di Francesco De Luca
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per la prima parte (leggi qui)
per la seconda parte (leggi qui)
Nell’inverno 2011 Nino si lanciò in un vero e proprio delirio compositivo. Cominciò con l’interessarsi ad un articolo scritto da Mimma Califano intorno alla pesca dei palamiti in cui riconosciuto esperto fu il padre Giuvantonio.
Un pomeriggio andai a casa sua e mi fece ascoltare quello che aveva prodotto. Qualche parola non andava bene, qualche altra doveva essere corretta. Insomma feci da consulente per una canzone in cui mise in musica l’uscita di notte di Giuvantonio con il suo equipaggio accorto (vera ggente essenziale) nel porto, sotto la Torre, dove aveva visto squacchià (baluginare l’argenteo dei palamiti).
Quell’inverno videro la luce altre canzoni. A Nino piaceva raccontare in musica i personaggi tipici della tradizione ponzese, gli aspetti paesani. Nacque il CD Canzoni Ponzesi. Alcuni testi sono totalmente suoi, per altri prese spunto da mie poesie in dialetto, e di Carmine Pagano.
Nella copertina del CD è scritto: Questa nostra piccola isola si arricchisce di una nuova perla culturale. L’artefice primo è Nino Picicco. Ha rivisitato con la leggerezza di un amante alcuni brani in dialetto e li ha musicati. Cosicché l’animo del ponzese, ruvido e bonario, ha un canto.
Affermare che è il primo canzoniere ponzese non è presuntuoso perché la comunità ponzese non ha, nel suo bagaglio culturale, canzoni. Ponza – estate 2011.
Sangue ‘i rutunne – ‘A primma luna monta – ‘A runnenella e ‘u scarrafone – Coloni – Minicucce – ‘U canzirro – Ninotto ‘mparaviso – Calicaparra – ‘U fottacumpagne – P’ a matina – ‘U masculillo e a femmenella – Gente essenziale – I quaraquaglie – Ufo – ‘A nonna mia.
Le ho citate tutte. Non sono descrizioni del paesaggio, non esaltano le bellezze dell’isola, dicono della sua gente, di ciò che accade nella quotidianità.
Il CD potrebbe ben figurare in ogni casa di Ponza.
Per quanto facessimo però le esibizioni non esaltavano le canzoni. Accusavamo il fatto che la nostra produzione dovesse compensare la deficienza di esprimersi necessariamente con l’ausilio di basi musicali pre-registrate. Perché ? Perché eravamo in due e facevamo la parte di quattro. Era evidente che dal vivo potevamo offrire soltanto la metà di quello che si ascoltava. La batteria, l’accompagnamento, il coro erano già fissati su traccia.
Occorreva un’idea originale. Si inventò allora i video. Sua vecchia passione praticata nel privato. Comprò una videocamera digitale e cominciò a giocare con le immagini e le frasi musicali. Immagini corrispondenti alle parole talvolta, oppure allusive, altre volte anticipazioni. Dissolvenze, primi piani, paesaggi, in piena luce o no.
Ogni canzone un video. E poi imparò a inserirli su YouTube. Era contento. “Sai quante persone hanno visto Pacchiarotte? Sule aiere treciento visualizzazione !”
Su YouTube basta digitare: Nino Picicco Ponza e i suoi video sono alla portata di tutti.
Sandro Russo definì molto generosamente quelle canzoni d’ambiente perché a suo dire rendono l’atmosfera isolana, ma ancor più esprimono la ponzesità.
Anche qui non vorrei peccare di eccessivo encomio ma quelle canzoni sono veramente uniche nella produzione culturale di Ponza. Ne era orgoglioso – “Guarda che Mercurio due anni fa è andato in America e ha fatto visita a Giovanni Scotti, ‘u frate ‘i Semiscotte, in Florida. Embéh, sai che stava facenno Giuvanne? Stava ascoltando il CD delle Canzoni Ponzesi ! Me lo ha detto Mercurio!” – Nino sorrideva incredulo.
Ogni luogo ha una sua voce. Occorre saperla intendere ed esprimerla affinché anche gli altri ne godano. Nino ha rappresentato musicalmente Ponza. E questo rimarrà.
[In ricordo di Nino Picicco. Dall’ultimo de “I Duri” (3) – Fine]
silverio lamonica1
24 Gennaio 2017 at 18:38
Il 2 agosto 2011 pubblicai una mia recensione su quel bellissimo CD (leggi qui – NdR). Preannunciai la notizia a Mariano. Ascoltandomi, gli brillavano gli occhi dalla gioia. Non dimenticherò mai quella scena. Ciao, carissimo Nino.