di Sandro Vitiello
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L’elezione di Trump a presidente degli Stati Uniti d’America oltre che aver acceso il dibattito politico a livello internazionale, ha posto una domanda alla quale piano piano si sta cercando di dare qualche risposta.
Come è stato possibile?
Un uomo, per quanto ricco e determinato, ha sconfitto tutto l’establishement politico, economico e finanziario della maggiore potenza economica mondiale e probabilmente cambierà la storia del suo paese.
Da subito si è parlato di ingerenze sovietiche e si è detto esplicitamente che dietro ad alcune informazioni riservate carpite alla Clinton e al suo entourage ci sia lo zampino di hacker che si muovevano dal suolo russo.
L’ultimo numero della rivista “Internazionale” aggiunge anche un’altra storia che ci proietta in una dimensione molto triste: la manipolazione scientifica degli elettori.
Qualche giorno fa Sandro Russo ci segnalava l’articolo di Marino Niola su Repubblica “L’inganno della post-verità” (leggi qui).
Le bufale che circolano sui social network e in rete a furia di essere ripetute e condivise diventano verità e le conseguenze di ciò provocano danni alla vita delle persone e alle attività economiche.
Non solo a chi le subisce ma anche a quanti contribuiscono a diffonderle.
Sempre più spesso vengono chiamati a risponderne.
Fino ad un paio di giorni fa non sapevo che esistesse una branca della psicologia chiamata psicometria (o psicografia): studia il profilo psicologico delle persone analizzando dati e comportamenti.
Poi ho letto un articolo di Hannes Grassegger e Mikael Krogerus della rivista svizzera “Das Magazin” riportato sul numero 1186 della rivista “Internazionale” e mi è venuto in mente Orwell e il suo capolavoro “1984”.
L’angoscia di quella lettura che parlava di un mondo completamente controllato da un’entità superiore si è ripresentata e mi ha fatto pensare che nel mondo orwelliano si era prigionieri di un sistema autoritario.
Nel nostro mondo scegliamo noi di metterci in una gabbia che ci fa credere di essere più liberi che mai.
Il professor Michal Kosinski è uno dei massimi esperti di psicometria. Da una decina di anni le sue ricerche hanno portato ad un livello impensabile l’analisi dei comportamenti e del pensiero umano.
Negli anni ottanta due equipe di scienziati hanno teorizzato che ogni caratteristica di una persona può essere misurata in base a cinque aspetti della personalità.
I cosiddetti big five.
I dati per definire le caratteristiche di ogni persona venivano raccolti attraverso questionari lunghi e noiosi.
Nel tempo queste ricerche si sono affinate e il professor Kosinski in collaborazione con altri grandi scienziati è arrivato ad analizzare l’essenza di una persona attraverso l’analisi di quelli che vengono definiti i big data.
Cosa sono i big data?
Sono tutte quelle informazioni che riguardano la nostra persona, che noi lasciamo in giro come le mollichine di Pollicino.
Il nostro smartphone sempre acceso che racconta dove siamo, dove ci fermiamo e quanto tempo passiamo nei luoghi della nostra vita.
La tessera punti del supermercato che associa il nostro nome a come spendiamo i nostri soldi quando facciamo la spesa.
Le informazioni che cerchiamo su Google, gli acquisti che vorremmo fare su Amazon, i video che guardiamo su Youtube e non ultimo l’uso che facciamo di Facebook.
Facebook è diventato il nostro avatar molto più ricco di informazioni su di noi di quanto noi crediamo di sapere della nostra persona.
Le ricerche di Kosinski ormai affermano che con 70 like – i cosiddetti “mi piace”– ne sanno più loro di quanto i nostri amici sanno di noi.
Con 150 like l’indagine ci conosce meglio dei nostri genitori e con 300 meglio della persona con cui abbiamo scelto di vivere.
Oltre questi numeri “il grande fratello” sa di noi più di quanto noi crediamo di sapere della nostra persona.
Non si tratta ovviamente di monitorare solo i “like”: tutto può essere oggetto di indagine. Le foto che postiamo, i profili che visitiamo e tutto il resto.
