Riceviamo sulla posta del sito la seguente mail:
Cordiali saluti
Buona sera,
sono Sandro Vitiello della redazione di Ponzaracconta.
In merito alla sua richiesta ho fatto un po’ di domande ai ponzesi di buona memoria che hanno frequentato le coste della Sardegna e nessuno di loro ricorda la presenza stabile di pescatori ponzesi sulla costa di Castelsardo.
Questo per una semplice ragione: in quel tratto di mare non c’erano approdi sicuri in cui ripararsi in caso di brutto tempo.
I ponzesi come mio padre hanno praticato fino ai primi anni sessanta la costa di Aglientu-Vignola dove, pur non essendoci una baia riparata, c’era una spiaggia sulla quale era molto facile tirare a secco le barche.
Molti di loro dove hanno trovato un porto hanno deciso di rimanervi.
In quasi tutti i luoghi di mare della vostra isola c’è una comunità ponzese, piccola o grande.
Abbiamo situazioni come Tortolì-Arbatax dove quelli che si definiscono ponzesi sono più numerosi degli attuali abitanti di Ponza
Nel 2001 ho portato mio padre, ormai novantenne, per l’ultima volta in Sardegna e in una calda mattina di novembre siamo arrivati a Castelsardo.
Abbiamo parlato con diversi anziani del paese, al sole sul muretto vicino al castello, ma nessuno di loro vantava amicizie ponzesi.
Solo uno ricordava mio zio Mario perchè aveva frequentato Santa Teresa di Gallura.
Fine anni cinquanta.
Mio fratello Salvatore mi racconta di quando Federico Aprea – un ponzese di Santa Teresa di Gallura – andò a ritirare la sua nuova barca a Porto Torres; sulla via del ritorno, nel mare davanti a Castelsardo, incappò in una tempesta che non gli permetteva di andare né avanti né indietro.
Salvò la pelle e la barca grazie all’aiuto della gente di Castelsardo che, vedendolo in difficoltà, corse in massa verso la spiaggia dove riuscì ad approdare e portare in secca la barca.
Se avrò altre notizie sarò ben felice di comunicargliele.
Sandro Vitiello
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Nota di Redazione
Aggiungiamo due file .pdf dall’archivio della Redazione, contenenti notizie correlate al tema in questione, ma non direttamente controllate:
– immigrazione-ponzese-a-carloforte
– storia-di-carloforte-immigrazione-napoletana-a-carloforte
Mauro Esposito
25 Settembre 2016 at 18:10
Gentile redazione
faccio riferimento ai “Ponzesi di Castelsardo” raccontando quanto, nell’estate del 1988, mi capitò sul porto di Castelsardo.
Quell’anno, insieme ad alcuni amici milanesi decidemmo di trascorrere le vacanze a Marina di Sorso.
Era un tardo pomeriggio e insieme agli amici decidemmo di andare a comprare del pesce. Ci recammo sul porto di Castelsardo perché si pensava che lì ci fossero anche delle pescherie. Nulla di tutto questo; intanto che si decideva sul da farsi vidi che stava rientrando in porto un ” gozzo “tipico” anche di Ponza. Al timone un signore di una “certa età”. Mi incuriosì il fatto che tenesse un bel po’ di reti ancora da ripulire dal pesce. Mi avvicinai per aiutarlo ad attraccare; infatti mi buttò la cima e così inizia a chiacchierare con lui. Gli chiesi come era andata e lui mi rispose in dialetto sardo facendomi capire “non male, non bene”.
Detto questo, salii sul gozzo e inizia ad aiutarlo a liberare il pesce dalla rete.
Nel chiacchierare (da dove venite, dove alloggiate etc etc) e nel liberare il pesce ad un certo punto si presentò sotto le mie mani una bella TRACINA di quasi un kg.
Al che rivolgendomi a lui gli dissi “nonno, questa è meglio che la togli tu che hai i guanti perché se lo faccio io e mi pungo, mi rovina la giornata” –
Quando gli dissi questo mi guardò e mi chiese: ma tu di dove sei? Conosci questo pesce? Risposi, dell’Isola di Ponza! Che mio nonno e mio zio erano stati dei pescatori etc etc…
Non l’avessi mai detto: mi abbracciò, cominciò a raccontare che lui aveva sposato una ragazza di Ponza e precisamente di Santa Maria e che di cognome faceva MAZZELLA. Insomma era molto felice; tale fu la sua gioia che pensò bene di regalarmi un secchio intero di pesce (che naturalmente rifiutai ma dopo tre volte non potei più opporre resistenza efui COSTRETTO ad accettare).
Ci fermammo al tavolo di un bar a bere qualcosa e restammo a chiacchierare ancora per almeno un’oretta.
Che io ricordi lui abitava a Castelsardo (o forse nelle immediate vicinanze avendo il gozzo per uscire a pescare).
Fu davvero una bella giornata che a distanza di anni ricordo con molto piacere.
Colgo l’occasione per inviare un saluto alla redazione e all’amico Sandro che, in maniera indiretta, mi ha stimolato a raccontare questo episodio.
Mauro Esposito