Riprende la stagione del Calcio a Ponza dopo la pausa estiva, con la prima cronaca di Giovanni Califano che abbiamo potuto leggere ieri sul sito.
Si è trattato purtroppo di una sconfitta (con la Vis Ceprano), ma questo nello Sport succede.
Sono sempre stata sostenitrice e tifosa della squadra locale e i miei amici ancora ricordano le volte che ci ho perso la voce, a forza di urla di incitamento. Mi fa piacere che si ricominci, anche perché in questi tre mesi estivi si è appreso dei movimenti della Polisportiva Ponza solo tramite notizie trapelate su Facebook.
In questo momento, mi spoglio dai panni di Martina tifosa e vesto quelli di redattrice del sito, perché mi sento in dovere verso i nostri Lettori, soprattutto per l’importante ruolo che il sito riveste, di fare un punto della situazione relativo alla questione Polisportiva dilettantistica di Ponza.
Prima di iniziare, ci tengo a precisare, che lo sport a Ponza è sempre esistito. Non è nato e si è sviluppato negli ultimi quattro anni, ma con persone come Rino Cordella, Paolo Iannuccelli, Riccardo Pezzi, Domenico Musco, Salvatore Perrotta, Silverio Di Lorenzo, Rossano Di Loreto, e tanti altri giovani e meno giovani del luogo…
Ponza ha raggiunto importanti traguardi negli ambiti del ping pong da tavolo, del basket e del Dragon boat oltre che del calcio e il calcetto.
Di questo, sul sito se ne è parlato (leggi qui, per il dragon boat) e se ne parlerà prossimamente proprio a testimoniare come anche in passato i ponzesi, hanno praticato sport e si siano fatti valere al di là della pubblicità propinata in giro.
Scrivendo della Polisportiva Ponza, dalla nascita ai giorni nostri – in attesa che un cultore della disciplina si assuma l’onore e l’onere di farne la storia – l’intento è quello di arrivare in maniera abbastanza diretta al punto ed analizzare la situazione odierna; sul passato possiamo sempre tornare in futuro.
Negli ultimi due anni della Polisportiva Ponza abbiamo visto cambiare molte cose, dall’aspetto gestionale, alle cariche ai giocatori.
Ad oggi – riprendo dalle informazione della società su Facebook e sul sito della Polisportiva, il direttore generale è Ferdinando Femiano, il presidente è l’instancabile Biagio Rispoli, e abbiamo come allenatore uscente Domenico De Sancitis, il nuovo allenatore è Giosuè Coppa, già allenatore del calcio a 5, il team manager Antonio Zecca e il vice presidente è Armando Raponi.
Cliccare sull’immagine per ingrandire. Nello schema il nome dell’allenatore non è aggiornato rispetto a quanto riportato nel testo. Il “Mister” attuale è Giosuè Coppa
Per quanto riguarda la prima squadra, troviamo per la stagione 2016-2017, una massiccia presenza di giocatori non ponzesi rispetto agli autoctoni.
A Orlando e Carofano (riconfermati dallo scorso anno, con Pappa (svincolato), Marciano e Fariello (dati “in prestito”) si vanno ad unire una serie di nuovi acquisiti: Nicola Costanzo, Alfonso Ferramini, Carmine di Nallo, Soliman Youssef (ormai diventato ‘volto ponzese’, visto che da un anno lavora come addetto di Acqualatina al depuratore di Giancos, come calciatore ha un ottimo curriculum, non c’è che dire), Giovanni Cento e Alessandro Carta, tutti ragazzi provenienti da squadre del litorale laziale che hanno avuto ottime prestazioni e si sono fatti valere in campo per le loro capacità.
Al momento non sappiamo quanti sono i tesserati totali della Polisportiva Ponza, tra ponzesi e nuovi acquisti, ma se solo il Mister Coppa schierasse tutti i nuovi acquisti esterni, la Polisportiva potrebbe anche non portare il nome del Ponza. Consentitemi il paragone… ma neanche l’Inter di Maurinho ai tempi del triplete aveva una così larga rappresentanza straniera!
Riconosco che lo sport è integrazione, costituisce un’occasione per passare insieme bei momenti, anche conoscendo persone nuove, ma così sembra esagerato.
