Istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, si celebra domani nel mondo la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una ricorrenza e un impegno che non fermano i femminicidi nel nostro Paese, dove nel 2015 sono state uccise 117 donne, in media una ogni tre giorni, senza dimenticare i 9 milioni di donne che subiscono violenza, dentro e fuori le mura domestiche.
Senza perdersi in chiacchiere che lasciano il tempo che trovano, colme ogni anno sempre più di banalità e retorica, vorrei parlare di cose concrete: delle iniziative messe in campo per questa circostanza a Latina e provincia.
Cominciamo dal Centro Donna Lilith di Latina, che organizza per domani pomeriggio alle 17.30 una manifestazione in Corso della Repubblica, insieme alla Casa Rifugio Emily.
“Non vogliamo dimenticare le donne uccise e vittime di violenza, la nostra manifestazione nel cuore della città di Latina – spiegano le socie del CDL – diventerà la loro voce, i loro nomi saranno presenti, scanditi, scritti uno per uno lungo la strada principale della città. Abbiamo bisogno che tutti voi, donne e uomini, siate presenti, partecipiate. Abbiamo bisogno di una forte e reciproca testimonianza per ritrovare il coraggio della lotta, la lotta per il coraggio di dire basta alla violenza. E per ricordare il rischio sempre più prossimo della chiusura dei Centri Antiviolenza in Italia”.
Per l’occasione il Centro Donna Lilith (tel. 0773.664165) raccoglie anche le adesioni per la grande manifestazione in programma a Roma sabato 26 novembre “Non – Una – Di – Meno”.
Un’altra realtà molto attiva sul territorio di Latina e provincia è l’associazione Valore Donna, nata nel 2010 e presieduta da Valentina Pappacena, la quale tra l’altro domani sarà ospite del programma di Rai Uno “Storie vere”, dove dalle 10 in poi si parlerà di femminicidio.
In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, l’associazione ha promosso per sabato 26 novembre alle 20.30 presso l’Auditorium del Liceo Classico di Latina una manifestazione dal titolo “Io ci metto la faccia. E tu?” nata per dedicare un ricordo, un pensiero, a ciascuna delle donne uccise: per non dimenticare i loro volti e le loro storie. Ospiti della serata Cristina Mastrandrea, fotogiornalista, che proietterà il documentario “Victimas”; Rita Lanzon, madre di Federica De Luca, vittima a soli 29 anni insieme con il figlio Andrea di 4 anni, di uno dei femminicidi più efferati degli ultimi anni; Simone Di Matteo, scrittore e editore, che presenterà in anteprima il libro “L’amore dietro ogni cosa”. Ma all’incontro prenderanno parte molte altre importanti figure professionali: sono in programma inoltre alcune performance di genere diverso.
Ma non è solo il capoluogo pontino a testimoniare l’impegno profuso da Valore Donna, perché sono diversi i centri della provincia che già dallo scorso mese di luglio hanno aderito alla campagna di sensibilizzazione #Stopalfemminicidio: Priverno, Sonnino, Maenza, Aprilia, Pontinia, Santi Cosma e Damiano. In particolare in quest’ultimo Comune “già da tre anni è stato istituito uno sportello per le donne maltrattate – afferma il sindaco Vincenzo Di Siena -, che in questo tempo è diventato un punto di riferimento importante non solo per le donne di Santi Cosma, ma anche per quelle dei territori circostanti”.
Lo sportello Sos Donna, aggiungiamo, lavora di concerto con i Servizi sociali e cerca di dare aiuto alle persone che subiscono violenze di vario tipo, per lo più nell’ambito delle mura domestiche. Lo sportello si avvale della consulenza di un’avvocata e di una psicologa: è aperto una volta alla settimana, il martedì pomeriggio dalle 15 alle 18, presso il Comune stesso, nella sala attigua al Marketing territoriale e alla Biblioteca comunale.
Immagine di copertina: una vetrina di negozio a Santi Cosma e Damiano – da h24notizie.com (leggi qui) – NdR
Sandro Russo
24 Novembre 2016 at 10:11
Su alcune fondamentali conquiste della società civile, in tutto il mondo, sembra che il tempo stia tornando indietro.
Le giovani generazioni forse non lo sanno, ma nell’Italia degli anni ’60 (1965, per la precisione) fece scalpore il caso di Franca Viola di Alcamo, in Sicilia, che rifiutò di sposare il suo stupratore.
Per saperne di più: https://it.wikipedia.org/wiki/Franca_Viola
Ho ripensato a questa vicenda, non in occasione della giornata del 25 aprile, ma qualche giorno fa, quando è stata necessaria una forte mobilitazione popolare di donne, in Turchia, per far recedere il governo dal proporre una legge iniqua, che azzerava molti anni di emancipazione.
Da repubblica.it del 22.11.2016: Turchia, violenza a minori: il governo ritira la legge sulle nozze riparatorie
“L’argomento è chiuso”. L’annuncio del ministro della Giustizia arriva dopo l’ennesima protesta di migliaia di donne davanti al parlamento. Il testo prevedeva una sorta di amnistia per i colpevoli di reati sessuali su minorenni che avessero accettato di sposare le loro vittime. E in 10 anni sono state circa 500 mila le ragazzine ‘convinte’ a sposarsi!