Kosinski capì le potenzialità delle sue ricerche e anche i rischi che potevano derivare da un uso distorto delle informazioni raccolte.
Segnalò che il suo metodo poteva “costituire una minaccia per il benessere, la libertà e persino la vita delle persone” ma intanto, oltre a Facebook, altri soggetti lo avvicinarono per chiedere la sua collaborazione.
Con fatica riuscì a capire che dietro ai suoi interlocutori c’era una società chiamata “Cambridge Analytica” e che questa società si era appropriata del suo sistema di analisi dei big data.
Da quel momento il suo nome è stato associato anche ad un uso distorto dell’analisi dei dati raccolti on-line.
Lui ha fatto di tutto per dimostrare la sua estraneità alle attività di “Cambridge Analytica” ma ormai questa società è diventata un colosso nella consulenza per le più svariate attività.
Il banco di prova ad un livello alto è stato il referendum inglese sulla Brexit.
Il gruppo di Nigel Farage, quello più antieuropeista, nel novembre 2015 ha affidato la sua campagna referendaria on-line a Cambridge Analytica.
Il punto di forza dei servizi offerti da Cambridge Analytica era il micro-targeting: una campagna referendaria tagliata su misura di ogni elettore a cui si dicevano le cose che questi voleva sentirsi dire.
Loro lo sapevano cosa dire. Lo avevano capito misurando la personalità degli elettori con quel metodo codificato negli anni ottanta e perfezionato dal professor Kodinski.
Al di la di tutte le previsioni Farage e il fronte anti-euro hanno vinto il referendum.
Elezioni presidenziali americane
Trump ha speso meno della Clinton nella sua campagna elettorale.
Trump non ha mai messo in difficoltà la Clinton nei dibattiti televisivi.
Non aveva l’appoggio convinto della sua parte politica. A dire il vero neanche la Clinton.
Eppure malgrado tutta una serie di grossolanità sparate in campagna elettorale ha vinto ed è diventato il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti d’America.
Dietro il suo successo c’è anche la Cambridge Analytica.
Questa società era già presente nelle primarie repubblicane dove aveva collaborato con il candidato Ted Cruz che, da perfetto sconosciuto, è riuscito a contrastare Trump fino alla fine.
Trump – dice l’articolo dei due giornalisti svizzeri – ha vinto anche grazie ad un mix di campagna elettorale costruita intorno alle post-verità e ai messaggi elettorali che hanno invaso gli smartphone o i computer di quanti erano indecisi o che abitualmente non votavano.
La società Cambridge Analytica, se interpellata, non dice quanto il suo lavoro sia stato importante nel decidere i destini americani ed europei.
E’ un dato di fatto che questo nuovo modo di pensare la democrazia è sicuramente pericoloso e manipolatorio.
Certamente il controllo della comunicazione da sempre è stato un valore aggiunto nella formazione della classe dirigente.
In questo caso però siamo in presenza di un sistema di controllo che noi concediamo attraverso le nostre azioni e i nostri atteggiamenti pubblici o privati.
Alcune nazioni hanno sicuramente delle leggi a tutela delle informazioni che i cittadini lasciano di sé ma altre non si pongono questo problema.
Sarà sicuramente un banco di prova importante capire se il nostro futuro ci appartiene ancora.
vincenzo
14 Gennaio 2017 at 18:23
Mi chiedo se la gente è veramente sincera quando clicca mi piace. Pensate a quando voi stessi esprimete quei mi piace, scritti per simpatia molto spesso ipocrita e solo alcune volte coerente con le vostre vere esigenze di sopravvivenza.
Io penso che gli inglesi volevano uscire dall’Europa come gli americani volevano cambiare.
La Clinton era stata già implicata nell’amministrazione dell’America di questi ultimi anni che aveva visto nascere uno Stato Islamico che dettava legge nel mondo, per cui la gente ha votato il Nuovo confidando nella buona stella.