Certo, in passato nel Ponza hanno militato giocatori “forestieri”; erano più che altro uomini dell’Arma che volevano tenersi in forma o qualche abitué dell’isola, che correva in soccorso al momento opportuno.
Ma oggi, in una fase in cui si parla di tutelare i Ponzesi, di lavorare per il bene di Ponza e dei ponzesi, in cui si esorta a tifare la “Brigata Ponza” con tanto di quadernoni e figurine, poi di Ponza realmente c’è ben poco.
Per carità, la Dirigenza ha portato e sta portando avanti delle iniziative egregie: la scuola di canoa estiva, la visita del “Circolo Canottieri Aniene”, il progetto degli allenatori famosi per un training sull’isola, la scuola calcio per i più piccoli ecc… ; le parole “sport”, “team”, “aggregazione” ci sono sempre nei tag e negli #hashtag… ma la “Polisportiva Ponza” per i ponzesi e per l’isola cos’è? Cosa sta facendo?
Hanno la gestione della tensostruttura e vengono o verranno programmante delle attività sportive perfette, però, per adesso, tanto marketing e apparenza, ma la sostanza è abbastanza carente.
Io credo che per i ponzesi non sia necessario il passaggio di categoria o il primo posto nel campionato; questi risultati in passato sono stati raggiunti e più che una soddisfazione personale per chi faceva parte del progetto non c’è stata.
La vittoria è la cosa più bella che ci sia, ma se a portarla sono persone che vengono da fuori, non potremo dire di aver vinto noi.
Giulio, Checco, Raffaele, Silverio, Michele, Alessio e tantissimi altri ragazzi ponzesi, vanno a fare allenamento, giocano o difendono il risultato per loro stessi, per il loro piacere di giocare, di divertirsi, di stare insieme e soprattutto di indossare la maglia della loro isola.
Ecco, proprio a questo voglio esortare il Mister e la Dirigenza: a non puntare all’apparenza o alla vetta del campionato, ma a lasciare un esempio, un ricordo, una storia o un mito negli spogliatoi ponzesi.
Ma di gente ponzese!
Capitolo a parte è il calcio a 5, molto più altalenante rispetto alla Polisportiva. La squadra nel corso degli anni si è formata e smembrata svariate volte, inizialmente legata alla dirigenza del calcio ad 11, poi abbandonato il progetto ed infine lo scorso anno con Futsal Forna Mare (di cui abbiamo resoconti sul sito) si è cercato di rilanciare il progetto.
Quest’anno sembra che il calcio a 5 sia di nuovo a pezzi, non so gli effettivi motivi e in ogni caso siamo pronti ad accogliere spiegazioni, certo è un momento di aggregazione in meno per i ragazzi di Ponza, quindi una sconfitta più bruciante della perdita di una partita.
Certo bisogna sempre vedere se alla base di tutto c’è volontà di fare o meno.
Sul sito della Polisportiva Ponza così come sulla locandina apparsa su Facebook il calcio a cinque è stato ridimensionato.
C’è una recente “determina comunale” per la risistemazione del campetto da calcio più il campo da tennis. Il campetto del calcio a 5 è quello della Cavatella, utilizzato anche dalla scuola elementare e media; quindi il provvedimento ha una sua logica anche al di fuori della ripresa della attività del calcio a 5: comunque ne potrebbero usufruire i ragazzi delle scuole.
Pare che debbano iniziare i lavori per la sistemazione del campetto, ma altre notizie certe non ci sono. Qualora qualcuno volesse sopperire con spiegazioni a tale lacuna, saremo lieti di accoglierle.
vincenzo
7 Ottobre 2016 at 11:09
Vedete, noi parliamo e scriviamo ma ogni anno a Ponza d’inverno c’è meno gente. Se l’altro anno c’erano 10 ragazzi oggi ce ne sono 7. Quelli che ci sono, vivono in uno stato di torpore che li porta a isolarsi come d’altronde i loro familiari che, abituati all’inettitudine sociale, cercano di inventarsi da soli qualcosa d fare. Passeggiare per la panoramica, oppure comprarsi una bicicletta, oppure un tapis roulant, c’è chi tenta di farsi una palestra in casa ma difficilmente riuscirà ad aggregare amici. Finalmente per alcuni arriva il periodo di caccia e quella dei calamari. E la sera le carte. Se non si capisce che siamo diventati “quattro gatti” non si comprenderà mai come risolvere i problemi. La Polisportiva, fa quello che può, Ferdinando Femiano pensa che per superare le difficoltà e vincere qualche partita si debbano acquistare i giocatori da fuori. Questa cosa è accettata dai giocatori di Ponza, quelli che io chiamo “Senatori” perché sono stanchi di subire sconfitte e pensano che “gli stranieri” portino entusiasmo e esperienza per vincere.
