C’è della superstizione nel rifuggire da ogni forma di superstizione.
F. Bacon
Stiamo per lasciare un anno bisestile (anno bisesto, anno funesto) e prenderne uno che finisce in 17… ma 7 e 1 fa 8, più 2 arriviamo a 10, lo zero si toglie e resta l’1.
Il numero uno, nella numerologia, rappresenta l’unità originaria, il principio, l’azione, il pensiero ma anche la forza del sole. E allora partiamo bene.
La tradizione contadina di alcune regioni italiane prevedeva che la notte del 31 dicembre si mettesse sotto il cuscino un bouquet composto da un rametto d’ulivo, una spiga di grano e una foglia d’alloro, il tutto legato da un nastro rosso.
Per tenere ben lontane da casa le influenze negative, invece, bisogna preparare un sacchetto da appendere e riempirlo con: 3 foglie di ulivo, 1 foglia di alloro, 7 chicchi di grano e una manciata di sale marino grosso.
In alcune zone della Calabria si lancia un piatto sul pavimento per interpretare l’anno nuovo, secondo i danni lasciati al pavimento.
Due semi di grano immersi nell’acqua, daranno responso ad una giovane donna in merito alle sue nozze; infatti, se i chicchi resteranno uniti il matrimonio avverrà entro il nuovo anno.
La tavola non dovrà mai vedere il pane capovolto, questo nessun giorno dell’anno.
Il cenone vuole le lenticchie al fine di ingraziarsi la dea bendata per le finanze, ma consumare 7 legumi differenti o 7 tipi diversi di frutta secca è un vero rito propiziatorio dell’abbondanza.
Dodici devono essere gli acini d’uva – in alcune regioni rigorosamente nera – da mangiare nella notte di San Silvestro.
Ricordatevi di aprire la finestra per fare entrare il nuovo anno.
Le foto che ho scelto sono della notte di San Silverio, che va bene per ogni ricorrenza.
Buon Anno!
Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male. E. De Filippo
Foto di Luigi Mazzella, mio cugino sardo-ponzese (cliccare sulle immagini, per ingrandirle)