Silverio Tomeo
14 Gennaio 2017 at 23:10
La Clinton non convinceva, era legata alla finanza capitalistica, certo, ma Trump è direttamente un capitalista, e dei peggiori, razza predatoria, oltre che dichiaratamente inadeguato per cultura democratica minima… A New York, che non è l’America, praticamente, ma una città-mondo, i giovani hanno pianto e protestato… Ne vedremo delle belle, anzi delle brutte… L’alternativa al cosiddetto establishment non è il populismo demagogico. L’alternativa va ripensata e costruita.
Guy Migliaccio
15 Gennaio 2017 at 15:48
Let me give my perspective from the States:
In order to understand why Trump defeated Hillary you have to ask yourself not only “What was HE selling?” but “What was SHE selling?” What she was selling was what had been promoted and promulgated for the past 60 years. No change at all. In the meantime, the economy was in free fall with only the very rich doing well, big banks doing well while the regular ordinary people were being disdained, neglected and called names – ‘diplorables’.
The status quo is not what people wanted. Trump was brilliant in isolating the true feelings of the American public between the two coasts. He won states that the Democrats took for granted and whipped them at their own game.
Hillary Clinton was rightly seen as a corrupt, influence peddling elite. How did she get rich – $150 Million Dollars worth – in less than 8 years? Doing what? Manufacturing what?
I think Italy had the same opportunity with Berlusconi back when. However, the forces in place were implacable and destroyed him. He did not need, nor was he beholding to the political classes at the time. The Italian elites could not have that so they took him out. When I read about the politics of Italy and the constant ‘REFORMS’ they want to implement, I laugh. It’s not going to happen.
There is a lot for Italy to learn from the recent American elections. Does it have the courage to change?
Rosanna Conte
17 Gennaio 2017 at 17:16
Caro Guy
Chi arriva alla Casa Bianca è già inserito nel sistema America, un establishement che valorizza il più forte, il più furbo, il più intelligente, il più ricco.. insomma il più.
La Clinton ne è l’espressione, ma Trump non lo è assolutamente di meno. Perché, allora, contare i milioni accumulati da Hillary e non chiedere a Trump come ha fatto i suoi?
Dici che bisogna chiedersi cosa vendeva lei: per le famiglie americane nulla di diverso da quanto fatto negli ultimi 60 anni, certo, ma Trump cosa ha venduto a sua volta?
Quello che ha promesso in campagna elettorale è quello che la gente comune ha pensato che sarebbe necessario fare per migliorare la propria condizione secondo un’analisi molto di pancia e poco scientifica.
Cosa riversiamo normalmente su Fb o twitter o altro ancora se non le nostre insoddisfazioni con i rimedi più immediati, privi di uno sguardo a medio o lungo termine? E’ un’azione che ci fa sentire più forti perché più assertivi e non ci chiediamo se ci sia una soluzione diversa e migliore per la società.
Le promesse di Trump sono scaturite proprio da questi sfoghi che 80 milioni di americani delle zone più interne avevano riversato sui social.
Da essi, la Cambridge Analytica ha estrapolato dati, analizzato e assemblato, ricavando le esigenze più immediate di diversi target dell’elettorato. Mi chiedo se il ceto medio americano sia consapevole, come si dice a Ponza, di “aver messo la pecora in bocca al lupo”.
Ed è proprio l’esperienza di Berlusconi che avrebbe dovuto metterli in guardia. Questa volta la piccola Italia ha anticipato la grande America.
Berlusconi si era presentato ufficialmente, e sappiamo che così non era, per cambiare l’Italia in senso liberale, ma cosa ha fatto?
Non solo non ha fatto quanto ha promesso alla destra che lo aveva votato per questo, ma ha pensato esclusivamente ai suoi interessi personali portando l’Italia alla rovina.
Ha potuto governare pienamente dal 2000 al 2005 e dal 2008 al 2011, ed ha scardinato alcune istituzioni con leggi ad personam per salvaguardare le sue ricchezze, anch’esse accumulate in maniera eufemisticamente non chiara, e la sua vita privata. Ha fatto precipitare il tasso di moralità politica pagando dei voltagabbana e creando una pletora di servitori. Quanti processi in Italia sono andati in prescrizione insieme ai suoi? E non c’è niente di più deleterio in una democrazia dell’incertezza della giustizia, o meglio della certezza che giustizia non sarà fatta per i potenti.
