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In occasione del 73° anniversario dell’affondamento del piroscafo Santa Lucia nelle acque antistanti il porto di Ventotene, Ponza ricorderà la tragica vicenda in cui hanno perso la vita tanti suoi figli nella giornata di domani, giovedì 28 luglio, quando una delegazione ponzese si recherà nell’isola gemella.
In realtà l’anniversario cade il 24 luglio, ma la giornata festiva ha fatto sì che la commemorazione sul luogo del disastro slittasse di qualche giorno. Però l’anniversario è stato solennemente celebrato domenica sera a Ponza, sul piazzale di Giancos, dove si trova il monumento ai caduti in quella tragica circostanza.
A promuovere come ogni anno la manifestazione, sempre molto sentita e piena di emozione, è Mirella Romano, di Ponza, presidente dell’associazione Familiari vittime del Santa Lucia, che in quella disgrazia, lontanissima ma sempre viva nella mente e nel cuore, ha perso il padre.
Il gruppo di ponzesi si imbarcherà dunque alle 10.15 di domani sulla motonave della Libera Navigazione del Golfo, che proprio di recente ha ripreso i collegamenti settimanali tra Ponza e Ventotene: il rientro è fissato per le 17. Con loro le autorità civili e militari, e naturalmente il parroco di Ponza don Ramòn.
Una volta a Ventotene essi saranno accolti dalla commissaria prefettizia dell’isola Laura Mammetti e dal presidente della Comunità Arcipelago delle isole ponziane Daniele Coraggio. Dopo l’arrivo e un breve momento di ristoro, i presenti parteciperanno alla santa messa celebrata nella chiesa di Santa Candida.
A seguire, il corteo fino al monumento dei caduti per la deposizione di una corona.
Ci si imbarcherà quindi di nuovo per raggiungere il luogo dell’inabissamento del relitto, che giace a circa 50 metri di profondità con il suo triste carico di oltre 70 vittime.
Mentre familiari, amici e persone comuni lanceranno in mare garofani e altri fiori in omaggio a chi oltre settant’anni fa ha subito simile tragico destino, il corpo sub dei carabinieri raggiungerà i resti del relitto, su cui deporrà una corona di fiori, tra il suono delle sirene.
Ogni anno, è vero, la cerimonia è sempre la stessa, ma ogni anno per Mirella Romano e chi le sta a fianco si fa sempre più forte la convinzione che bisogna portare avanti questa mesta, doverosa, cerimonia. Per non dimenticare la Storia, con i nostri cari che ci hanno preceduto e che loro malgrado hanno dovuto scriverne una dolorosa, indimenticabile pagina.