), si è votato all’unanimità la delibera portata in Consiglio Comunale dal sindaco Vigorelli, per “l’uscita di Zannone dal Parco del Circeo”.

Unanimità significa che maggioranza e opposizione hanno condiviso la scelta politica del sindaco Vigorelli: quella di far uscire  Zannone dal Parco del Circeo.

Qualcuno potrà pensare che comunque la strada è lunga per arrivare a estirpare Zannone dal Parco del Circeo, l’iter è complesso – ce lo ricorda lo stesso Ministro dell’Ambiente Galletti (leggi qui): “Circa l’opportunità di assumere iniziative per escludere l’isola di Zannone dal parco ed affidarne la gestione all’amministrazione comunale di Ponza, si evidenzia che un procedimento di riperimetrazione di un parco nazionale prende avvio con una richiesta da parte del comune all’ente parco interessato e sulla base di un’apposita istruttoria tecnica viene formulata una specifica richiesta al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, il quale apre il relativo procedimento”.
Ma a mio avviso l’indifferenza degli uomini di cultura è imbarazzante! Intanto il primo passo è stato compiuto e anche all’unanimità!

Infatti al di là della lungaggine burocratica resta il messaggio politico: i delegati – a rappresentare i cittadini di Ponza, che siedono in Consiglio Comunale – sono tutti d’accordo che il Parco del Circeo se ne deve andare dal perimetro delle nostre isole perché sono di nostra proprietà e ci facciamo quello che ci interessa di fare!

In questo forte messaggio ponzese – figlio della vecchia cultura locale che ci sta portando al fallimento – sposata da Vigorelli e da tutta la Sua Amministrazione, c’è una doppia lettura: quella delle elezioni amministrative (immediate) e quella economica (prospettica).

Per vincere le elezioni: la maggioranza consiliare decide di affondare il colpo su Zannone e la minoranza con il suo voto “se ne lava le mani”, dicendo “non mi piace ma mi adeguo!”.

Quella economica: vede Zannone che una volta  svincolata dalla così definita – “burocratica, inefficiente, incompetente, talebana” – gestione di un “Ente Parco”, diventerà terra libera e come tale in mano alla fantasia creativa dell’uomo che potrà riempirla di contenuti produttivi dal punto di vista economico/ambientale.

D’accordo gli uomini politici fanno demagogia, dopotutto siamo in campagna elettorale ma gli uomini di cultura – quelli che continuano a scrivere da tempo – più in versi che in prosa – di tradizione, di storia, di patrimonio archeologico, di protezione ambientale – perché restano muti e non dicono una parola sulla questione di Zannone?

Dove sono gli uomini e le donne di cultura? Sono tutti impegnati, anche loro in campagna elettorale per questo decidono di stare zitti, per non prendersi l’epiteto di ambientalisti?

Se stanno in campagna elettorale hanno ragione: dopotutto gli alberi non votano!

1 Comment

1 Comments

  1. arturogallia

    17 Marzo 2017 at 16:25

    Parole sante! Possibile che ci sia, anche nelle pagine di questo sito, un silenzio quasi assordante nel dibattito su Zannone? La gestione di un bene naturale (ed economico) non può essere risolta coprendo i problemi. Zannone è una risorsa biologica, naturale, culturale e, si, economica. Cos’è questo silenzio? Ne riparleremo tra 10 anni alla prima colata di cemento…

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