Caro Guy, le vere riforme l’Italia sa già quali sono e dove sono delineate. Sono nella nostra Costituzione che in 68 anni non è ancora riuscita ad essere realmente applicata.
Negli ultimi 30 anni i nostri politici si sono allontanati dalle sue linee guida e gli italiani hanno lasciato fare affascinati dal famoso liberismo che sta stritolando le classi più deboli di tutti i paesi capitalisti.
In questo contesto credi davvero che Trump possa aiutare gli americani del ceto medio o tirerà la volata per continuare a far arricchire i ricchi al cui ceto lui appartiene?
vincenzo
17 Gennaio 2017 at 18:33
https://www.youtube.com/watch?v=nU-Qdz0l_XU
La Redazione
17 Gennaio 2017 at 20:02
Vincenzo ha postato un brano di Francesco De Gregori, “Sangue su Sangue” tratto da “Canzoni d’amore”, un album del 1992.
Non amiamo i link ‘secchi’ sparati come commento; Vincenzo per favore esplicita il tuo pensiero e facci capire cosa intendi dire: quando vuoi ci riesci molto bene.
Grazie
Silverio Lamonica
18 Gennaio 2017 at 22:55
Ho seguito con interesse i commenti all’articolo riportato da Sandro Vitiello.
Nell’intento di portare lo scritto in inglese di Guy Migliaccio (che ringrazio anche a nome della Redazione per il suo intervento) a conoscenza di un pubblico più vasto, mi sono permesso di allegarne la traduzione, cui ho fatto seguire un mio commento
Silverio Lamonica
Guy Migliaccio
Permettetemi di dare il mio punto di vista dagli Stati Uniti.
Per comprendere il perché Trump abbia sconfitto Hillary, vi dovete chiedere non solo “Che cosa EGLI vendeva?” ma anche “Che cosa ELLA vendeva?”
Ciò che ella vendeva era tutto quello che aveva favorito e promulgato negli ultimi 60 anni. Nessun cambiamento. Intanto l’economia era in caduta libera e solo i più ricchi erano avvantaggiati, le grandi banche andavano bene, mentre la gente comune era sdegnata, abbandonata e definita in modi inqualificabili.
Lo status quo non era ciò che il popolo desiderava. Trump è stato brillante nell’isolare i veri sentimenti del pubblico americano tra le due coste. Egli ha vinto negli Stati che i democratici davano per scontato che li avrebbero sottomessi al loro gioco.
Hillary Clinton, giustamente era veduta come una corrotta, influenzata dalla futile élite. Come si è arricchita – una fortuna di 150 milioni di dollari – in meno di 8 anni?
Facendo che cosa? Che cosa produceva?
Io credo che l’Italia abbia avuto la medesima opportunità con l’avvento di Berlusconi. Comunque le forze in campo furono implacabili nel distruggerlo. Non aveva necessità, né – nel medesimo tempo – contemplava la classe politica. L’élite italiana non era in grado di avere quelle qualità, così lo fecero fuori. Quando leggo dei politici italiani e le costanti “RIFORME” che intendono realizzare, io rido. Non succederà.
L’Italia ha tanto da imparare dalle recenti elezioni americane. Avrà il coraggio di cambiare?
Mio commento
Noto tanta severità e un atteggiamento sprezzante nei confronti della sconfitta Hillary che, se non sbaglio – ad elezioni avvenute – lo stesso Trump elogiò per i suoi servigi alla Nazione, con quel fair play che molto difficilmente notiamo nei politici di casa nostra. Solo al termine del suo mandato potremo giudicare la politica di Trump. Di vero cuore auguro al nuovo presidente buon lavoro, a tutti gli americani e ai miei carissimi concittadini d’America, in particolare, ottima salute ed una fortuna sempre crescente.
