Accogliamo volentieri l’invito ad un confronto civile con cui l’arch. Giocondi chiude la sua lettera (leggi qui); lo ringraziamo per aver scelto Ponzaracconta quale sede per illustrare e motivare le decisioni che ha assunto in merito alla vicenda dell’abuso effettuato dal sindaco Vigorelli; leggiamo, nella lunga ed articolata esposizione, la volontà di rispondere alle numerose osservazioni che la stampa e la cittadinanza hanno espresso a partire da novembre 2016 (il provvedimento dell’Ufficio Tecnico è datato 24 nov) e non possiamo che apprezzare tale volontà.
Ponzaracconta, nell’articolo pubblicato sabato (leggi qui), ha semplicemente ripreso e dato spazio a quanto è stato pubblicamente lamentato da un consigliere di minoranza; inoltre ha proceduto ad una sintetica esposizione dei fatti inerenti l’abuso – i cui aspetti tecnici sono e saranno valutati nelle specifiche sedi -, senza entrare nel merito delle decisioni adottate dall’architetto.
Il sito a suo tempo aveva pubblicato l’intervento di Monia Sciarra e avrebbe pubblicato ogni altro intervento sul tema, qualunque ne fosse stato l’orientamento, se fosse giunto in redazione. All’epoca, registrammo valanghe di malumore ma non ricevemmo altri scritti oltre quello di Monia Sciarra.
Ponzaracconta sarà pure poco avvezza alle prassi amministrative, ma non può fare a meno di notare che tutta la tempistica di questa vicenda appare poco lineare. Pensiamo ai 10 giorni lavorativi disponibili, dal 6 al 22 dicembre 2016 (inizio della malattia dell’architetto) per la consegna di documenti non ‘di archivio’, ma ‘in lavorazione’, al consigliere che ne aveva fatto richiesta scritta. Tempo non insignificante, soprattutto in quell’ottica di vicinanza fisica e collaborazione così ben espresso dallo stesso responsabile del settore urbanistico del nostro comune.
Come pure ai 10 mesi intercorsi fra la richiesta di chiarimenti fatta dall’area vigilanza urbanistica della Regione Lazio (22 settembre 2015) e la risposta del Comune di Ponza (5 agosto 2016), sull’abuso commesso a suo tempo dal cittadino Vigorelli.
Oggi la discussione verte sulla richiesta di accesso agli atti presentata da D’Arco.
È vero, come scrive l’arch. Giocondi, che Ponzaracconta non conosce la “consistenza qualitativa” delle figure apicali in servizio presso il Comune di Ponza; siamo informati dell’aspetto puramente “quantitativo”. A prima vista, l’affermazione dell’architetto sembra un giudizio poco lusinghiero nei confronti dei suoi colleghi, ma può darsi che ci sbagliamo.
Le altre domande che l’architetto formula – 1). A quale altro responsabile apicale con analoghe competenze tecniche “della propria unità lavorativa” è possibile delegare la responsabilità degli atti? 2). Ma quale responsabile del procedimento può assumere le funzioni proprie del responsabile del servizio? – andrebbero poste, più che alla redazione di Ponzaracconta, agli estensori delle norme sulla trasparenza ed accesso agli atti, che hanno previsto la delega.
La constatazione che, in assenza del dirigente, l’ufficio non “chiude bottega” sarà banale e superflua, ma definirla “grottesca” ci sembra decisamente esagerato. È però in linea con tutti gli aggettivi utilizzati nella lettera, o desumibili: sprezzante (Sciarra), inesperto/sprovveduto (D’Arco), cortesi (le informazioni fornite da Giocondi), sgradevolmente sarcastici (Ponzaracconta), propositivo (l’atteggiamento di Giocondi).
Ciò che a noi interessa è che i nostri concittadini ricevano la maggiore informazione possibile, rifuggendo dalla polemica sterile, e l’ampliamento della platea dei nostri lettori, di cui fa parte anche lei, ne è un valido feed-back.
Gentile architetto, l’invito al basso profilo è sempre opportuno, ovunque e con chiunque; ne faremo tesoro, senza mai confonderlo con l’invito a tenere la bocca chiusa.
Cordialità