Ma poi succede che si continua a perdere e nel paese le critiche distruttive aumentano: “hanno comprato gli stranieri e continuano a perdere!”
Il calcio a cinque l’anno scorso non ha raggiunto nessun obiettivo né sportivo né aggregante per cui non c’erano le premesse per riproporlo.
Quelli della Polisportiva pensano che bisogna chiamare insegnanti esterni per fare ginnastica nella tensostruttura, ma poi si accorgono che sono pochini i partecipanti per sostenere quelle spese. Si potrà organizzare un torneo di calcetto? Chissà? Ma quando ci si riesce i ragazzi dopo un po’ cominciano a litigare tra di loro e se la prendono con l’arbitro che è sempre un “cornuto”. I ragazzi, quei pochi rimasti, vogliono la tensostruttura aperta, vogliono pagare per consumare la loro partitella.
E gli altri sport si possono fare? Il ping pong qualcuno l’ha organizzato nella sala parrocchiale e anche nella scuola media, ma quella esperienza non ha fatto comprendere che c’è una passione per il ping-pong.
Faremo il campo da tennis? Qualche anno fa già sono stati spesi dei soldi per fare un campo da tennis iniziato e mai finito.
Ben venga il campo da tennis anche se a Ponza nessuno lo sa giocare per cui ci vorranno anche gli istruttori.
L’anno scorso delle ragazze hanno organizzato anche delle partitelle di pallavolo. Qualcuno ha comprato la rete: questo fa pensare che ci sia una voglia di pallavolo a Ponza?
Comprare le strutture è la cosa più facile da fare: individualmente qualcuno ha comprato dei tavoli di ping-pong, un rete per pallavolo, i pesi per fare ginnastica, il tapis roulant, la bicicletta da corsa ecc.
Una cosa è certa: abbiamo una Polisportiva che ha in gestione degli impianti che vanno riempiti di attività sportive e aggiungerei ricreative e culturali.
Il consiglio che mi sento di dare ai dirigenti della Polisportiva e che da soli non possono fare tutto, o meglio: a Ponza non basta programmare le attività ma bisogna anche organizzarle animandole e per fare questo bisogna coinvolgere in una sola programmazione tutte le attività sportive e ricreative, per cui tutti gli animatori.
Chiamare a raccolta, pubblicando un annuncio, tutte le associazioni: chiunque ha volontà di operare, nello sport, nella cultura e nel tempo libero, deve essere messo in condizioni di fare senza alcuna distinzione.
Solo così, magari, ognuno porta a “giocare i suoi giovani, i suoi bambini, le sue mamme e papà” e magari le strutture si animeranno di attività che si colleghino l’una all’altra, che abbiano un filo logico: vivere insieme l’inverno a Ponza facendo cose che danno almeno allegria.
Silverio Guarino
7 Ottobre 2016 at 20:23
Carissimi Martina e Vincenzo,
sono in sintonia con i vostri pensieri, anche dopo aver letto la “risposta” di oggi della Polisportiva con le considerazioni del caro Biagio Rispoli.
Pur sostenendo la Polisportiva Ponza, ho già avuto modo di manifestarmi su Ponzaracconta con i miei contributi:
“Non mi interessa il calcio straniero” del 5 settembre 2015
“Come eravamo. Mens sana in corpore sano” del 5 novembre 2015 e
“Lo sport migliore” del 17 aprile 2016″
ai quali rimando voi e i lettori di Ponzaracconta e con i quali ho cercato di trasmettere l’amore per lo sport “perseguibile” sull’ “amato scoglio”.
P.S. Vivendo a Latina, se avessi saputo per tempo (non frequento facebook) dell’iniziativa dei giovani ponzesi a Sabaudia, mi sarebbe piaciuto andarli a trovare per gustare un gelato insieme.
Forza Ponza, forza Biagio, forza Polisportiva e viva lo sport!
Silverio Guarino