Per quanto riguarda Berlusconi: tutti ricordano la promessa del “milione di posti di lavoro”. Come Rosanna ha ricordato ( e condivido in pieno ciò che ha scritto), Berlusconi ha governato l’Italia per ben otto anni. Purtroppo, quel “milione di posti di lavoro” non si è mai visto e la disoccupazione era ed è in costante crescita. Di sicuro ha dato lavoro ad un certo Razzi, il quale ignorando le più elementari regole grammaticali e biascicando discorsi sconclusionati, intasca oltre 10.000 euro al mese come senatore della Repubblica, a spese del contribuente.
Tano Pirrone
19 Gennaio 2017 at 16:30
Andavo in cerca di Poesia, sollecitato dal mio Grillo Parlante, e ho inciampato nella lettera di Guy Migliaccio, ponzese “emigrato” in iuessey, che interviene su Trump e sul suo prototipo italiano: l’ex Cav. Berlusconi (degradato, si sappia, per indegnità, con sentenza passata in giudicato), ormai pimpante ottantenne, che scese in campo per compiere la “riforma liberale” e sistemò invece i suoi affari e quelli della sua corte, in cui pullulavano, come in quella del suo mèntore, i nani e le ballerine (absit iniuria verbis).
Fortunatamente per i confusi italiani il fenomeno ventennale del berlusconismo è finito, ridotte di molto le sue capacità contrattuali, evaporato il parterre di cui disponeva in abbondanza non solo per “fascino” ma soprattutto per “sghei”.
Ricordo ancora che il primo atto del primo governo Berlusconi fu quello di alzare l’aliquota fiscale più bassa dal 20% al 23%. Vediamo chi alza prima la mano e risponde alla domanda: chi se la prese nel secchio?
Trump! Neanche negli incubi notturni peggiori (quelli, per intenderci, in cui sogno tragicamente di uccidere mia zia – buonanima! – di farla a pezzi e di nasconderla dentro una valigia – di cartone, naturalmente, e, altrettanto naturalmente, legata con lo spago di una volta -, neanche in quegli incubi mi si sarebbe presentato un presidente USA incarnato dal ricco (ma indebitatissimo) imprenditore che ha vinto, spintaneamente, le elezioni presidenziali. Indebitatissimo? Sì, esattamente come il Berlusca nel ‘93/’94. Mi sorge il dubbio che scendere in politica per certi figuri sia un tentativo di togliersi dagli impicci economici e finanziari.
Sono, in questo – solo in questo – andreottiano: a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca.
Trump rappresenta, mio caro amico Guy, il peggio del peggio dell’America che non riesce ad emanciparsi dallo spirito della frontiera, e che tiene alto il principio, sancito dal secondo emendamento della costituzione, che si possono liberamente detenere armi. Causa, ciò, di stragi fra i cittadini comuni e fra le forze dell’ordine. Decine di migliaia di morti favoriti da una legge che risale ai primordi degli Usa. Nel 2016: 728 persone uccise dalle forze dell’ordine e 58 agenti morti. In Inghilterra, dove i poliziotti sono disarmati: nessun morto fra i due schieramenti!
Trump rappresenta l’America oscura, del razzismo, dell’odio razziale, che ancora non si sopisce, anzi lievita avendo avuto fino ad oggi per due mandati un presidente “negro”, estrema onta. Come sarà fra qualche anno, quando Trump pel di carota sarà tornato alle sue casette, quando avremo, speriamo, un presidente “donna e negra”?
Contro Trump ha combattuto e perso Hillary, che non era il meglio del meglio, legata a banche ecc. ecc., e che soprattutto difendeva il principio della globalizzazione, in evidente fallimento.
Fra i due non si sa chi fosse peggio. Ma peggio sarà proprio per i diritti civili, il rispetto della democrazia e della stampa architrave dei principi della democrazia; sarà peggio perché inasprirà le condizioni di vita di lower e middle class, se metterà in atto il punto del suo programma che prevede l’azzeramento della riforma sanitaria di Obama, facendo regredire ad una condizione vergognosa per un paese ricco e sedicente democratico il diritto alla salute della maggioranza dei cittadini.
Caro Guy, non posso e non voglio certo convincerti con una paginetta fra il serio ed il faceto, prendila come uno sfogo di un europeo ‘fracico’, per il quale Trump ed il suo mondo restano semplicemente ma pericolosamente “americanate”.
