Ricorrenze

Per non dimenticare (2)

di Sandro Vitiello

 

Giornate come quella che celebriamo oggi dovrebbero essercene una per ogni giorno del calendario perchè se guardiamo alla storia dell’umanità vediamo una striscia continua di sangue che attraversa tutti i paesi della terra, in tutte le epoche della storia.

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Nessuno si salva e anche se non tutti sono stati carnefici, la maggior parte di noi è stata complice.
Da che mondo è mondo la possibilità di stare meglio è stata sempre associata al desiderio di vedere l’altro sottomesso.
Da che parte vogliamo cominciare?
Basta digitare la parola genocidio nella pagina di Wikipedia e viene fuori un elenco vergognoso della condizione umana.
C’è di tutto: guerre di conquista e di religione prima di tutto.
Dove l’uomo si è portato ha trovato il modo di mostrare il suo volto peggiore.
Spesso l’ha fatto anche in casa sua.
Pensiamo alle purghe staliniane o a quello che è stato il mattatoio cambogiano.
Pensiamo alle recenti guerre nei Balcani o a quelle nel cuore dell’Africa.
D’altronde in Africa l’Europa ha fatto scuola.

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Leggo ancora da Wikipedia.
Leopoldo secondo – re del Belgio – con le sue politiche ha provocato la morte di oltre dieci milioni di persone nel diciannovesimo secolo, in Congo.
Lo schiavismo rimane una delle peggiori infamie dell’umanità.
Ricordiamo l’atteggiamento accondiscendente della Chiesa di Roma nei confronti di questa pratica disumana.
D’altronde gli Stati Uniti hanno abolito la schiavitù solo dopo la guerra di secessione, nella seconda metà del diciannovesimo secolo.
Ricordiamo anche la strenua difesa dei nativi sudamericani da parte dei gesuiti.
Chi ha visto il film Mission può farsi una vaga idea di quello che è stato il massacro delle popolazioni indigene da parte dei conquistadores.
Stime attendibili parlano dell’uccisione diretta o indiretta di un numero di nativi americani nell’arco di quattro secoli che sta tra i cinquanta e i cento milioni di esseri umani.

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Che dire?
La Shoah è stata la manifestazione scientifica della volontà di annientare un popolo e una cultura; quella ebraica.
Facciamo bene a ricordarla perché mai più la mente umana abbia a partorire simili mostri.
Non smetteremo però di dimenticare quanti sono morti per mano di chi credeva di essere portatore di valori superiori o che credeva di essere figlio di un dio migliore.

1 Comment

1 Comments

  1. Sandro Russo

    28 Gennaio 2017 at 09:58

    Parlando con la mia amica Silvana [Silvana Caiazzo, di padre ponzese, estati di adolescenza e gioventù a Ponza, dietro la Caletta; molti la ricorderanno] di crudeltà varie dell’uomo – si parlava di crudeltà nei confronti degli animali, ma a maggior ragione vale per quelle sui propri simili – lei diceva di essere arrivata a persuadersi che crudeltà/violenza siano un organo costitutivo dell’essere umano così come un fegato o un rene; non visibile, ma sicuramente nascosto da qualche parte.
    Dopo tanto cogitare sulla supremazia della mente sul corpo, sulla possibilità di affrancarsi dagli istinti più bassi, ecco una teoria “organicista” che riporta alla cruda realtà di quel che veramente siamo.

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