di Silverio Lamonica
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Checché ne dica il carissimo amico Vincenzo, seguo con la massima attenzione gli sviluppi della vicenda che riguarda la nostra stupenda isola di Zannone, ridotta, ahimè ! ad un lercio, laido letamaio, proprio da chi avrebbe potuto e soprattutto dovuto preservarla e proteggerla.
I filmati pubblicati dal sindaco Vigorelli sono più che eloquenti: monnezza dappertutto, la stupenda Villa Comunale ridotta ad un rudere fatiscente, carcasse di mufloni e di altri animali morti sparsi qua e là e sarebbe troppo lungo enumerare tutti i macabri aspetti dello scempio. Ho provato una fitta al cuore nel vedere tanta bruttura, Caro Vincenzo, e tu hai messo il dito nella piaga. Sì nella piaga. Perché tra i firmatari di quella delibera del lontano 1978, emanata in buona fede, c’è anche la mia firma quale Vice Sindaco di Ponza pro-tempore. E quella delibera fu fatta propria dall’allora Presidente Pertini (che firmò il famoso decreto di annessione di Zannone al Parco) le cui ceneri – sono sicuro – manifestano un sussulto di rabbia e di dolore, di fronte a tanto abominevole degrado!
Pertini avrebbe richiamato al dovere i responsabili di tanta nefandezza, ne sono più che convinto; ed oggi un’azione del genere la attendo e con convinzione, dal Presidente Mattarella.
E mi vengono i brividi nel leggere l’inaudita risposta del ministro Galletti all’interrogazione presentata dall’ On. D’Alessandro, nel passo seguente: “Anche nell’attuale convenzione sono state inserite azioni specifiche di conservazione relative a Zannone che non sono state pienamente attuate a causa delle difficoltà di accessibilità all’isola, dovute alla mancanza delle condizioni di sicurezza degli attracchi. Il corpo forestale dello Stato ha, dunque, interrotto due anni fa la presenza sull’isola segnalando la problematica.”
Che vergogna! Gli uomini della Forestale, che tra l’altro sta per essere incorporata nientedimeno che nell’Arma della Benemerita, definiscono “problematica” la loro permanenza a Zannone, sia pure a turno. Del resto si tratta di “baldi giovani”, si fa per dire, ventenni o trentenni. CHE VERGOGNA! Considerando anche la presenza permanente, in passato, del guardiano ponzese che svolgeva, con bravura encomiabile, la custodia e la pulizia dei sentieri e dell’habitat in genere.
Certo, caro Vincenzo, il sindaco avrebbe fatto bene a deliberare l’uscita di Zannone dal Parco dopo la sua eventuale rielezione, mettendo come punto fermo tale questione in campagna elettorale. Ha usato una strategia diversa. Del resto ciascuno di noi ha una propria opinione rispetto ai vari problemi.
Da una ricerca effettuata in internet mi risulta che i vari parchi e zone protette funzionano molto bene in tutt’Italia, e recano dei vantaggi anche economici. Il Parco del Circeo sembra essere un’eccezione, purtroppo!
Caro Vincenzo, forse a questo punto mi chiederai come avrei votato se fossi stato in Consiglio Comunale. Ebbene, avrei votato a favore della mozione del sindaco con la seguente motivazione:
“Nel 1978 affidammo fiduciosi Zannone al Parco del Circeo, affinché fossero salvaguardate le sue splendide bellezze naturali ed il suo habitat. Oggi questi requisiti sono venuti meno. L’esperienza è stata fallimentare. Zannone, con tutti i vincoli attuali, sarà gestita d’ora in poi direttamente dal Comune di Ponza. Occorre dare un forte segnale ed un monito severo al Governo: con la tutela dell’ambiente non si scherza e il Consiglio di Amministrazione del Parco del Circeo ha scherzato fin troppo!”
vincenzo
18 Marzo 2017 at 09:37
Caro Silverio, innanzitutto ti ringrazio di aver accettato la mia “provocazione” ma qui il problema va oltre la situazione specifica di Zannone è una questione di politica ambientale che assolutamente la nostra isola non riesce a esprimere anzi per adeguarsi alla sottocultura popolare, le amministrazioni irridono la necessaria politica ambientale. In questo contesto culturale e oggi politico noi non siamo in grado di fare da maestri neanche ai più “scellerati, inetti, burocrati statali” che hanno fallito a Zannone e nel Parco del Circeo.
Su Zannone le amministrazioni locali, negli anni, potevano diventare protagoniste, ma non l’hanno fatto.
Quel territorio intatto dal punto di vista ecologico, isolato, poteva esprimere una vera alternativa di turismo ecologico che si aggiungeva al turismo nautico-balneare di Ponza e Palmarola. Sicuramente con un accordo Comune – Ente Parco si poteva fare di meglio, anche per sistemare la Villa Comunale invitando – in un bando pubblico – anche gli stessi Privati a proporre soluzioni definitive.
In un contesto di Parco Nazionale – per cui di delimitate e chiare regole del gioco, di protezione ambientale e giusta fruizione del territorio – sicuramente non saremmo arrivati a questo punto.
Invece adesso è passato il messaggio antiambientalista, che il comune vuole rimpadronirsi di un territorio senza avere la cultura della necessaria protezione ambientale: questa storia non può che nascere nel sospetto per cui – io prevedo – fallirà l’operazione che va sotto il nome di “Riprendiamoci Zannone” e al contrario perderemo anni e anni in diatribe controproducenti tra le parti rallentando, tra l’altro, il necessario processo di crescita dei cittadini di Ponza e quindi dei suoi governi locali.