Rita Bosso
19 Gennaio 2017 at 18:00
Caro Guy,
tra qualche mese avremo, spero, una delle nostre belle chiacchierate estive da muretto, tu, Felicia ed io. Ti avviso: se dovessimo scivolare sulla politica, io ho tanti dubbi e una sola certezza: il paese in cui vivo è infinitamente migliore della classe politica che lo rappresenta. I lettori che sono intervenuti sinora hanno citato personaggi e fatti della vita politica italiana decisamente deprimenti ma, per ciascun esempio, se ne può trovare uno peggiore nello schieramento opposto. E’ stato citato un deputato, Razzi, che nessuna caricatura riesce a peggiorare, perché l’originale è già il peggio che si possa trovare in circolazione; nell’altro schieramento, però, c’è un ministro dell’Istruzione che possiede, quale titolo di studio, la qualifica di maestra d’asilo e ha dichiarato di essere laureata: non oso immaginare che fine avrebbe fatto al tuo paese. Benedetta etica protestante.
Abbiamo la peggiore politica fiscale, l’evasione è aumentata con gli ultimi governi (lo scrive la Corte dei Conti): dalle vostre parti la severità in tema di tasse è proverbiale.
Penso, come gli amici che sono intervenuti, che i governi Berlusconi siano stati una jattura, ma qualche giorno fa il premier in carica è corso in Consiglio dei Ministri con la flebo ancora attaccata al braccio per varare un provvedimento a favore delle banche e il suo predecessore, nel tentativo disperato di vincere il referendum, ha sostenuto ad esempio che i bed e breakfast devono continuare a non pagare le tasse.
Potremmo toccare tanti altri temi (scuola, banche …), caro Guy, per decidere a quale dei due schieramenti assegnare la palma del peggiore, ma le nostre chiacchiere da muretto meritano altro.
Sospetto che voi possiate permettervi perfino Trump, perché avete dei meccanismi di controllo e di contenimento efficaci. Di questo ed altro, spero, chiacchiereremo tra qualche mese. Un abbraccio
vincenzo
20 Gennaio 2017 at 17:22
Solo adesso ho letto che la redazione mi chiedeva di specificare il mio commento: perché ho tirato in ballo la canzone “sangue su sangue di De Gregori?”
Nel testo:
“E tutto è creduto e tutto è dovuto e tutto è rimpianto
in questa notte che si sta avvicinando ogni giorno di più
E non ti comunica per niente il programma che stanno dando
ma che strano, nessuno lo può più cambiare col telecomando
E sangue su sangue e sangue su sangue soltanto
E sangue su sangue e sangue su sangue soltanto
Stai dormendo oppure fai finta anche tu?
Stai sognando? O stai pensando anche tu?
Che siamo chiusi in una scatola nera nessuno ci aprirà
Chiusi in una scatola nera nessuno ci libererà
Chiusi in una scatola nera che nessuno mai ritroverà …”
Trump o Ilary cosa cambia, l’apice della ricchezza che diventa politica al servizio di banche, liberisti e venditori di armi. Noi verremo invasi da moltitudini di emigranti, e assisteremo inermi alle nostre paure climatiche, geologiche, militari ma anche sociali ed economiche.
…”E adesso puoi trovarmi con la faccia pulita in un campo di grano
Oppure sepolto vivo in una galleria
O sperduto tra topi e piccioni sulle rive di un mondo lontano
O seduto a guardare la pioggia sull’orlo di questo vulcano
Sangue su sangue leggero precipita piano
Sangue su sangue leggero precipita piano
Sangue su sangue leggero precipita piano.”
Sandro Vitiello
1 Dicembre 2017 at 19:57
Il dibattito su questo mio scritto di Gennaio è stato uno dei più coinvolgenti.
Aggiungo il link ad una conferenza a Milano di Alexander Nix -l’uomo che ha creato la vittoria di Trump- che c’è stata in questi giorni.
https://www.agi.it/innovazione/donald_trumo_tyrell_wellickbig_data-3183521/news/2017-11-30/